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Automotive: associazioni in pressing sul governo – Siderweb

Sono tre le più importanti proposte che le principali organizzazioni del settore automotive (Anfia, Federauto e Unrae) rivolgono al governo «per imprimere una svolta decisiva per lo sviluppo della mobilità del nostro Paese in direzione della sostenibilità ambientale ed economica».

Ad illustrarle, insieme allo stato del settore (per consultare i materiali presentati basta cliccare sull’icona auto), sono stati questa mattina i presidenti delle tre associazioni – Paolo Scudieri di Anfia, Adolfo De Stefani Cosentino di Federauto e Michele Crisci di Unrae – che nel corso di una conferenza stampa hanno evidenziato i dati della crisi indotta dalla pandemia nel 2020, «con la perdita del 27,9% di autovetture, del 15,1% di veicoli commerciali, del 14,4% di veicoli industriali, del 21,7% di rimorchi e semirimorchi e del 24,8% di autobus».

Da qui le richieste, a partire da «un piano strategico per guidare il mercato verso l’elettrificazione dei veicoli e accelerare gli investimenti per le nuove tecnologie con particolare attenzione all’automazione, alla connettività, alla diffusione delle infrastrutture (pubbliche e domestiche), anche per l’idrogeno», come anche di «rifinanziare con urgenza gli incentivi in esaurimento e rendere strutturale fino al 2026 l’ecobonus e prevedere ulteriori incentivi per il ricambio del parco circolante di veicoli destinati al trasporto merci e a quello collettivo di persone», senza trascurare la necessità di «avviare una complessiva riforma fiscale sul settore, in particolare, per le auto aziendali a sostegno delle imprese italiane oggi penalizzate rispetto agli altri Paesi europei. Con l’occasione è auspicabile anche una rimodulazione del “bollo auto” in chiave green».

Proprio a proposito di incentivi, è stato ricordato che «hanno mitigato in parte il calo delle immatricolazioni e la svolta “green”, su cui da anni investono le Case automobilistiche e l’intera filiera automotive, ha ricevuto impulso positivo dalle misure introdotte nel nostro Paese. Nel 2020, a fronte di un contestuale incentivo, sono state rottamate 125.000 vetture vetuste ed inquinanti che hanno contribuito ad un risparmio di oltre 61mila tonnellate di CO2/anno».

Ma «il beneficio delle misure di sostegno è terminato presto. Gli incentivi per i veicoli commerciali si sono esauriti in pochi giorni, quelli per le autovetture sono in via di esaurimento. Da qui le nostre proposte: un piano strategico per la filiera automotive, con la partecipazione di tutti gli attori del settore, allo scopo di affrontare la transizione cominciando con urgenza a rifinanziare i suddetti incentivi per l’anno in corso».

Per Paolo Scudieri «la mobility revolution implica, per la nostra filiera, una transizione produttiva che richiede notevoli investimenti in nuove tecnologie: non solo elettrico, ma anche idrogeno, connettività, autonomous driving e digitalizzazione dei processi. Una sfida per cui le aziende necessitano del sostegno di interventi da attuare tramite il Recovery Plan per mantenerne alta la competitività e rendere l’Italia attrattiva per nuovi investitori».

Secondo Adolfo De Stefani Cosentino, «un deciso cambio di passo, anche per accelerare il rinnovo del parco circolante auto obsoleto e poco sicuro e colmare il gap competitivo con gli altri principali Paesi dell’Europa, è rappresentato dalla riforma della fiscalità auto e un intervento sulla percentuale di detraibilità dell’Iva per gli acquisti effettuati da aziende e professionisti non è più rinviabile. Inoltre, nell’ambito di una strategia complessiva di rilancio del settore automotive risultano imprescindibili una semplificazione e rimodulazione della tassa automobilistica e l’introduzione di misure strutturali con orizzonte temporale medio-lungo per gli investimenti delle imprese di autotrasporto».

Secondo Miche Crisci, infine, «occorre una pianificazione politica per guidare, nel breve e nel lungo periodo, la transizione verso la mobilità ‘green’ compatibile con le esigenze economiche e sociali di un comparto da sempre trainante per l’economia del nostro Paese. Per questi motivi ribadiamo la richiesta alle istituzioni di rifinanziare gli incentivi per le autovetture nella fascia 61-135 g/km CO2 e per i veicoli commerciali, nonché di rendere strutturale fino al 2026 l’ecobonus per le autovetture fino a 60 g/km CO2. Senza dimenticare i comparti del trasporto merci e persone per i quali è indifferibile l’incremento delle risorse per il rinnovo delle flotte dei veicoli industriali e del parco autobus».

 

Nella foto, da sinistra, Michele Crisci, Paolo Scudieri e Adolfo De Stefani Cosentino

There are three of the most important proposals that the main organizations of the automotive sector (Anfia, Federauto and Unrae) address to the government “to give a decisive breakthrough for the development of the mobility of our country in the direction of environmental and economic sustainability ”.

To illustrate them, together with the state of the sector (to consult the materials presented just click on the icon car ), were this morning the presidents of the three associations — Paolo Scudieri of Anfia, Adolfo De Stefani Cosentino of Federauto and Michele Crisci of Unrae — who during a press conference highlighted the pandemic induced crisis in 2020, “with the loss of 27.9% of passenger cars, 15.1% of commercial vehicles, 14.4% of industrial vehicles, 21.7% of trailers and semi-trailers and 24.8% of buses”.

Hence the demands, starting with “a strategic plan to guide the market towards electrification of vehicles and accelerate investment for new technologies with particular attention to automation, connectivity, dissemination of infrastructures (public and domestic), also for hydrogen”, as well as to “urgently refinance incentives in exhaustion and make theecobonus structural until 2026 and provide for additional incentives for the replacement of the rolling fleet of vehicles intended for freight and collective transport of persons ”, without neglecting the need to “initiate a comprehensive tax reform on the sector, in particular, for corporate cars in support of Italian companies today penalized in respect of to other European countries. On the occasion it is also desirable to remodulate the “car stamp” in green key”.

Just about incentives, it was recalled that “they mitigated in part the decline in registrations and the “green” turnaround, on which for years the automakers and the entire supply chain have been investing automotive, has received positive impetus from the measures introduced in our country. In 2020, in front of a contextual incentive, 125,000 vetuste and pollutant cars were scrapped that contributed to a saving of more than 61 thousand tons of CO2/year”.

But “the benefit of support measures ended early. Incentives for commercial vehicles have run out within days, those for passenger cars are running out. Hence our proposals: a strategic plan for the automotive chain, with the participation of all the actors in the sector, in order to address the transition beginning with urgency to refinance the aforementioned incentives for the current year.”

For Paolo Scudieri “ mobility revolutionimplies, for our supply chain, a productive transition that requires significant investments in new technologies: not only electric, but also hydrogen, connectivity, autonomous driving and process digitization. A challenge for which companies need the support of interventions to be implemented through the Recovery Plan to maintain high competitiveness and make Italy attractive for new investors”.

According to Adolfo De Stefani Cosentino, “a decided change of pace, also to accelerate the renewal of the obsolete and unsafe car circulating park and close the competitive gap with other major Countries of Europe, is represented by the reform of auto taxation and an intervention on the percentage of VAT deductibility for purchases made by companies and professionals is no longer deferable. Furthermore, a simplification and remodulation of the automotive tax and the introduction of measures is essential as part of an overall strategy to relaunch the automotive sector. Structural structures with medium to long time horizon for the investments of the enterprises of road haulage”.

According to Miche Crisci, “we need political planning to guide, in the short and long term, the transition to ‘green’ mobility compatible with economic and social needs of a sector that has always been driving for the economy of our country. For these reasons, we reiterate the request to the institutions to refinance incentives for cars in the 61-135 g/km CO2 range and for commercial vehicles, as well as to make them structural up to to 2026 the ecobonus for cars up to 60 g/km CO2. Without forgetting the compartments of freight transport and people for whom it is indifferent the increase of resources for the renewal of the fleets of industrial vehicles and the bus park”.

Pictured, from left, Michele Crisci, Paolo Scudieri and Adolfo De Stefani Cosentino

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