Malgrado la bocciatura resta comunque ancora accesa la speranza di un possibile lieto fine per la proroga al 31 dicembre 2023. Se non altro per le rassicurazioni fornite dallo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi: “Il governo si impegna a inserire nel disegno di legge di Bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021, con riguardo agli effetti finanziari, alla natura degli interventi realizzati, al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico e sicurezza degli edifici”.
A questo punto per il Superbonus 110% c’è la possibilità di vedere la proroga al 2023, ma solo se inserita nella prossima legge di Bilancio per il 2022. E naturalmente ancora da chiarire se questo allungamento di altri dodici mesi comporterà anche il recupero dell’ampliamento delle aree di intervento. Questo perché, insieme, alla proroga è stata stralciata ieri decreto Sostegni anche la possibilità di estendere il bonus agli studi professionali, agli alberghi, ai capannoni e agli edifici privi di impianto di riscaldamento.
Confermata invece una delle novità, la partecipazione dell’IVA non detraibile al tetto spesa. Una differenza che tuttavia risulterà pressoché irrilevante per i privati, ma che andrà a influire unicamente sulle Partite Iva.
A consolazione e come ultima spiaggia, ora si aspetta il decreto Semplificazioni: è in questo testo, annunciato come la sede in cui introdurre le norme per eliminare numerose delle complicazioni amministrative e burocratiche che stanno intralciando il percorso del bonus 110%, sono destinate anche le modifiche per limitare le asseverazioni e l’avvio dei lavori con edifici in attesa di sanatoria. Tutte ipotesi, comunque, che ora vedono come nuova possibile e forse ultima via quella dei decreti Semplificazioni che accompagneranno il Pnrr e che dovrebbero essere approvati entrio la fine dell’anno.
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