I punti chiave
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Il 2021 resta un anno difficile per il mercato auto che fa fatica a ripartire. Nel mese di marzo le immatricolazioni di autovetture in Italia sono state 169.684, un dato che sconta un calo del 12,7% se confrontato con marzo 2019. I volumi del mese scorso risultano invece cinque volte più ampi delle 28.415 unità registrate a marzo 2020, primo mese di lockdown in Italia e in buona parte del mondo. Il mercato dunque fa fatica a recuperare i volumi registrati nella fase antecedente alla crisi indotta dal Covid-19 anche se in Italia gli incentivi introdotti a partire dalla seconda metà dell’anno scorso hanno contenuto la contrazione di mercato.
Auto: le immatricolazioni nei primi tre mesi dell’anno
Mettendo a confronto il primo trimestre del 2020 con lo stesso periodo del 2021 emerge un aumento delle immatricolazioni di oltre il 28%, un “effetto” indotto dal confronto con un periodo che l’anno scorso ha visto il blocco degli stabilimenti produttivi e la chiusura quasi totale delle attività commerciali. Con queste premesse dal confronto tra i due periodi emerge una crescita dei volumi di tutti i brand automobilistici, ad eccezione di Alfa Romeo, Mitsubishi e Jaguar.
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Il Gruppo Stellantis in particolare Il gruppo Stellantis ha immatricolato a marzo in Italia 68.222 auto, un dato in aumento del 742,7% rispetto alle 8.096 unità del mese di marzo 2020, ma che risulta in calo del 14% se confrontato con lo stesso periodo del 2019 con una quota di mercato nel trimestre pari al 40,3% rispetto al 41,2% di un anno fa.
Ecobonus da rinnovare
La priorità per il comparto in questa fase è di rinnovare il sistema di ecobonus in particolare nella fascia di emissioni di CO2 compresa tra 61 e 135 grammi per chilometro, con una dotazione economica iniziale pari a 250 milioni che stando alle stime dei principali operatori è destinata ad esaurirsi subito dopo Pasqua. Per Gian Primo Quagliano, del Centro Studi Protomor, «l’Italia sta reggendo meglio degli altri mercati europei come Germania, Spagna, Francia e Uk proprio grazie agli incentivi per questa fascia di autovetture, è dunque urgente rinnovare la misura».
Sostenere le rottamazioni
«Un altro anno come il 2020 significa per l’Italia la chiusura del 25% delle realtà della distribuzione con impatti importanti anche sulla produzione». è questa la previsione di Michele Crisci presidente dell’Unrae, l’associazione a cui fanno capo i produttori stranieri di auto. «Il problema grave è che la caduta del mercato continua nonostante gli incentivi, senza i quali avremmo una situazione drammatica» sottolinea Crisci. Gli incentivi hanno attutito il colpo e questo emerge dal confronto con Germania, Francia Spagna e Inghilterra, ma ora serve riaprire, come ribadisce Crisci, la partita degli incentivi a livello politico, con il prossimo Decreto Sostegni.
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