Senza l’applicazione del Superbonus 110%, le risorse stanziate per la ricostruzione post sisma non sono sufficienti per restituire l’agibilità alle abitazioni interessate dai lavori. Ance Rieti (Associazione Nazionale Costruttori Edili) chiede pertanto l’estensione dell’incentivo fino al 2026 per quanto riguarda gli edifici residenziali danneggiati dal terremoto, a cui è stata attribuita la classe di danno.
“Senza una significativa estensione del Superbonus – dichiara Roberto Bocchi, presidente di Ance Rieti – la ricostruzione privata nelle aree colpite dal sisma rischia di arrestarsi. Infatti, i soli fondi messi a disposizione dall’Ufficio speciale per la ricostruzione non basteranno e le imprese all’opera esprimono preoccupazione per questo scenario”.
Sia per le nuove costruzioni che per quelle interessate da interventi di riparazione, oggi i proprietari possono cedere gli importi a loro carico alle imprese esecutrici, le quali, applicando lo sconto in fattura, recuperano tali importi sotto forma di credito d’imposta, con la possibilità di cederlo a loro volta. Senza il Superbonus, la situazione diventerebbe insostenibile, con la conseguenza di fermare i lavori o non farli nemmeno iniziare.
“La nostra richiesta – prosegue Bocchi – è quindi una proroga del Superbonus 110% almeno fino al 2026 nell’area del cratere sismico del Centro Italia, per consentire alle imprese di mettere in sicurezza e di rendere ecosostenibile il patrimonio edilizio di una zona così fragile e duramente colpita, oltre che di proseguire nel rilancio dell’economia. E questo vale per tutte le aree interne e a rischio sismico del nostro paese, anche alla luce del fatto che l’attuale modello, grazie a tutta una serie di semplificazioni, sta dando risultati positivi”.
Source: rietinvetrina.it
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