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Approvato il DEF 2022: come cambierà il Superbonus e la cessione del credito? – Immobiliare.it

Il
Parlamento ha approvato il Documento di Economia e Finanza (DEF) e le
risoluzioni presentate, tra queste alcune rilevano anche ai fini della
fruizione del cd. Superbonus.

L’esame parlamentare

Il Parlamento ha approvato nella serata di ieri le risoluzioni sul DEF presentate, anche in relazione al Superbonus. Le risoluzioni presentate (e approvate) riguardano ambiti diversi e, tra questi, misure di contrasto al caro-energia, potenziamento del bonus sociale contro la povertà alimentare, sostegno a favore di lavoratori giovani e donne. Per far fronte a tutte queste esigenze, la risoluzione impegna il governo a valutare un nuovo “scostamento di bilancio, ovvero un aumento del deficit”.

Il DEF è il
principale dossier di programmazione finanziaria elaborato e presentato dal Presidente
del Consiglio dei Ministri (ad oggi, Mario Draghi) e dal Ministro dell’Economia
e delle Finanze (ad oggi, Daniele Franco).

L’iter
prevede l’invio da parte del Governo del DEF per l’esame e l’approvazione
tramite una risoluzione che impegna il governo alla presentazione di una legge
di bilancio. 

La proroga per il Superbonus. Le abitazioni monofamiliari e il 30%

Ad oggi, per
usufruire dell’agevolazione fiscale deve assicurarsi che il 30% dei lavori sia
effettuato entro giugno. Tale previsione ha suscitato le proteste di proprietari
ed associazioni di categoria che, da tempo, evidenziano che senza una proroga
molti lavori sarebbero rimasti incompiuti. Specialmente per le villette perché
per tali tipologie di immobili, non era stata ancora prevista alcuna proroga.

Nella risoluzione che accompagna il DEF in aula alla Camera si legge, in relazione al Superbonus edilizio, che la Camera impegna il governo “a prorogare il termine attualmente previsto dal comma 28, lett. e), dell’articolo 1, della legge di bilancio 2022 per le abitazioni unifamiliari”. 

Analogo interesse suscita la successiva previsione in base alla quale “la percentuale del 30% dell’intervento complessivo sia riferito al complesso dei lavori e non ai singoli lavori oggetto dell’intervento”.

Cessione del credito. Un meccanismo da rivedere?

Per la
fruizione delle agevolazioni fiscali si può optare per lo sconto in fattura o
per la cessione del credito. Ad oggi, per effetto dell’art. 29bis, d.l.
n. 17/2022, cd. Decreto Bollette, si possono effettuare tre cessioni con
riferimento ai predetti crediti di imposta. Ad oggi, molti istituti non
accettano più l’acquisto di crediti fiscali.

Nella risoluzione
che accompagna il DEF in aula alla Camera si legge una modifica di tale
cessione, prevedendo un’ulteriore cessione con la quale le banche, ove abbiano
esaurito le possibili cessioni, possano effettuarne una ulteriore in favore di
soggetti titolari di conto corrente presso le stesse.

La finalità
della norma è da rinvenirsi nella possibilità di consentire, esaurite le
possibilità di cessione, una ulteriore negoziazione da parte delle sole banche,
già cessionarie di crediti di imposta, ed in favore dei soggetti con i quali
hanno stipulato contratti di conto corrente.

L’esigenza di favorire la circolazione dei crediti è quella di evitare il cd. blocco dei cantieri dovuto alla riscontrata impossibilità, per molte imprese, di poter fruire dei crediti fiscali acquisiti e di non avere sufficiente liquidità per gestire le attuali esigenze di cassa.

di Agostino Sola

Source: immobiliare.it

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