Abitazioni funzionalmente indipendenti
Ulteriore intervento di precisazione rispetto al dettato dell’articolo 119 del Decreto Rilancio riguarda il concetto – che tante polemiche e incertezze ha già sollevato in questi primi sette mesi di applicazione – di unità abitativa “funzionalmente indipendente”. Il testo dell ’emendamento precisa che una unità immobiliare potrà ritenersi tale se dotata di almeno tre delle seguenti installazioni o manufatti di proprietà esclusiva: impianto per l’approvvigionamento idrico, per il gas, per l’energia elettrica, impianto di climatizzazione invernale.
Un altro punto di perplessità e che ora l’emendamento ptorebbe avere risolto riguardala definizione di edifici plurifamiliari con unico proprietario: l’emendamento approvato estende il superbonus del 110% anche gli edifici composti da due a quattro unità immobiliari anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche.
Queste sono le principali novità alla fine del braccio di ferro tutto politico e dentro il governo e che per ora si è concluso con un primo doppio risultato: una proroga fino al 31 dicembre 2022 del superbonus 110% nelle modalità che abbiamo appena visto per interventi di riqualificazione di edifici, condomini e abitazioni. E, secondo risultato, conferma del bonus mobili, legato sempre a intervento di ristrutturazioni, il cui tetto di spesa si alza fino a 16mila euro.
Ma fra le proposte avanzate – ma non ancora formalizzate in un emendamento scritto – anche quella di rendere strutturali la cessione del credito e lo sconto in fattura, oltre a quelle di semplificare le procedure e allungare i tempi si vita del 110%. Anche queste tre proposte sono indicate come passaggi chiave per sbloccare e far decollare il superbonus in particolare nella sua parte di «applicazione delle misure fiscali per la riqualificazione energetica e sismica».
Un bicchiere mezzo pieno quindi per la maxi detrazione del 110%, dato che tutte le categorie, dai costruttori ai professionisti coinvolti, avevano chiesto un proroga di almeno altri due anni, fino alla fine del 2023. In realtà il compromesso trovato in commissione Bilancio, per il superbonus del 110%, prevede sei mesi in più rispetto alla scadenza del 2021, e cioè fino a giugno 2022, con la possibilità di scontare nuove spese fino alla fine dell’anno per chi è già avanti con i lavori. Una proroga contenuta, è stato spiegato, per ragioni di carattere economico, con la possibilità di inserire un’ulteriore proroga in un provvedimento successivo. Ogni anno di proroga costerebbe alle casse dello Stato tra i 7,5 e i 9 miliardi di euro.
La copertura verrebbe trovata ricorrendo per 5-6 miliardi alle risorse del Recovery fund e solo la differenza verrebbe finanziata con altro debito pubblico. La mediazione resta comunque ancora corso, a poche ore dall’approdo in Aula alla Camera della manovra, e a poco più di dieci giorni dalla fine dell’anno.
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