TORINO – Il decreto caro bollette è arrivato, ma non sono mancate le sforbiciate a qualche capitolo di spesa importante, dal bonus per le famiglie più povere al fondo automotive. Rispetto agli annunci fatti gli stanziamenti, sono stati ribassati.
In particolare si contano 100 milioni in meno per il rafforzamento del bonus sociale elettrico e gas: dovevano essere 500 milioni per il secondo trimestre del 2022, ma saranno solo 400. Soldi che sarebbero dovuti servire a calmierare gli aumenti per le famiglie più deboli. E i parlamentari di Europa Verde chiedono di modificare e integrare.
Sul fronte auto mancano all’appello 100 milioni sull’anno 2022. Nel Consiglio dei ministri del 18 febbraio si erano indicati per l’anno in corso 800 milioni. Poi un miliardo all’anno fino al 2030 per alimentare il fondo automotive. Uno strumento che servirà a sostenere sia gli incentivi all’acquisto delle vetture sia le politiche industriali.
Il rischio è che i soldi non bastino nemmeno per gli incentivi. Nel 2021, considerando anche gli avanzi degli anni precedenti, il governo ha speso per ecobonus e bonus auto più di 1 miliardo, secondo i calcoli fatti da Centro Studi Promotor di Bologna. Ora con meno risorse si dovrebbe sostenere anche la transizione ecologica delle imprese. Il viceministro allo Sviluppo Economico, Gilberto Pichetto Fratin, ipotizza che “gran parte delle risorse per il 2022 andranno agli incentivi per l’acquisto”.
Non solo veicoli elettrici e ibridi, ma con motori tradizionali a basse emissioni. “Poi fino al 2030 il mix tra incentivi e sostegno del mercato e politiche industriali cambierà a favore dell’accompagnamento delle imprese dell’indotto auto”, sostiene Pichetto che difende un provvedimento che mette sul piatto, oltre a 8,7 miliardi per il fondo auto, anche più di 4 miliardi, sempre al 2030, per sostenere il settore dei microchip. Un modo per avere argomenti per chiudere la trattativa con Intel e portare in Italia un pezzo della produzione europea della multinazionale statunitense.
Il ministero guidato da Giancarlo Giorgetti avrebbe voluto più risorse, fin da subito, superando le resistenze del Mef, guidato da Daniele Franco. Pichetto, già per la legge di Bilancio, aveva chiesto un miliardo che non è arrivato. Oggi primo incontro tra i ministri per mettere a punto la misura incentivi che ricalcherà quella del 2021: fino a 6 mila per le auto totalmente elettriche “Fosse per me sarebbe già pronto”, ha detto il ministro Giancarlo Giorgetti sottolineando la necessità di fare in fretta.
Il ritorno dei bonus auto – c’è tempo trenta giorni per varare il provvedimento – darà fiato a un mercato che è tornato ai livelli degli anni ’60, ma sindacati e imprenditori si aspettano subito interventi a sostegno della transizione e più risorse: “Gli incentivi sono necessari – sottolineava il presidente di Federmeccanica, Federico Visentin, pochi giorni fa all’assemblea auto della Fiom a Torino – ma come intervento di emergenza. Dobbiamo evitare è che una volta stanziata la cifra, che non sappiamo in che misura vada agli incentivi e in che misura sul resto, si possa in qualche maniera considerare finito il gioco. Abbiamo bisogno di interventi maggiori, strutturali e coerenti”.
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