“Alesia ed i suoi compagni di viaggio” ospitano l’interessante contributo di un giovane architetto campobassano, su temi di estrema attualità
Come sta cambiando il nostro mondo a causa del cambiamento climatico? E come può l’Architettura contribuire nel limitarne gli effetti? A queste domande risponde l’amico Architetto Marco Rateni
Bisogna innanzitutto partire dal presupposto che ogni singolo individuo, con il suo stile di vita, influisce ogni giorno sul clima attraverso l’energia che consuma (Un computer acceso per almeno nove ore al giorno, arriva a consumare 175 Kwh in un anno, impostando le opzioni di risparmio energetico il consumo scende fino al 37%) o nel modo in cui si nutre (Basti pensare che un terzo del cibo mondiale prodotto finisce nell’immondizia). E questi sono solo due aspetti importanti, che hanno letteralmente condizionato e stravolto l’ambiente in cui viviamo, dalla dimensione domestica, al destino di intere città.
Per avere una panoramica globale su ciò che sta accadendo, consiglio la visione della serie “Climate change” Prodotta da National Geographic.
Il punto è che l’energia utilizzata per alimentare le apparecchiature elettroniche, per riscaldare o raffrescare gli edifici privati o pubblici, quella per produrre il cibo, ecc. proviene ancora maggiormente dai combustibili fossili che rilasciano anidride carbonica nell’atmosfera gravando sulle temperature sempre più rigide durante l’anno. Nei mesi caldi queste portano alla desertificazione del terreno, agli incendi sempre più frequenti (lo abbiamo constatato l’estate scorsa), ai cicloni (come in Sicilia), alla perdita di alberi e coltivazioni e quindi alla mancanza di cibo (nonché di lavoro), all’indebolimento del terreno e all’ulteriore innalzamento delle temperature che vanno ad impattare sui ghiacciai e non solo quelli dei poli, ma anche quelli delle montagne), che sciogliendosi innalzano il livello del mare (vedi il ricorso al MOSE a Venezia), portando acqua salata sui terreni e rendendoli impraticabili. Se la produzione di cibo crollerà e vaste aree del pianeta diventeranno inabitabili, milioni di persone saranno costrette a spostarsi in cerca di condizioni migliori, sbilanciando un equilibrio sociale già precario (fenomeno che sta gi avvenendo nei paesi più colpiti come il Bangladesh, la Tailandia, le isole Salomone, le Falkland norvegesi, ecc.).
In questo scenario apocalittico però gli esperti dichiarano che la situazione è perfettamente risolvibile poiché non esistono mancanze tecnologiche o economiche. Il lato positivo del 2020 è che ci ha mostrato quanto velocemente possiamo cambiare quando c’è una vera necessità.
E allora cosa possiamo fare noi per fermare tutto questo?
Innanzitutto migliorando il modo in cui viviamo e poi preoccupandoci dei luoghi in cui viviamo.
Gli edifici ad “energia quasi zero” ovvero con un ridotto consumo di energia per il riscaldamento, il raffrecamento, la produzione di acqua calda sanitaria, la ventilazione e l’illuminazione sono stati introdotti dalla Direttiva Europea 31/2010/CE, seguita in Italia dagli aggiornamenti al D.lgs. 19 Agosto 2005 n.192, modificato ed integrato dal D.lgs. 311/2006 – Discipline del risparmio energetico in edilizia.
Partendo dall’analisi dell’orientamento che influisce sull’esposizione al sole degli ambienti e sulla disposizione dei pannelli per il fotovoltaico, per il solare termico e dei sistemi di oscuramento, per giungere poi allo studio delle stratigrafie dei solai e delle pareti e delle tipologie di infissi per soddisfare determinati requisiti di trasmittanza (grandezza fisica utilizzata per calcolare le dispersioni termiche attraverso una superficie. Più è basso il suo valore, minori sone le dispersioni termiche), si possono ottenere risultati straordinari per salvaguardare l’ambiente sia nel caso di ristrutturazioni e sia nel caso di costruzioni ex novo. Per fare un esempio: una parete classica in muratura dello spessore di 44 cm (composta da uno strato di 40 cm di tufo, rivestito di 2 cm di intonaco di calce e gesso su un lato e 2 cm di malta di calce sull’altro lato), ha un valore di transmittanza pari a 1,055 W/mqK. Il limite di legge in una zona climatica come la E però imposto dal D.M. Ecobonus è di 0,230 W/mqK. Aggiungendo un materiale idoneo isolante come un pannello in EPS (Polistirene espanso sinterizzato) additivato con grafite dello spessore di almeno 11 cm, si può ottenere un valore complessivo di trasmittanza entro il limite di 0,222 W/mqK.
Da non sottovalutare poi, la potenzialità degli impianti di ultima generazione. Se ad un edificio di classe G, come per esempio una villetta di circa 100 mq, costruita negli anni 60’, con un volume riscaldato complessivo di circa 400 mc, si andasse a sostituire l’impianto tradizionale composto da caldaia a gasolio e radiatori a parete, con un nuovo impianto a pompa di calore abbinata ad un riscaldamento radiante a pavimento, lasciando le altre componenti invariate, sull’Ape (Attestato di prestazione energetica), risulterebbe l’80% in meno sul consumo di KWh/mq annui e sulle emissioni di co2 in kg/mq annui Per fare ciò, nel modo migliore, è preferibile ricorrere al consiglio di un esperto.
Lo stato attualmente offre diversi incentivi per allinearsi alle direttive europee sulle emissioni di co2, Come il superbonus 110% per interventi importanti di riqualificazione energetica o il bonus ristrutturazioni 50% per lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria che ci permette sempre a titolo di esempio di acquistare ad un costo agevolato un’unità di ventilazione meccanica controllata a recupero di calore o un impianto di illumoinazione a led con comandi wireless; l’ecobonus 50% per la sostituzione delle finestre o l’acquisto di schermature solari, caldaie a condensazione in classe A, apparecchi a biomassa, ecc.; l’ecobonus al 65% per piccoli lavori di riqualificazione energetica come la realizzazione di un impianto radiante a pavimento o a soffitto; ed infine il conto termico 2.0. Per l’incremento di efficienza energetica con il quale si può acquistare una termocucina a pellet classe A+ o uno scalda acqua a pompa di calore con un risparmio energetico fino al 75% rispetto ad uno scaldabagno tradizionale.
Stiamo vivendo un momento storico in cui abbiamo tra le mani la possibilità di cambiare il volto dell’Architettura, perché mossi dalle esigenze dell’efficientamento energetico. Questo ci permette anche di creare un nuovo linguaggio che non deve essere destinato solo ad un mero fine funzionale e matematico. Dobbiamo consumare meno, ma anche vivere meglio, nel bello, che spesso si è perduto perché scavalcato da un’attività edilizia incontrollata. E allora tale linguaggio oggi, deve prendere spunto dai caratteri essenziali della bioclimatica e della bioarchitettura, per ristabilire un connubio sostenibile uomo-natura: Serre solari, belle da vedere, ma anche ben progettate nell’esposizione, nella schermatura e nella ventilazione; tetti verdi isolanti; facciate verdi ventilate; giardini e pertinenze ricche di specie caducifoglie, in grado di mitigare le temperature e catturare lo smog; orti urbani; solar design, fitodepurazione.. sono davvero tante le scelte che si possono fare.
“Il cambiamento climatico è una realtà, sapremo affrontarlo prima che sia troppo tardi?”
Marco Rateni
Marco Rateni alias MR landart è nato a Campobasso il 16 Agosto 1989. Nel 2016 ha conseguito la laurea magistrale a ciclo unico in Architettura LM-4 con una tesi sperimentale dal titolo “Strategie di riqualificazione energetico-ambientale del progetto C.A.S.E.” e si abilitato all’esercizio della professione presso l’Università degli studi “L. Vanvitelli” di Napoli. Dal 2018 vive a Frosinone con la sua compagna docente violinista Roberta Pranzitelli e lavora in uno studio tecnico, dove si occupa prevalentemente di progettazione ambientale di edifici NZEB. Nel corso degli anni ha tenuto corsi di Interior Design e disegno CAD/CAM; i suoi progetti incentrati sul tema del verde e della riqualificazione urbana hanno ottenuto premi e riconoscimenti a livello internazionale menzionati da importanti testate giornalistiche quali Vogue, Marie Claire Maison, Tgcom24, Sky Arte, Rai GR1, Casa in fiore, Il messaggero, ecc. Sito: www.mrlandart.com
Architettura e cambiamento climatico
Indietro 1 di 4 Avanti
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.