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Autotrasporto e mobilità sostenibile: l’obiettivo è formare autisti con competenze green – La Repubblica

Il settore dell’autotrasporto ha due priorità rispetto alla questione degli autisti: far fronte alla carenza strutturale di queste figure lavorative e avviare un’ampia e diffusa riqualificazione professionale. Quest’ultimo punto, per altro, è condizione indispensabile per il passaggio alla mobilità sostenibile e green. A fronte di ciò, risulta necessario investire in un piano di formazione degli autisti verso le competenze dell’ecodrive, uno stile green che permette una guida sicura, economica, a basso impatto ambientale e basso consumo di carburante. Investimenti che costano, e che – a oggi – rimangono a carico delle aziende del settore.

In Italia i trasportatori sono circa un milione e il 45,8% di loro ha più di 50 anni. Da principio bisogna iniziare ad attrarre i giovani alla professione e favorire così un ricambio generazionale. Tra i giovani trasportatori solo lo 0,4% ha meno di 24 anni e il 18,1% meno di 40 anni. Per formare le nuove generazioni, però, occorre investire nella formazione degli autisti verso le nuove competenze green. La misura dovrebbe prevedere un bonus formazione di 1.000 euro per un costo complessivo di 2 miliardi di euro suddiviso in 4 anni.

“Il passaggio a un’economia a zero emissioni ha bisogno di risorse e investimenti. Come detto dal ministro Roberto Cingolani, la sostenibilità e la difesa dell’ambiente hanno un costo, ed è anche molto alto, perché dobbiamo investire su tecnologie molto impegnative e infrastrutture nuove. Per l’autotrasporto questo costo rischia di generare un processo di mobilità (in)sostenibile – ha spiegato il presidente di ConfMobility, Roberto Verano -. La frammentazione del settore, i problemi strutturali e gestionali mai risolti, come la carenza autisti in primis, l’esposizione finanziaria delle imprese, la concorrenza (sleale) estera, i costi primari come pedaggi e carburante che crescono in maniera costante mentre le tariffe, nella migliore delle ipotesi, rimangono le stesse, sono tratti distintivi del nostro settore. Domani il mercato richiederà aziende con mezzi green, autisti qualificati su competenze ecodrive, capaci organizzate per fare intermodalità e digitalizzate”.

Tuttavia, continua Varano, questi investimenti saranno a carico delle aziende “che vivrebbero in modo insostenibile”. Dunque, “lo Stato deve fare la sua parte e dedicare risorse pubbliche per il sostengo alla transizione dell’intero comparto fatte di migliaia di aziende e di 1 milione di lavoratori. Da qui le nostre proposte come il Green Bonus Formazione. Utilizziamo una parte delle risorse del Pnrr per investire sulla mobilità sostenibile, sulle aziende e sui lavoratori di un settore strategico per l’economia e per la transizione ecologica”, ha concluso il presidente di ConfMobility.

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