Legge di Bilancio: manovra economica 2022.
Nella giornata di venerdì 19 novembre nell’ambito delle audizioni in commissione Bilancio di Camera e Senato, le organizzazioni professionali agricole si sono espresse in merito alla manovra economica 2022.
La legge di bilancio contiene misure per 30 miliardi di euro, ed è incentrata su tematiche quali: riforma fiscale, riordino detrazioni IRPEF, nuovi sussidi (assegno unico), proroga Superbonus e agevolazioni in edilizia, riforma pensioni, ammortizzatori sociali, taglio del cuneo fiscale e credito agevolato alle imprese. Il capitolo nell’ambito del quale si attendono le principali novità nel corso dell’iter parlamentare è la riforma fiscale, dopo che nel DDL del Governo è stato inserito solo il finanziamento per il taglio IRPEF e IRAP (8 miliardi di euro). Dibattito ampio anche sulla riforma pensioni, con un tavolo parallelo aperto con i sindacati ma possibili correttivi già al DDL (su Quota 102, Opzione Donna e APE Sociale). Fra gli altri capitoli, la riforma degli ammortizzatori sociali, le proroghe lunghe per il Superbonus e le altre agevolazioni edilizie (altro ambito passibile di correttivi), crediti d’imposta Transizione 4.0 per gli investimenti delle imprese, nuove misure per la genitorialità e per la parità di genere.
Le diverse organizzazioni hanno affermato di accogliere favorevolmente gli interventi finalizzati alla ripresa, ma sottolineano anche che su alcune tematiche serve qualcosa di più incisivo.
Così ad esempio interviene il presidente della Copagri Franco Verrascina dichiarando: “Apprezziamo l’impostazione generale della manovra, che in linea con l’orientamento del DPB prevede una politica espansiva a sostegno della ripresa e in sinergia col PNRR, anche se ci aspettavamo più coraggio per sostenere un settore che ha pagato a caro prezzo le ripercussioni della pandemia, durante la quale ha assicurato il regolare rifornimento degli scaffali” e prosegue “vale la pena di ricordare il delicato momento che sta attraversando il primario, dovuto a fattori congiunturali, quali i forti aumenti dei costi di produzione e delle materie prime, ma anche a problematiche ataviche che da anni frenano lo sviluppo del comparto. A questi fattori vanno poi assommate le difficoltà legate alla recrudescenza di fitopatie ed epizoozie, gli effetti sempre più frequenti e violenti del cambiamento climatico e i fenomeni atmosferici estremi, che in molti casi hanno quasi completamente distrutto i raccolti, con pesanti ripercussioni sul reddito dei produttori agricoli. Accogliamo con favore diversi interventi, che pur se con risorse limitate rispetto alle reali necessità del settore vengono incontro alle istanze avanzate dalla Copagri e avranno ricadute positive sul primario; ci riferiamo, in particolare, al rinvio di plastic tax e sugar tax, di cui si auspica l’abolizione, e alla proroga del ‘Bonus verde’, ma anche agli interventi sul versante fiscale e previdenziale, come l’esonero IRPEF, il taglio dell’IRAP e la riduzione del cuneo, aspetto sul quale riteniamo esistano margini per allargare la platea dei beneficiari, intervenendo sulla decontribuzione”.
Dal canto suo Confagricoltura nella persona della vice presidente Annamaria Barrile, ha avanzato la richiesta di impiegare una parte della dotazione degli otto miliardi per alleggerire il costo datoriale del lavoro agricolo, riducendo del 50% le aliquote contributive delle imprese agricole e/o prevedendo meccanismi di incentivazione per la trasformazione dei contratti da tempo determinato a indeterminato, dando così stabilità e superando l’attuale meccanismo di alternanza tra tempo determinato e disoccupazione agricola. Ha continuato poi avanzando la richiesta di una proroga, anche per il 2022, della misura che consente l’impiego in agricoltura dei percettori del reddito di cittadinanza sul taglio delle agevolazioni fiscali sui progetti di transizione ecologica e innovazione digitale 4.0 (dal 15% nel 2022, 10% nel 2024, 5% nel 2024 e 2025) e proponendo che sul fronte dell’accesso al credito la totale gratuità del rilascio della garanzia sia portata fino a giugno 2022, per poi concludere sullo scottante tema della liquidità richiedendo di concedere alle imprese agricole la rinegoziazione del debito, assistito da garanzie di ISMEA e di Mediocredito centrale.
Anche Cia-Agricoltori Italiani interviene entrando nel merito, in particolare, su credito e transizione 4.0, Superbonus, aumento dei costi di produzione e avversità climatiche, facendosi promotrice di modifiche alle misure già inserite ma anche di nuove proposte. Si ribadisce la centralità per l’organizzazione dell’attenzione allo sviluppo rurale e all’innovazione sostenibile e si propone di garantire le stesse percentuali di incentivi fino al 2025 e l’accesso al credito rispetto alla Transizione 4.0. Altro aspetto dirimente per Cia è la revisione delle norme che frenano il Superbonus per le unifamiliari, per evitare una sperequazione di trattamento tra chi vive negli insediamenti urbani e chi popola le aree rurali, in modo da concedere a tutti pari opportunità. L’intervento Cia si chiude riportato l’attenzione del Parlamento su una questione di prospettiva, relativa agli strumenti necessari a remunerare le perdite che stanno subendo gli imprenditori agricoli a causa dell’aumento dei costi di produzione.
Fonte: Copagri, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura
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