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Angelo Borrelli, in Italia serve cultura della conoscenza del rischio sismico – Il Capoluogo

“Quando acquistiamo un appartamento, pensiamo alla sua posizione, alle finiture, ma non sappiamo cosa c’è sotto l’intonaco. In Italia purtroppo manca una cultura della conoscenza del rischio sismico“. Così al microfono del Capoluogo.it Angelo Borrelli, capo del Dipartimento della Protezione civile dal 2017 al 2021. Una mancanza di cultura generalizzata in un Paese come l’Italia che ha un patrimonio edilizio di difficile gestione. Come sottolinea lo stesso Borrelli, infatti, da una parte c’è il “patrimonio storico” e dall’altro quello “datato”. Il riferimento è al “boom delle costruzioni che c’è stato negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta che non ha tenuto conto del rischio sismico e oggi fanno registrare evidenti carenze”.

Oggi però le cose sono cambiate: “Abbiamo fatto un grande lavoro, anche relativamente alle microzonazioni sismiche che ci permettono di conoscere il grado di resistenza degli edifici, in base alla loro posizione. A L’Aquila, poi, a seguito del terribile terremoto del 2009 sono stati stanziati 965 milioni di finanziamenti dedicati non solo alla ricostruzione, ma anche al consolidamento. È fondamentale adeguare le strutture al rischio sismico“.

Angelo Borrelli, la ricostruzione post sisma: come ricostruire. I modelli di Giappone e Cile e le peculiarità italiane.

“In Italia – prosegue Borrelli – è stata fatta tanta strada, ma tanta ce n’è ancora da fare; abbiamo norme tecniche delle costruzioni che garantiscono un certo grado di sicurezza, ma è chiaro che vedere paesi come Cile e Giappone, dove anche terremoti di magnitudine 6 o 6,5 creano danni limitati ci inducono a migliorare sempre di più. Certamente è più semplice, laddove si ricostruisce da zero, ma dove ci sono tanti edifici storici e di interesse artistico che vanno mantenuti, vanno contemperate diverse esigenze e chiaramente è più difficile intervenire“.

D’altra parte c’è un altro tema che impatta sull’argomento: “Il dibattito tra gli esperti delle tecniche delle costruzioni si è sviluppato per capire quale grado di adeguamento sia più opportuno, ovvero se ricostruzioni e adeguamenti devono essere fatti per resistere all’intensità di terremoti più alta che ci si può aspettare o per resistere in maniera da garantire la salvaguardia delle vite umane”.

Quale che sia l’orientamento che prenderà il dibattito, è comunque chiaro che “bisogna investire sulla messa in sicurezza degli edifici, sia pubblici che privati. Per questi ultimi, “fondamentale è il Sismabonus“, che consente appunto ai privati di accedere a finanziamenti per la sicurezza sismica delle abitazioni. L’importante, però, è affidarsi a tecnici qualificati, sebbene “ci sono controlli ed è difficile improvvisarsi imprenditori solo per intercettare questi fondi. Certamente però sono da privilegiare tecnici iscritti all’ordine professionale”.

angelo borrelli huff

(Foto Huffington Post)

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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