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Aniasa: 4 proposte per rilanciare il car sharing. – l’Automobile – ACI

L’analisi di Aniasa (che all’interno di Confindustria rappresenta il comparto della mobilità) sull’impatto che la pandemia ha avuto per il car sharing dipinge uno scenario in difficoltà. Per questo l’associazione vuole rilanciare al governo quattro proposte per dare sostegno e garantire una maggiore diffusione dei servizi di mobilità condivisa, fondamentali nelle città di oggi.

La ricerca

Superato un 2020 drammatico (con -53% dei noleggi e una riduzione della flotta del 27%), anche i primi 7 mesi del 2021 si sono rivelati un momento di difficoltà per il comparto del car sharing. Nei primi 7 mesi del 2021 gli operatori del settore hanno registrato ancora un -50% dei noleggi che mette a dura prova i bilanci delle società.

Servono misure strategiche, afferma la ricerca Aniasa. Dall’abolizione del canone annuale per i veicoli alla riduzione al 10% dell’IVA su questi servizi, dall’inclusione nel bonus mobilità alla previsione di fondi pubblici per la promozione di piattaforme di mobilità pay-per-use”.

Rimuovere gli ostacoli

“La pandemia ha confermato la centralità dell’auto anche nel sistema di mobilità cittadina, in cui il settore del car sharing può giocare un ruolo da protagonista – ha dichiarato il Presidente di ANIASA Massimiliano Archiapatti – per un suo definitivo rilancio sono però necessari interventi da parte delle pubbliche amministrazioni e del Governo. L’utilizzo del car sharing, infatti, genera un enorme beneficio per l’ambiente”.

Vanno quindi rimossi ostacoli di natura burocratica che ne compromettono la diffusione: un’auto privata rimane generalmente parcheggiata circa il 95% della sua vita, al contrario di un’auto condivisa che è in continua circolazione, dotare la Capitale di una flotta di 20mila auto in sharing, ne toglierebbe 228mila dalle strade, con una riduzione di emissioni pari a 83 tonnellate/anno di PM10 (-10% rispetto al dato attuale). Senza contare il decongestionamento delle strade”.

Le proposte

“E’ necessario che le amministrazioni comunali aboliscano il canone annuale richiesto per ogni veicolo agli operatori del car sharing. È ormai un controsenso chiedere alle società di pagare per la sosta dei veicoli condivisi, quando proprio questi abbattono la necessità di parcheggi” afferma la ricerca.

Tra le misure richieste dal settore vi è l’allineamento dell’aliquota Iva al 10%, quella in vigore per il trasporto urbano di persone, anziché l’attuale 22%. “Questo perché, nonostante il car sharing sia gestito da operatori privati, rientra a tutti gli effetti nei trasporti urbani a disposizione dei cittadini”.

Inoltre, andrebbe integrato il cosiddetto Buono Mobilità, che dal 2020 prevede la copertura del 60% della spesa (fino a 500 €), per l’acquisto di bici e monopattini e per l’utilizzo di servizi di mobilità condivisa ad uso individuale, Aniasa propone di includere le autovetture nell’incentivo.

Fondi per la promozione del MaaS

Molte amministrazioni italiane stanno pianificando piattaforme MaaS (Mobility as a Service) per  disincentivare l’uso dell’auto privata: alcuni hanno richiesto agli operatori dello sharing di predisporre voucher scontati per coinvolgere maggiormente gli utenti nell’utilizzo delle piattaforme MaaS. La proposta di Aniasa è quella di erogare i bonus tramite fondi pubblici, per non gravare gli operatori della sharing mobility di ulteriori costi.

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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