Bonus 110% a rilento in Sardegna: troppi ostacoli per i condomini
Il presidente di Confartigianato Edilizia, Meloni: “Frenati da burocrazia e norme contorte”
In Sardegna il Super Ecobonus 110% vale 56milioni di euro di detrazioni, frutto delle 451 le pratiche approvate, quindi risultate in regola con i documenti e le asseverazioni. Nei primi 9 mesi di vita del bonus, nell’Isola il 9,5% degli interventi è relativo ai condomini, il 37,5% alle unità immobiliari indipendenti e ben il 52,8% agli edifici unifamiliari (come le ville), per un valore medio a intervento di 124.563 euro, non molto distante dai 126mila della media nazionale.
Sono questi i numeri dell’analisi realizzata dall’Ufficio studi di Confartigianato Imprese Sardegna, sulle “Statistiche del Super Ecobonus 110% in Sardegna”, in base ai dati rilevati fino al 17 maggio dall’ENEA e dal Ministero dello Sviluppo Economico, e recentemente presentati alla Camera.
Un dossier realizzato dallo stesso ufficio sull’età e lo stato di 512.310 edifici nell’Isola (case unifamiliari, ville, villette, case a schiera, palazzine, condomini anche con attività economiche al piano strada) aveva segnalato che 322.515 unità sono state edificate prima del 1981 e solo 189.795 nei 40 anni successivi.
Dall’indagine risultò che il 17% degli immobili presi in considerazione (87.262 edifici) versava in pessime o cattive condizioni, ponendo l’isola al 6° posto in Italia tra le regioni con un patrimonio immobiliare vetusto. Classifica che al non invidiabile primo posto vedeva la Calabria con una situazione mediocre-pessima per il 26,8% delle case, mentre la media nazionale è del 16,8%. Dall’altra parte ben 425.044 risultarono in condizioni “non critiche”.
In Sardegna le case più vecchie e malandate si trovavano a Sassari (il 19% in condizioni pessime o mediocri); seguiva l’Ogliastra con il 18,1%, Oristano con 17,9%, Medio Campidano con il 17,8%, Cagliari con il 16,8%, Carbonia-Iglesias con il 16,5%. Le più nuove a Olbia-Tempio, con una percentuale di anzianità solo del 13,9%.
In tutta Italia le pratiche del Super Ecobonus 110% approvate sono 14.450 (risultate valide perché con documenti ed asseverazioni in regola), per un ammontare totale di un miliardo e 823 milioni di euro. Tra le regioni che più stanno sfruttando questa opportunità, in testa la Lombardia con 260 milioni e 1.905 interventi, seguita dal Veneto con 1.873 interventi e 197 milioni, e il Lazio con 1.381 interventi per 161 milioni.
“I dati della Sardegna sono in crescita e, ovviamente, interessanti, ma non possiamo dirci totalmente soddisfatti perché se analizziamo i numeri nel dettaglio scopriamo che poco più del 9% delle domande arriva dai condomini, ovvero i beneficiari per cui il bonus 110% era stato pensato”, commenta Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna. “Se non verrà dato tempo ai condomini di avviare i cantieri avremo perso l’occasione per riqualificare e mettere in sicurezza migliaia di edifici. Tutto ciò porta a una media per intervento, 124mila euro, che possiamo considerare molto bassa. Ricordiamo poi che in un condominio occorrono ben 36 atti, tra la prima riunione fino al documento di VIA con il quale si apre il cantiere: tutto questo ci pare un accanimento burocratico”.
Dall’analisi di Confartigianato, emerge anche come in questi primi 9 mesi di attività del 110%, l’Agenzia delle Entrate abbia dovuto fornire 6.500 chiarimenti su tutto il territorio nazionale. “Un segnale inequivocabile dei dubbi e delle troppe incertezze che gravano sul futuro del superbonus”, continua Meloni. “Così si rischia di scoraggiare gli investimenti delle imprese e dei cittadini e non si concretizzano gli obiettivi di transizione ecologica”.
Secondo le imprese artigiane, abusi edilizi, verifica di conformità e fondo speciale sono le tre più grandi problematiche che rallentano l’accesso al superbonus per i condomini. Per quanto riguarda la prima, l’articolo 49 è sempre esistito, ma la necessità per il tecnico di asseverare lo stato legittimo delle parti comuni per poter richiedere il titolo edilizio, e la consapevolezza che nel caso di controlli non si rischia il 50% di una piccola spesa, ma il 110% di un intervento quasi sempre da centinaia di migliaia di euro, sono ovviamente un freno.
Per la seconda, la pandemia ha trasformato l’accesso agli atti necessaria per i documenti che servono per verificare la presenza di eventuali abusi edilizi una vera e propria missione impossibile. La terza questione, sottovalutata, riguarda l’obbligo previsto (e mai derogato da alcuna norma) dall’art. 1135, comma 4 del Codice civile che obbliga il condominio a costituire un fondo speciale di importo pari all’ammontare dei lavori. Fondo che può essere costituito anche in funzione di un progressivo stato di avanzamento.
“In questa fase così delicata della nostra economia”, sottolinea Meloni, ” è essenziale che il Governo approfitti del Decreto semplificazioni per una profonda opera di sburocratizzazione che consenta allo strumento di esprimere il suo potenziale, ora fiaccato dall’eccessivo fardello burocratico, e per fornire certezze agli imprenditori e ai cittadini sul suo prolungamento almeno sino a fine 2023. Consentendo a tutti di programmare gli interventi previsti dall’incentivo”.
“In caso contrario”, rimarca il presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna, “avremo sprecato l’ennesima occasione per trasformare gli annunci in azioni concrete e per garantire l’operatività di una misura che la Commissione europea ha indicato tra le più efficaci per rilanciare lo sviluppo”.
Per Meloni, è proprio l’incertezza a far male al mercato delle costruzioni: “La politica a singhiozzo è deleteria perché senza certezze di poter completare le opere entro giugno 2023, chi deve decidere se dare avvio ai lavori non lo farà, provocando lo stop improvviso delle attività delle imprese. Le difficoltà burocratiche che si stanno incontrando dimostrano quanto la riforma e la digitalizzazione della Pubblica amministrazione siano la chiave di volta anche per la transizione ecologica che attende il nostro Paese. Si faccia tesoro di quanto sta avvenendo per il superbonus per rendere più agevoli i processi di trasformazione futuri”.
“Le nostre chance di ripresa nei prossimi anni”, conclude Giacomo Meloni, “dipenderanno in gran parte anche dagli interventi sul nostro patrimonio immobiliare e quindi dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), documento varato il 26 aprile e già ricevuto dalla Commissione europea”.
Giovedì, 27 maggio 2021
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