Avremo più tempo per usufruire del Superbonus al 110% su specifici interventi in ambito di efficienza energetica, interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.
Cosa prevede il nuovo piano
Infatti, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sta per essere aggiornato con quanto deciso dal Parlamento: proroga dell’agevolazione a tutto il 2023 senza obbligo di percentuali minime di ultimazione dei lavori. Ma le novità non sono finite, perché si punta anche a semplificare le procedure sulla regolarità urbanistica degli edifici e delle singole unità immobiliari, ad una flessibilità della regola del guadagno di due classi energetiche in quelle situazioni in cui sarà difficile rispettarla (come nella riqualificazione di edifici nei centri storici) ed all’estensione del superbonus anche a chi esercita attività di impresa (per il momento sono ammessi soltanto i lavori sulle parti in comune dei condomini a prevalenza residenziale). L’argomento lo abbiamo trattato di recente (qui il nostro focus) spiegando nel dettaglio anche alcuni meccanismi fiscali.
Il flop (parziale) del Superbonus
I primi dati pubblicati dall’Enea mostrano come il superbonus, al momento, non sia mai decollato: gli interventi sono stati poco di 6.500 per un valore complessivo di 670 milioni di euro e soltanto poco più di 500 gli interventi in condominio. Come riporta il Corriere, però, in questi numeri bisogna considerare che la comunicazione viene data all’Enea quando si sono ultimate almeno il 30% o 60% delle opere nel caso in cui viene effettuata la cessione del credito ad avanzamento lavori. In realtà, i condomini che hanno già finito i lavori sono ben pochi perché la pandemia ed il lockdown hanno rallentato o bloccato del tutto le opere di ristrutturazione iniziate nel 2020. Di fatto, ditte ed imprese sono ferme da un anno e questo “flop” deve essere visto in quest’ottica. Tutto lascia pensare che nei prossimi mesi i numeri dell’Enea saranno maggiori e ben diversi da quelli attuali.
L’iter (complesso) in 4 punti
Le scadenze sono dietro l’angolo: con le norme attuali, le singole abitazioni hanno tempo solo fino al 30 giugno 2022 per ultimare i lavori. Per i lavori in condominio, invece, ci sono sei mesi in più di tempo ma soltanto se entro il 30 giugno 2022 risultano effettuati (e pagati) almeno il 60% dei lavori. Ci sono quattro punti da rispettare per il superbonus condominiale: il primo riguarda la delibera di assegnazione della diagnosi energetica e l’attesa che questa venga effettuata; dopodiché deve esserci l’approvazione della diagnosi dei lavori con la scelta di impresa e professionisti e delle eventuali cessione del credito e finanziamento ponte; terzo, è necessario un periodo di almeno un mese per accertarsi che non vi siano impugnative della delibera e, infine, bisogna attendere che i professionisti e l’impresa prescelti siano liberi e mettano in conto i tempi per completare le opere. Dal momento che la stragrande maggioranza delle operazioni verrà effettuata ricorrendo a banche o finanziarie, un punto cruciale rimane quello relativo alla cessione del credito perché le prodecure per l’ok della banca sono molto compresse e gli Istituti si muoveranno con i piedi di piombo.
Non solo Superbonus: -75% per altri interventi sulla casa
Un’altra novità molto interessante, però, potrebbe riguardare un’aliquota unica del 75% per tutte le altre agevolazioni immobiliari (bonus ristrutturazione, ecobonus e sisma bonus standard, bonus facciate) ed una semplificazione delle procedure per la cessione del credito.
Sarà fondamentale, in questo caso, la tempestica perché la lunghezza delle procedure e l’enorme domanda cui devono fare fronte tecnici e imprese rende molto difficile pensare che si potranno rispettare tutte le richieste secondo i tempi prescritti dalla Legge di Bilancio 2021. Non è stata ancora approvata ma tutto fa pensare che si vada in questa direzione.
La sanatoria su abusi edilizi
Un grosso ostacolo riguarda le irregolarità urbanistiche, e l’Italia purtroppo ne è piena: se in un condominio, ad esempio, alcune abitazioni avessero trasformato i propri balconi in verande, teoricamente i lavori sulle parti comuni non perderebbero il diritto all’agevolazione ma i lavori che riguardano le unità immobiliari se il proprietario non sana l’abuso, sì. Il guaio è che, per ottenere il miglioramento di due classi energetiche, affinché sia erogato il superbonus sarà necessario compiere un mix di lavori su parti comuni e unità singole (ad esempio, cappotto termico più cambio degli infissi) perché, se i proprietari degli appartamenti non avranno diritto al bonus e dovranno pagarsi le opere a proprie spese, il via libera ai lavori non sarà mai dato.
Intanto, però, Banca Monte dei Paschi di Siena e ABICONF (Amministratori Beni Immobili – Confcommercio Imprese per l’Italia), associazione aderente a Confcommercio Professioni, hanno siglato un accordo per favorire l’accesso al Superbonus 110% e agli altri bonus edilizi introdotti dal Decreto Rilancio. La collaborazione mira a promuovere su tutto il territorio nazionale attività di rigenerazione urbana e di messa in sicurezza dei condomìni, attraverso operazioni di ristrutturazione edilizia, efficientamento energetico, installazione di impianti ecosostenibili e riduzione del rischio sismico degli edifici. Banca Mps, come riporta l’Agi, mette a disposizione degli iscritti all’associazione un pacchetto di misure specifiche che prevede, in particolare, un’apertura di credito a sostegno degli interventi che danno diritto al credito di imposta, per una durata massima di 18 mesi.
Source: ilgiornale.it
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