Agosto gelido per l’auto in Italia. Le ragioni: mancanza di microchip e conseguente blocco delle produzioni e ritardi nelle consegne, situazione di incertezza sempre dovuta alla pandemia, incentivi stop and go senza un piano strategico, Ecobonus sui veicoli elettrici (quelli che godono delle simpatie dei governi) e ibridi ricaricabili esauriti, e fattore da non trascurare, il disorientamento del consumatore davanti all’escalation della corsa all’elettrico («se prendo una macchina con motore Diesel, non è che mi pioveranno addosso tegole di vario genere?», la domanda che molti concessionari si sentono rivolgere). E così il mese archiviato si è concluso con un -27,3% sull’agosto di un anno fa e -27,2% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Oggi, intanto, il Consiglio dei ministri ha all’ordine del giorno il Decreto Trasporti, l’occasione, secondo Paolo Scudieri (Anfia), per affrontare i problemi del settore e trovare le soluzioni. «Diventa fondamentale – afferma – accogliere in tempi rapidi la richiesta, avanzata da tempo da Anfia, di estendere le tempistiche entro le quali i venditori sono tenuti a confermare l’operazione di vendita dei veicoli incentivati, così come quella di rifinanziare al più presto il fondo Ecobonus per l’acquisto di auto con emissioni da 0 a 60 g/km di CO2, il cui esaurimento, il 26 agosto, rende impossibile fruire di incentivi per l’acquisto di elettriche pure e ibride plug-in, essendo gli stanziamenti del DL Sostegni bis per il fondo complementare Extrabonus (57 milioni ancora disponibili) inutilizzabili». Scudieri sottolinea, poi, che «l’esaurirsi delle risorse, insieme alla fisiologica decelerazione estiva, ha rallentato i ritmi di crescita delle vendite di auto ricaricabili, che da febbraio a luglio hanno riportato incrementi mensili a tre o quattro cifre, anche per via del confronto con i mesi critici del 2020, mentre, ad agosto, segnano un rialzo solo a doppia cifra». Segue l’auspicio che possa riprendere al più presto il dialogo con il governo allo scopo di definire «un piano strategico per la riconversione industriale del settore che sia in grado di accompagnare la filiera verso gli sfidanti obiettivi europei di riduzione delle emissioni di CO2 delle nuove vetture e la transizione tecnologica all’elettrificazione».
«Ma anche l’aspetto fiscale deve essere preso in considerazione – puntualizza Adolfo De Stefani Cosentino (Federauto) -. Occorrono strumenti innovativi basati sui valori di CO2 e ispirati al principio di neutralità tecnologica, oltre alla rimodulazione dei limiti della detraibilità Iva».
Federauto rileva come in agosto la percentuale di auto elettriche pure immatricolate sia stata del 5% al pari delle ibride ricaricabili, mentre quelle ibride hanno rappresentato il 31,6% del mercato. Guardando i dati da gennaio, l’elettrico pesa per il 3,6% e l’ibrido ricaribabile per il 4,3%. Sempre negli 8 mesi, le ibride senza presa elettrica valgono il 28% del mercato, le auto a benzina il 31,3% e quelle Diesel il 23,6%.
Ma oltre agli Ecobonus, sono da rifinanziare anche gli incentivi per l’acquisto di vetture a benzina, Diesel e ibride (fascia 61-135 grammi/km di CO2 emessa), «che sinora hanno consentito di ottenere eccellenti risultati per rinnovare il parco circolante», ricorda Michele Crisci (Unrae).
«Per l’automotive siamo alla tempesta perfetta – avverte Gian Primo Quagliano (Centro studi Promotor) – e l’ultimo pasticcio sugli Ecobonus rischia adesso di compromettere il lavoro fatto per vincere le resistenze della genta verso la transizione ecologica».
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