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Ancma: modificare ‘Ecobonus moto’ è arma a doppio taglio – Lombardia – Agenzia ANSA

(ANSA) – MILANO, 09 GIU – L’Ecobonus ha dato un impulso molto
positivo al mercato italiano di ciclomotori, scooter e moto a
impatto zero, con un aumento delle vendite dell’84% nel 2020
rispetto all’anno precedente, ma sta anche minando seriamente la
liquidità delle aziende costruttrici, importatrici e, talvolta,
anche della stessa rete di vendita. Motivo per cui Confindustria
Ancma, l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori,
chiede la modifica della legge sugli incentivi per l’acquisto di
motoveicoli elettrici.
    “È necessario intervenire subito per introdurre la
possibilità di cessione del credito d’imposta ad altri soggetti
come avviene per l’Ecobonus edilizio o la tenuta finanziaria di
molte delle nostre imprese sarà a rischio” spiega in un
comunicato Paolo Magri, presidente di Confindustria Ancma, che
ha parlato degli incentivi come “arma a doppio taglio”. Il dito
è puntato contro il meccanismo incentivante. La norma prevede
infatti che il contributo sia corrisposto dal venditore mediante
uno sconto diretto sul prezzo di acquisto del veicolo e che
siano le aziende costruttrici o importatrici a dover rimborsare
successivamente alle concessionarie l’importo del contributo. In
questo modo le imprese recuperano a loro volta tale importo
quale credito di imposta.
    Magri, che ha annunciato “iniziative a livello parlamentare”
nell’ambito della conversione in legge del Decreto Sostegni bis
per modificare la norma, sottolinea che “i tempi di recupero
sono molto dilatati e questo risulta essere molto penalizzante
di fronte alle caratteristiche e alla dimensione prevalente
delle maggior parte delle imprese e delle start-up della
mobilità elettrica su due ruote”. Secondo il presidente di Ancma “il successo della misura e la sua apprezzabile estensione fino
al 2026, avrà paradossalmente un effetto molto negativo sulla
stabilità economica delle nostre aziende, che non riusciranno a
gestire la tensione prodotta dall’impossibilità di compensare il
credito accumulato, non saranno più in grado di investire
adeguatamente in innovazione e saranno fortemente indebolite”.
    (ANSA).
   

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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