Dal 6 ottobre l’Allegato I è diventato un tormentone per gli operatori del serramento e i loro clienti. L’esperto ing. Giovanni Tisi ritorna su questo tema
Che fine farà l’ Allegato I che dal 6 ottobre sta condizionando la vita (fiscale) dei clienti e degli operatori del settore serramenti? Non è un mistero per nessuno che la partita ecobonus, bonus casa e soprattutto Superbonus la si sta già giocando in Parlamento. In questo quadro l’Allegato I potrebbe rivisto, riscritto o addirittura cancellato. Qui ospitiamo volentieri le riflessioni critiche dell’ing. Giovanni Tisi che già in passato espresso il suo parere in merito (clicca qui).
Allegato I e varie
Beh, forse sarebbe anche il momento di fare qualche riflessione sull’ Allegato I con un respiro un po’ più ampio.
Tanto per cominciare, quando nel 2007 nacquero gli incentivi, la presenza di un tecnico terzo che asseverasse la correttezza degli interventi per cui lo Stato era disposto a metterci pesantemente del suo, era necessaria. E direi sacrosanta, se mi permettete.
Ma le Associazioni degli utenti si misero a strillare che era stupido pagare un tecnico per poche lire di incentivo. Non lo era, e lo si è visto quando le pratiche ‘semplificate’ sono diventate la quasi totalità degli interventi, quando si fanno passare come ‘semplificate’ gli spezzatini di interventi complessi, quando, in assenza di alcuna responsabilità terza, si è dato fondo alle più sfrenate fantasie (zanzariere che fanno ombra, gazebi a risparmio energetico, costi indeducibili trasferiti su beni deducibili, aumenti di prezzo sbandierati come ‘sconto in fattura’).
Che fosse necessario un calmiere QUANDO NON VI E’ UNA ASSEVERAZIONE, era già scritto nella finanziaria 2018 e le tabelle erano già circolate, omnicomprensive, senza se e senza ma. E furono cassate, non videro mai la luce.
Adesso, col rischio che con gli articoli 119&121 venga a mancare qualsiasi freno, le hanno riprese dal cassetto, sempre omnicomprensive, come recita il titolo.
Col solito tira e molla (anche giustificato, capiamoci), sono diventate omnicomprensive ‘…eccetto…’, e quindi, di fatto, inapplicabili.
Ma fatto a mio avviso più grave, al 13.2 del DM 6 agosto 2020 non si è scritto ‘nei casi in cui non c’è il tecnico e quindi cliente e fornitore se la vedono tra loro’, ma hanno scritto ‘negli interventi in cui cliente e fornitore potrebbero giocarsela tra loro’, che ha chiaramente un significato diverso, al quale, giustamente, l’Agenzia, nell’interpello, si conforma.
Enea, per conto suo, già dal 2018 ha predisposto nel suo portale la casellina ‘importo massimo’ e scommetto che l’algoritmo di calcolo fosse già pronto, se fosse rimasta la dizione ‘omnicomprensivi’; ovviamente, se diventa ‘esclusa iva, escluse spese, esclusi gli accessori ed esclusa la posa’.. gli diventa impossibile automatizzare il controllo.
Che l’Allegato I sia una stupidaggine, l’ho già detto, scritto e pubblicato; è un modo maldestro e giacobino per cercare di mettere un freno alle speculazioni; in qualsiasi altro paese civile, al contrario, avrebbero pizzicato i 4 furbetti del quartierino, li avrebbero messi alla berlina come monito e la cosa sarebbe rientrata.
Che buttarlo lì in un decreto che parla di tutt’altro (TUTTI lo leggono per il 110, ancora oggi ci sono tecnici che non hanno capito che l’analisi dei prezzi si deve fare SEMPRE se non è un intervento semplificato) è stato quanto meno improvvido, tanto che siamo all’assurdo che lo usa chi non dovrebbe e lo aggira chi non potrebbe.
Che non ci abbiano ancora spiegato (fino all’uscita di questo interpello che, faccio notare, è pubblico solo per libera scelta dell’istante, perché l’AdE a oggi non l’ha ancora pubblicato), se lo si deve intendere in modo letterale (‘l’intervento’, come sta scritto), o tecnico come ha più volte detto l’ing. Prisinzano di Enea (quando non c’è il tecnico asseverante) è una vergogna da Paese delle Banane.
Che nell’Allegato I non ci siano limiti per gli interventi che più di tutti stanno portando alle speculazioni, cioè le tinteggiature al 90%, dimostra per l’ennesima volta che chi legifera non ha la visione di quel che sta facendo, ma risponde solo a sollecitazioni esterne, come il batacchio di una campana.
E, da ultimo, perdonate la lunghezza, FINCHE’ NON TOLGONO DAI PIEDI IL COMMA H DELL’ART.16/BIS, i furbetti continueranno a sbattersene allegramente, usando il bonus casa invece che l’ecobonus. (Ronin mi perdonerà questo ritornello catoniano ma “Ceterum censeo Carthaginem delendam esse”, ovvero “Infine credo che Cartagine debba essere distrutta”)
ing. Giovanni Tisi, GieffeTi Studio
a cura di EB
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