Interpelli e circolari AdE hanno confermato un concetto ormai metabolizzato anche da parte dei “garibaldini” del superbonus, del bonus facciate e dei bonus minori, ovvero da coloro che sin da subito hanno avuto un approccio entusiasta e semplicistico con l’accesso ai crediti d’imposta, dichiarando “a rischio zero” e (con il “110”, usando uno “slang” da assemblea) “tutto gratis” quello che poi nel tempo, ed è la storia a confermarlo, si è palesato ad alto rischio e tutt’altro che gratuito.
E questo concetto è la non finanziabilità attraverso l’utilizzo dei crediti d’imposta del compenso straordinario dell’amministratore, evidentemente legittimo, sebbene oneroso viste le basi imponibili dei contratti d’appalto “gonfiati” su cui spesso viene calcolato.
Ebbene sì, prima di ancora di apprendere che i morosi non potessero cedere i crediti, che gli oneri di attualizzazione del credito non fossero finanziabili con i bonus fiscali, che anche le imprese appaltatrici
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