SALENTO – Salvatore ha un’impresa edile, Marco è consulente commerciale di una società che si occupa di infissi, Giovanni opera nel settore dell’efficienza energetica. Ad accomunare questi tre imprenditori salentini c’è la sfida del Superbonus, che hanno deciso di cogliere in piena pandemia. E che oggi, con effetto boomergang, gli si ritorce contro.
Il bonus, di fatto, è stato sì prorogato, ma a delle condizioni che definiscono lontane dalla realtà, con tempi strettissimi per eseguire i lavori, con gli immobili non condominiali in parte tagliati fuori, con cassetti fiscali bloccati e liquidità prosciugata. A questo si aggiunge l’incognita della cessione del credito, il caro bollette e materie prime, il conseguente ritardo nelle forniture e il malcontento dei clienti, che pure ne vanno di mezzo.
Eppure, come tantissimi altri imprenditori del settore, per cogliere l’occasione ce l’hanno messa tutta. Ad oggi, invece, si ritrovano senza soldi e, di conseguenza, senza la possibilità di programmazione a medio-lungo termine dei lavori. Ma bisognerà pur continuare a lavorare…
La domanda che oggi rivolgono alle istituzioni è chiara: come si intende “prevenire” un’ormai imminente paralisi del settore? Primo suggerimento: non appellarsi a quel 3% di truffe riscontrate, per giustificare regole più stringenti e penalizzanti per il estante 97% degli operatori del settore. Secondo passaggio: non parlare soltanto di costi che gravano sullo Stato, fingendo di dimenticare il gadagno che invece ne deriva, in primis, in termini di efficientamento energetico, minor consumo di suolo (effetto delle ristrutturazioni favorite alle edificazioni ex novo), senza considerare poi gli introiti provevienti dal boom delle sanatorie che la gran parte dei fruitori del bonus hanno fatto, sperando di poterne godere. L’appello è accorato: il bonus è da ripensare.
E.Fio
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Source: trnews.it
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