Milano – È l’anno nero dell’automotive. La Lombardia, che della componentistica del settore quattro ruote è la regina, sconta l’insicurezza economica e l’instabilità sociale generate dall’emergenza Covid che hanno portato a un calo dell’immatricolazione di veicoli nuovi del 23,5%, nonostante gli incentivi. Secondo Federmotorizzazione Commercio, il mercato italiano crolla a 1.475.393 unità rispetto al 2019 quando le immatricolazioni furono 1.928.197. Migliorano timidamente i dati solo nei confronti del 2020 (1.394.172 le auto immatricolate): +5,8% tenendo conto che le imprese del comparto sono rimaste chiuse più di un mese e mezzo a causa del lockdown. Ben 427.924 unità ibride ed elettriche, seconde solo alle 437.731 auto alimentate a benzina. Ma la stragrande maggioranza delle ibride vendute in Italia sono utilitarie con elettrificazione modesta. Forte l’incremento percentuale delle auto elettriche – +538% – a fronte però di numeri assoluti bassi: il 4,58% del mercato con 67.542 vetture. L’Ecobonus, ha rappresentato una boccata d’ossigeno, ma le non rilevanti risorse sono state esaurite in breve tempo.
“Quello dell’automotive resta uno stato di crisi inascoltato che mette in pericolo l’occupazione di decine di migliaia di addetti, con molti operatori a rischio di chiusura. All’unisono con le altre componenti associative del comparto automotive – rileva Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione Confcommercio – abbiamo più volte invocato iniziative concrete di pianificazione strutturale degli incentivi per non rimanere sempre il fanalino di coda nell’evoluzione del parco circolante (ancora 10,5 milioni di veicoli ante-Euro 4) con tutto ciò che ne consegue non solo per l’ambiente”.
Il comparto dell’automotive conta globalmente oltre 430.000 addetti, compresi gli agenti, con quasi 126.000 aziende attive: vale circa il 5% del Pil e del gettito fiscale. In Lombardia coinvolge solo nell’industria 160mila lavoratori. E a complicare le cose ora ci si mettono anche l’aumento dei prezzi e il ritardo nelle consegne a causa della scarsità delle materie prime complicata dalla transizione ecologica. “Al Governo – conclude Buongiardino – chiediamo perciò con forza un ‘bagno’ di realismo stanziando incentivi incentrati sulle basse emissioni senza la pregiudiziale della trazione elettrica. Questo fino al consolidamento della tecnologia che parifichi la trazione elettrica a quella endotermica in termini di costi, prestazioni, infrastrutture e disponibilità di energia”.
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