Autorizzazioni a costruire, regolamenti urbanistici obsoleti e discutibili, l’apertura dei tanti cantieri edilizi legati ai superincentivi dell’ecobonus e infine …le motoseghe. Un mix micidiale che rischia di trasformare in maniera irreversibile l’aspetto paesaggistico della città di Avezzano: la “città giardino” ricostruita dalle macerie del terremoto del 1915 rischia così di scomparire per sempre.
L’opera di ridimensionamento delle alberature cittadine (iniziata con le amministrazioni Spallone e mai interrottasi fino ad oggi) vede purtroppo una netta accelerazione proprio in questi giorni: con l’aumento dei cantieri in città legati ai superincentivi dell’ecobonus (molti dei quali situati nel centro cittadino) sono spesso le motoseghe ad annunciare l’inizio dei lavori. E così molti platani, tigli ed altre piante che da decenni fanno da ornamento al centro urbano, sono costrette a fare spazio ai nuovi edifici ecosostenibili.
Motoseghe in azione a via Mazzini
E’ il rumore delle motoseghe a disturbare il sonno pomeridiano (la cd “pennichella”) di alcuni abitanti di via Mazzini: venerdì 15 luglio, dopo aver assistito increduli al taglio di due tigli decennali posizionati nei pressi dell’incrocio con via Bagnoli, diversi residenti hanno contattato sdegnati la nostra redazione per segnalare ed avere delucidazioni sull’agognato abbattimento. “Quelle piante stavano lì da piu’ di vent’anni, mi piange il cuore non vederle piu’”, il commento straziante di un abitante del posto: vorremmo rassicurarlo, ma purtroppo non saranno le uniche ad essere abbattute nei prossimi mesi.
Tra non molto, infatti, l’asfalto potrebbe cancellare le tracce degli alberi accasati da tempo in via Diaz e degli ippocastani di via Bagnoli; i proprietari di un appartamento di via Fratelli Rosselli potrebbero decretare la morte di altri due platani decennali perché troppo vicini ai balconi della propria abitazione. Molte potrebbero essere le piante da abbattere per permettere la realizzazione del nuovo complesso residenziale che sorgerà sul terreno della vecchia Standa. E il tutto dovrebbe avvenire nel pieno rispetto delle norme urbanistiche, approvate da vecchi amministratori comunali e mai modificate dai nuovi.
Ma torniamo a via Mazzini.
Ad eseguire il taglio delle piante, avvenuto intorno alle ore 15:00 di venerdì 15 luglio sotto la supervisione di due agenti della polizia locale di Avezzano, sono gli operai della ditta avezzanese DIMAG Srl che in via Mazzini, in corrispondenza dei civici 62-64-66, sta costruendo un nuovo fabbricato plurifamiliare ad uso residenziale. L’immobile è di proprietà dell’avvocato Francesca Novella, ex assessore con delega all’Università, alla Pubblica Istruzione e ai Servizi Sociali nell’ultima Giunta Comunale del defenestrato sindaco Gabriele De Angelis e moglie dell’architetto Giancarlo Cardone, direttore dei lavori in questa ristrutturazione edilizia nonché progettista/direttore dei lavori della nuova fontana di Piazza Risorgimento e del monumento ai caduti del terremoto dell’Aquila posto ai piedi del Salviano.
Autorizzazioni Comunali e Regolamenti Urbanistici
A rilasciare il permesso di inizio lavori è il dirigente arch. Mauro Mariani il 15 aprile scorso il quale, recependo il Verbale della Conferenza dei Servizi redatto e firmato da una Commissione del IV e VI Settore del Comune di Avezzano, convalida il progetto di demolizione e ristrutturazione edilizia presentato al Comune di Avezzano il 28 febbraio 2022 dall’avv. Francesca Novella per la realizzazione di un complesso residenziale bifamiliare.
Tale progetto, redatto dall’Ing. Giancarlo Cardone, prevede anche il taglio dei due tigli decennali e lo spostamento di un lampione per la realizzazione di due passi carrabili contigui su via Mazzini. Secondo quanto affermato nel verbale della conferenza dei servizi, la commissione giudicante ha ritenuto essere un vero è proprio vincolo per la realizzazione del progetto il posizionamento delle due piante che, pertanto, dovevano essere necessariamente abbattute.
Un vincolo, quello del posizionamento delle piante, a cui hanno ricorso altri cittadini anche riguardo a previsioni progettuali di balconi, sporgenze e aggetti, su strade dove sono presenti alberature nei marciapiedi: difatti, in base a quanto stabilito dalla Variante al Regolamento Edilizio del Comune di Avezzano, approvato con Delibera del Consiglio Comunale n° 51 del 02.05.2007, viene riconosciuto ai proprietari che effettuano nuove costruzioni la possibilità di sporgere i balconi quasi a filo con il marciapiede e di rimuovere le piante che impattano o impediscono l’estensione dei balconi stessi.
Gli alberi sono un patrimonio storico ambientale della città da tutelare
La tutela del nostro patrimonio arboreo cittadino dovrebbe essere cura di ogni amministrazione comunale invece, da troppo tempo, si assiste all’abbattimento continuo e pericoloso di tigli, platani ed altri alberi determinato da motivazioni che spesso non hanno alcun collegamento con lo stato di salute delle piante. Niente paura però: la Commisione del Verde, i dirigenti e gli amministratori comunali assicurano che gli alberi abbattuti (in moti casi si tratta di piante decennali alte 4-5 metri e in perfetto stato di salute) saranno sostituiti da altri alberi; piante un po’ piu’ giovani e un po’ piu’ piccole che, forse, tra una ventina di anni potranno raggiungere le dimensioni di quelli precedentemente abbattuti.
In particolare, il Servizio del Verde Pubblico del Comune di Avezzano ha stabilito che i due tigli “moto-segati” a via Mazzini verranno sostituiti da tre alberi della stessa specie ricollocati in aiuole ubicate all’inizio di via Fontana, in corrispondenza dell’attraversamento pedonale, che ospitavano in precedenza altre piante abbattute:
“gli alberi – specificano i dirigenti nell’atto di permesso a costruire – dovranno avere un diametro di 10-15 cm, misurato a 100-130 cm dal livello del terreno e un impianto di innaffiamento alle radici che garantisca cura e innaffiamento per almeno tre stagioni”.
Le decisioni dei dirigenti rimandano all’art. 9 del Regolamento Comunale per la Gestione del Patrimonio Arboreo, deliberato il 6 ottobre 1997, nel quale si decreta si decreta che:
“ove per fondate ragioni di carattere economico, ambientale, ecc. non possa procedersi allo spostamento delle alberature e debba necessariamente eseguirsi il taglio degli alberi” il Comune è obbligato “a prevedere nei progetti la messa a dimora di un numero di piante doppio di quelle da abbattere, di specie autoctone, in luoghi come sopra determinati”.
Il regolamento tende però a specificare come l’abbattimento di alberi sia da ritenere in via generale “una operazione del tutto eccezionale ai fini della tutela e conservazione del patrimonio arboreo”, puntualizzando come:
“tutti gli alberi presenti sul territorio comunale costituiscono, quali risorse straordinarie, il patrimonio storico-ambientale della città e come tali devono essere tutelate”.
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