Ore decisive per sapere che fine farà il Superbonus del 110%: il consiglio dei ministri dovrà, o meno, decidere sulla proroga. Il vertice di ieri tra il premier Draghi ed i ministri interessati non ha ancora sciolto le riserve.
Cosa vuole la politica
“Ho presentato quale prima firmataria – afferma la deputata di Forza Italia, Erica Mazzetti – insieme ad altri colleghi del gruppo Forza Italia, una risoluzione volta a ufficializzare la proroga del Superbonus al 110% almeno fino al 2023, facendo seguito al parere favorevole a un mio odg approvato al Milleproroghe. Gli operatori del settore devono avere certezze e non aspettare la legge di bilancio, troppo a ridosso con l’attuale scadenza, insieme ad altre richieste importanti sempre inerenti in mondo dell’edilizia e delle costruzioni in Italia. Come Forza Italia, infatti, abbiamo già ripetuto in più occasioni come questo provvedimento sia un’ottima intuizione, ma va però subito potenziato e semplificato”. Pareri favorevoli anche dal Pd e dal M5S ma il ministro dell’Economia, Daniele Franco, resiste alle tentazioni perché la reputa una misura molto costosa che favorisce i redditi alti.
Confindustria: “Sarebbe un errore non prorogarlo”
Nonostante le tensioni, il Piano dovrebbe comunque ricevere il via libera. Critiche per la poca chiarezza anche da Confindustra. “Dalle indiscrezioni che circolano sul Pnrr, sembra che da parte del Governo non ci sia la volontà di prorogare la misura del Superbonus 110% fino a dicembre 2023. Sarebbe un gravissimo errore perchè danneggerebbe il settore delle costruzioni, che è volano dell’economia ed è ad alta intensità di occupazione. La proroga è necessaria, tanto più che il Superbonus è partito in ritardo viste le complessità amministrative“, ha affermato Emanuele Orsini, vicepresidente di Confindustria per il credito, la finanza e il fisco. Come riporta il Corriere, il Superbonus scadrà il 30 giugno 2022 (il 31 dicembre 2022 solo per i condomini che abbiano concluso a giugno il 60% dei lavori), con la possibilità, concessa soltanto agli ex Iacp (case popolari) di arrivare al 30 giugno 2023.
Dubbi anche sul cashback
Se la bozza del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) discussa ieri nel vertice con Draghi si mantiene sul vago sulla proroga del Superbonus, una fetta dei 30 miliardi del fondo extra, (8,25 miliardi), sono già previsti per finanziare il Superbonus al 110% per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici. Lo prevede la bozza del Recovery plan che approderà nelle prossime ore al Consiglio dei Ministri. Altro terreno di scontro riguarda il piano cashback, la riforma che ha previsto la restituzione del 10% fino a un massimo di 150 euro ogni sei mesi, delle somme per acquisti con carta di credito o bancomat, ma anche la lotteria degli scontrini. Il governo Draghi non ne parla più ed è per questo motivo che serpeggia l’ipotesi che l’attuale esecutivo voglia far cadere la misura, al momento prevista fino al 30 giugno 2022.
“Si rileva l’esigenza di una loro migliore finalizzazione e articolazione, essendo necessario comunque evitare la dispersione di risorse con l’incentivazione di operazioni in settori ove non si registrano significativi fenomeni di omessa contabilizzazione dei corrispettivi o nei quali il pagamento mediante carte di debito o di credito è da tempo invalso nell’uso“: è il monito lanciato dalla Corte dei Conti nella memoria sul Documento di economia e finanza depositata nelle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato. Al contrario, secondo la magistratura contabile, “le incentivazioni dei pagamenti elettronici andrebbero concentrate relativamente agli acquisti di beni e servizi di modico valore o per i quali sono più probabili fenomeni di occultamento. Indipendentemente da ciò, si rileva come l’attuale sistema di tracciamento dei corrispettivi, basato sui due distinti canali del registratore telematico e del pagamento tramite Pos, risulti macchinoso e suscettibile di disallineamenti”.
Insomma, la confusione è tanta così come le voci, ognuno dice la sua e nel governo è in corso una valutazione: sembra certo che si andrà incontro a correzioni (potrebbe essere eliminato il super cashback di 1.500 euro o potrebbero essere adottati accorgimenti per evitare i micropagamenti) mentre è in discussione la sua eventuale proroga. Non si è infatti osservato un forte aumento dei pagamenti elettronici nei piccoli esercizi laddove si puntava a contrastare maggiormente l’evasione fiscale.
Source: ilgiornale.it
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.