Eppure i numeri annunciavano il miracolo della ripresa, dopo i due anni di pandemia e l’impoverimento complessivo di aziende e famiglie: in Basilicata, al 30 aprile 2022, gli edifici interessati ai lavori finanziati con bonus erano 1.633 per un totale di 460 milioni di euro di investimenti. Cosa è successo in pochi mesi tanto da spingere sindacati e organizzazioni di categoria a ribaltare il giudizio, da grande miracolo a grande flop?
I fondi che il governo ha destinato al Superbonus 110% sono già finiti. Tutti. Anche quelli che dovrebbero coprire il piano fino al 2036. Il valore totale delle detrazioni a carico dello Stato ha splafonato i 33 miliardi di euro destinati al Superbonus. E c’è inoltre un paradosso: i fondi sono finiti, eppure la possibilità di accedere agli aiuti del governo è ancora aperta.
Di fatto in Basilicata, come nel resto d’Italia, i cantieri sono fermi. «Per i cittadini e le aziende oramai il bonus è diventato un vero e proprio calvario fatto da attese, ritardi, aumenti, anche con preventivi già fatti. Il pericolo di contenziosi per i prezzi che lievitano. Se le aziende sono in pericolo, chi ha deciso di fare i lavori in casa è costretto a ridimensionare le richieste o a completarle di tasca propria»: l’ultimo grido d’allarme lo lancia Pino Giordano dell’Ugl Matera. Le aziende tra l’altro si trovano obbligate a ritrattare preventivi perché non sono più attuali anche a distanza di pochi mesi, complice il prezzo delle materie prime schizzato alle stelle dopo l’esplosione del conflitto russo-ucraino.
Il tentativo di far ripartire l’edilizia, uno dei tasselli fondamentali dell’economia locale e nazionale, va lentamente, inesorabilmente arenandosi. «Siamo davanti a un possibile crack – incalza Giordano -. Si rischia che i lavori non vengano terminati, che i materiali ordinati non arrivino nei tempi prestabiliti. E non solo. Ci saranno contenziosi legali perché se non sono conclusi i lavori a scadenza dell’agevolazione, viene meno il contributo da parte dello Stato. E chi paga? Un vero dramma nel dramma: a ciò si deve aggiungere che se le piccole imprese non potranno incassare i crediti fiscali per lavori incentivati dai bonus edilizia si perderanno complessivamente tra i 1500 posti di lavoro in Basilicata».
Nei giorni scorsi l’allarme era arrivato da Confartigianato; «Se le piccole imprese non potranno incassare i crediti fiscali per lavori incentivati dai bonus edilizia, si perderanno complessivamente 47mila posti di lavoro, di cui tra i 1000 e i 1200 in Basilicata». Questo l’altro grande problema: il blocco del sistema della cessione dei crediti, non gestibili sul mercato bancario a causa delle numerose e ripetute modifiche normative. Un tema che si riverbera non solo sulle aziende perché in molti condomini sono stati approvati progetti esecutivi costosi con spese sostenute dagli inquilini, e intanto le ditte non riescono più a fare sconto in fattura perché il credito è stato bloccato»,
L’Ance (i costruttori edili) di Basilicata conferma che «se non si risolve in fretta la questione della cessione del credito legata al Superbonus 110%, il settore potrebbe subire contraccolpi tali da vanificare la prodigiosa ripresa».
Source: lagazzettadelmezzogiorno.it
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.
I commenti su questo articolo non dovranno contenere quesiti di natura tecnica.