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Auto aziendali: cresce la domanda dell’ibrido – AlVolante

QUASI IL DOPPIO – Secondo un’indagine condotta da Top Thousand (osservatorio sulla mobilità aziendale composto da fleet e mobility manager) nel nostro Paese, la quota di vetture ibride nei parchi auto aziendali sta crescendo. Dalla ricerca si evidenzia infatti che in un campione composto da 103 società (selezionate per varietà di dimensione e settore merceologico) per un parco totale gestito di 120.731 veicoli, 10.600 di questi sono vetture ibride. Un balzo per questa tipologia di motorizzazione, che quasi raddoppia i numeri registrati nel 2020 (erano 6.158 in quell’anno): 3.698 auto sono state scelte con soluzione di tipo plug-in, mentre le mild hybrid sono 4.880.

I LIMITI DELL’ELETTRICO – Nei parchi auto aziendali stenta invece il decollo delle vetture completamente elettriche: a frenare i fleet e mobility manager sono i limiti connessi alla autonomia più ridotta (che caratterizza questo tipo di alimentazioni), ai costi di
acquisto elevati e alla carenza di un’adeguata rete infrastrutturale di ricarica. Nel campione della ricerca sono infatti 4.531 i veicoli elettrici, contro i poco più di 3.600 della precedente indagine.

COME VENGONO UTILIZZATE – Secondo i dati di Top Thousand, 56 delle 103 aziende intervistate assegna alle ibride un uso promiscuo; 23 di queste società ha invece dichiarato di averle inserite anche nella flotta operativa e nel parco in condivisione. Guardando invece la prossimo futuro, il 15% delle aziende campione inserirà nei prossimi 12 mesi oltre 60 veicoli ibridi nella propria flotta, il 10% tra 30 e 60 veicoli e il 41% ne accoglierà un numero compreso tra 1 e 20.  Per quanto riguarda l’elettrico solo il 38% degli intervistati ha inserito nel parco veicoli delle vetture con questo tipo di alimentazione, ma in compenso il 53% si dice pronto a sceglierli nel prossimo anno

LE CRITICITÀ – I fleet manager che non hanno adottato veicoli a basse emissioni di CO2 nella loro flotta hanno evidenziato alcune criticità legate alle mild e full hybrid, ossia gli elevati costi di noleggio e la loro difficile applicazione nella mobilità aziendale. Per le ibride plug-in ed elettriche si aggiungono inoltre altri fattori di non idoneità all’utilizzo professionale: la carenza di infrastrutture e l’autonomia insufficiente. Infatti, ben 98 fleet manager su 103 hanno dichiarato che la più grossa problematica che rallenta all’elettrificazione del parco auto è legata a una diffusione insufficiente della rete di ricarica. Riferendosi sempre alle criticità dell’ammodernamento della flotta, 58 aziende hanno menzionato l’autonomia limitata dei veicoli elettrici (58 aziende), la resistenza al cambiamento da parte dei driver (34), i costi maggiori legati a canoni incerti (31) e la distribuzione di ecobonus a singhiozzo (22).

I VANTAGGI E GLI INCENTIVI – Il 73% degli intervistati ha dichiarato che l’adozione delle vetture ibride ed elettriche ha portato benefici legati alla conformità dei valori aziendali, alla responsabilità sociale d’impresa, alle agevolazioni alla mobilità e il risparmio. Inoltre, emerge dall’indagine che chi ha deciso di elettrificare la flotta, lo ha fatto per un orientamento rispettoso dell’ambiente. Infatti, la tassazione agevolata per le auto della fascia 0-60 g di CO2 per chilometro, e gli eco-incentivi, per la maggior parte del campione non sono stati fattori decisivi nella scelta delle auto a basse emissioni: la prima componente ha inciso solo per il 30% delle aziende, la
seconda, addirittura, solo per il 23% degli intervistati.

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