La crisi prodotta dalla pandemia ha senza dubbio procurato molti disagi ai cittadini italiani e alle imprese. Per questo motivo i due governi che si sono succeduti, e che hanno dovuto trovare il modo di fronteggiare il crollo dell’economia e la diffusione del virus, hanno cercato di alleviare le sofferenze ricorrendo a imponenti iniezioni di liquidità nell’economia reale.
Si spiega così il ricorso ai molti bonus che sono stati concessi, allo scopo di limitare i disagi economici e traghettare il paese fuori dalla crisi. Uno di questi è il cosiddetto Bonus Verde. Uno strumento non nuovo, ma prorogato e affiancato agli altri per provare a risollevare le sorti del paese, e al tempo stesso promuovere la diffusione delle aree verdi.
Non è un mistero, infatti, che la spinta alla ripresa si ispirerà per i prossimi anni nel solco di quell’ambizioso progetto inaugurato dalla Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen: il Green New Deal europeo. Questo programma mira così ad avviare un piano di riforme, che siano al tempo stesso economiche e sociali, che dovrebbero dar vita ad un’Europa i cui processi produttivi e la cui vita quotidiana siano attenti ai problemi del cambiamento climatico.
In Italia, questo programma si tradurrà nell’ormai noto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Di cui una buona fetta sarà finanziata proprio dall’Unione Europea con ben 209 miliardi di euro tra contributi a fondo perduto e prestiti a tassi estremamente agevolati.
Questo potrebbe far pensare che il Bonus Verde possa essere rinnovato per un altro anno e forse più, proprio in ragione della sua capacità di promuovere la diffusione del verde cittadino. La realtà, però, è che non ci sono ancora vere notizie in merito.
Nell’articolo che segue spiegheremo del dettaglio in che cosa consiste il Bonus Verde, quali sono le sue caratteristiche, i requisiti per ottenerlo e le sue modalità di funzionamento. E infine proveremo a capire cosa ci si deve aspettare dal Governo Draghi in merito al rinnovo di questa iniziativa.
Bonus Senza ISEE: he cos’è il Bonus Verde?
Quando si parla di Bonus Verde si intende una specifica forma di indennità, la quale viene concessa agli inquilini o ai proprietari di un immobile che intendano avviare lavori di realizzazione o rinnovamento delle aree verdi presso la propria abitazione. Il Bonus Verde provvede infatti a rimborsare una parte delle spese sostenute per questi interventi, purché essi siano effettuati secondo determinati criteri.
Occorre, infatti, che gli interventi siano finalizzati alla realizzazione ex novo di aree verdi, o in alternativa ad una manutenzione di carattere straordinario che presenti degli aspetti di innovazione dell’area in questione. È insomma possibile creare dei giardini, dotati dei rispettivi impianti di irrigazione, o rinnovare quelli già esistenti.
Il Bonus Verde, tra le altre cose, non rimborsa solamente una parte del costo degli interventi necessari alla realizzazione o al rinnovamento delle aree verdi, ma anche i costi relativi alla progettazione degli stessi.
Ciò per cui, invece, non si prevedono rimborsi, sono gli interventi di manutenzione ordinaria. Ossia quelli che non implicano una effettiva modifica con aspetti innovativi nell’area.
Qualora l’intervento sia effettivamente riconducibile tra quelli previsti per l’erogazione del Bonus Verde, il soggetto titolare dell’intervento (vedremo con precisione di chi si tratta) può beneficiare di una detrazione di importo pari al 36% dei costi. Tali costi, però, possono essere detratti solo fino a un importo di 5 mila euro. Vale a dire che il rimborso delle spese che il contribuente potrà ottenere non può superare i 1800 euro.
Bonus senza ISEE: come funziona il Bonus Verde?
Il Bonus Verde non si differenzia, nelle sue modalità di erogazione, da molti altri incentivi predisposti dallo Stato in ordine alla ristrutturazione degli immobili. Esso, infatti, tanto quanto il Superbonus 110%, o il Bonus Facciate, offre un rimborso delle spese sostenute mediante detrazione fiscale.
Ciò significa che il contribuente, una volta realizzati i lavori e ricevute le fatture dalle imprese che se ne sono occupate, in sede di dichiarazione dei redditi comunica i costi dell’attività all’Agenzia delle Entrate. La quale provvederà ad applicare uno sconto alle imposte che il contribuente deve corrispondere in ragione dei redditi percepiti l’anno precedente.
La detrazione per il Bonus Verde, però non rimborsa immediatamente tutte le spese sostenute. Il risarcimento si dovrà infatti suddividere in dieci rate di uguale importo, che corrisponderanno ad altrettanti sconti sul versamento delle imposte annuali. In particolare, sull’Irpef.
Bonus senza ISEE: chi può richiedere il Bonus Verde?
Diciamo innanzitutto che per potersi avvalere del Bonus Verde è essenziale che il contribuente sia anche il proprietario dell’immobile, o in alternativa ne sia il fruitore in ragione di un regolare contratto di locazione (cioè di affitto). Ciò detto, sia le persone fisiche (cioè i privati) sia le imprese possono accedere a questa indennità.
Ma non solo. Perché anche i condomini sono abilitati ad intervenire sul verde collocato nelle aree comuni e possono legittimamente richiedere il Bonus Verde. Così come gli enti pubblici che versano l’Ires e gli IACP (ossia gli Istituti Autonomi di Case Popolari).
Una precisazione va fatta per quanto riguarda i lavori di rinnovamento o realizzazione di aree verdi nelle aree comuni degli spazi condominiali. Perché in questo caso il limite di spesa di 5 mila euro rimborsabile va ad applicarsi non all’intervento, ma a ognuno degli inquilini delle unità abitative che compongono il condominio e che partecipano alle spese. Questo significa dunque che se dieci inquilini contribuiscono in egual misura alle spese, il limite sale a 50 mila euro e il rimborso che potranno ricevere a 18 mila euro. I quali andranno ovviamente ripartiti tra di essi in misura pari all’importo da ognuno investito. E comunque mai per oltre 1800 euro a testa.
La normativa che regola il Bonus verde regola, inoltre, anche il caso in cui l’immobile del titolare dell’intervento sia soggetto a passaggio di proprietà durante il decennio in cui viene applicata la detrazione sulle imposte. In questo caso, infatti, salvo diversi accordi tra il vecchio inquilino e il nuovo, la detrazione sarà applicata al nuovo proprietario. Il quale, di fatto, verrà risarcito per spese che non ha contribuito a sostenere direttamente.
Bonus senza ISEE: su quali interventi si applica il Bonus Verde?
Il Bonus Verde, come detto, rimborsa tutti quegli interventi finalizzati alla realizzazione o ad una manutenzione con aspetti di innovazione delle aree verdi degli immobili adibiti ad unità abitativa.
In particolare, possono essere rimborsati interventi che prevedano l’installazione di impianti per l’irrigazione e di pozzi. Allo stesso modo, le attività finalizzate alla installazione di alberi, arbusti o piante, possono essere soggette alla detrazione del 36%.
Naturalmente, anche tutte le spese legate ad attività di riconversione, rinnovamento, riqualificazione di tappeti erbosi rientrano tra quelle che il Bonus Verde può risarcire. Purché, è bene precisarlo, tali campi o aree non vengano utilizzate per l’esercizio di attività sportive.
Anche attività più particolari, come la realizzazione di giardini pensili, sono incluse tra quelle le cui spese sono rimborsabili. Così come gli interventi di restauro di aree verdi, giardini e parchi che rivestono un particolare interesse dal punto di vista storico e artistico.
Bonus senza ISEE: su quali interventi non si applica il Bonus Verde?
Come abbiamo detto, affinché possa essere applicato il Bonus Verde, e conseguentemente rimborsate le spese, l’intervento deve essere finalizzato a una innovazione dell’area in questione.
Da ciò risulta il fatto, di per sé evidente, che nessun rimborso è previsto per l’acquisto di attrezzatura per la manutenzione ordinaria (utensili, decespugliatori, tagliaerba, rastrelli, palee, roncole, vanghe, seghe a motore e così via). Né gli interventi stessi relativi alla manutenzione ordinaria sono detraibili (ad esempio l’eliminazione di erbe infestanti, la potatura leggera, la pulizia con rimozione di foglie e rami caduti).
La documentazione necessaria per ottenere il Bonus Verde
Il Bonus Verde può essere applicato in sede di dichiarazione dei redditi e dà diritto a una detrazione del 36% delle spese sostenute soltanto previa presentazione della documentazione che testimoni la realizzazione dei lavori.
Al fine di discriminare tra gli interventi detraibili e quelli non detraibili è dunque necessario che la presentazione delle ricevute di pagamento permettano l’identificazione precisa dell’intervento effettuato. E, poiché esso deve essere riconducibile a colui che ne ha sostenuto i costi e che è titolare (proprietario o locatario) dell’immobile, è necessario che sulle ricevute sia presente il codice fiscale del cliente.
È bene inoltre dichiarare in un documento l’ammontare complessivo delle spese sostenute, dimostrando che esso non è superiore a 5 mila euro.
Documentazione ulteriore è necessaria qualora l’intervento si sia realizzato presso le aree condominiali comuni. In questo caso, infatti, l’amministratore di detto condominio dovrà documentare l’entità dei costi sostenuti collettivamente per l’intervento e la ripartizione di essi tra gli inquilini delle singole unità abitative.
Cosa succederà al Bonus Verde a partire dal 2022?
Il Bonus Verde, così come stabilito dalla Legge di Bilancio approvata lo scorso autunno, sarà in vigore fino al 31 dicembre 2021. Se non vi saranno ulteriori provvedimenti di proroga questo sarà il termine ultimo per poterne usufruire.
E tuttavia, non è scontato che il Governo decida di privare i cittadini di tale strumento. Come detto già nell’introduzione di questo articolo, la finalità del Bonus Verde ben si sposta con quella del più ampio progetto di un Green New Deal europeo. Il quale, tra le altre cose, promette di finanziare la ripresa del Vecchio Continente con ben 800 miliardi di euro.
Di ciò la Commissione Europea e il Governo Italiano potrebbero tener conto nel momento in cui si deciderà di stanziare i fondi per una eventuale proroga del Bonus Verde. A questo punto mancano davvero pochi mesi. Staremo a vedere.
Copywriter e collaboratore giornalistico, classe 1987.
Ho una laurea in filosofia conseguita presso l’Università degli Studi di Torino. Ho studiato a lungo il processo di integrazione europea e i meccanismi di integrazione delle società complesse, fissando il risultato delle mie ricerche in due distinte pubblicazioni: “Il processo di integrazione europea” e “Razionalizzazione della solidarietà”. Mi interesso dell’attualità politica, di economia, storia e teoria della comunicazione. Quando non scrivo, o faccio ricerca, svolgo attività di consulenza per le aziende, curandone tutti gli aspetti della comunicazione, interna ed esterna.
Il mio motto è? “I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo”.
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