MILANO – È partita formalmente alle 9 di martedì mattina, 3 novembre, la corsa all’utilizzo del portale www.buonomobilita.it per richiedere il rimborso sugli acquisti di bici, monopattini e altri mezzi dolci (o condivisi) effettuati dal 4 maggio in avanti. E si è subito trasformata in un percorso a ostacoli. Prevede un rimborso pari al 60% del prezzo d’acquisto entro un limite di 500 euro. O, per chi non avesse ancora effettuato lo shopping, la possibilità di ricevere un voucher che consentirà di ricevere lo sconto direttamente dai negozianti aderenti, che a loro volta si faranno rimborsare dal ministero.
Bonus bici, la prova sul ‘campo’
Fin dal primo test di Repubblica, allo scadere dell'”ora X”, emergono i sintomi del boom di accessi, con i classici problemi nell’avanzare lungo la procedura: la pagina fatica a caricarsi e poi funziona a intermittenza. Dopo qualche tentativo, compaiono alcune prime domande (“Sei in possesso di credenziali SPID? Qual è il tuo comune di residenza?”, un avviso sul fatto di tenere a portata di mano fattura d’acquisto, partita Iva del venditore e proprio Iban per il rimborso).
Altri tentativi a vuoto, poi il sistema si aggiorna con un messaggio che indica la creazione di una ‘sala d’attesà per accedere al sito, e avvisa che ci saranno 20 minuti a disposizione per espletare la procedura una volta ottenuto il via libera. Qui già si crea una frattura tra quel che segnalano gli utenti: alcuni vedono fin da subito l’indicazione di quante persone sono in coda davanti a loro, altri no. Il primo dubbio è quindi se riaggiornare la procedura, col rischio di perdere la priorità.
A metà mattina entriamo in coda. Dal ministero spiegano che la coda che si è creata nei primi minuti sul portale ha portato a generare circa 800 posizioni al minuto, alimentando l’idea di una vera e propria corsa. Quando ci appare il nostro posto in fila, dopo le dieci del mattino, abbiamo già davanti quasi 245 mila persone. All’ora di pranzo, la coda davanti a noi è scesa sotto 100 mila.
Bonus mobilità, in tilt il sito web per le richieste di rimborso. Sui social: “Rimpiango la fila agli uffici”
Ma anche il miraggio di arrivare al traguardo non mette al riparo da delusioni. Tra i “fortunati” che arrivano alla fine della coda, più d’uno lamenta problemi con l’autenticazione Spid, l’identità digitale del cittadino necessaria per inoltrare la richiesta, su Poste Italiane e altri operatori. “Ci sono dei rallentamenti dovuti al grandissimo afflusso di richieste”, spiegano dalla società delle lettere, “ma i nostri sistemi funzionano”. Da Agid aggiungono che riguardano anche gli altri operatori. Di fatto, per i cittadini significa arrivare a un passo dalla meta e restare senza il lasciapassare a compierlo. Un destino che tocca anche noi, quando – intorno alle 14 – smaltiamo la fila per l’accesso: la domanda diventa impossibile per una serie di errori di autenticazione, che di fatto ci riportano in coda.
Il nostro bilancio, certo senza pretesa di rigore statistico, è che dopo cinque ore su una decina di utenti che abbiamo seguito passo passo, nessuno è riuscito a presentare la domanda. Nel pomeriggio, per uno di loro la situazione si è sbloccata, come nel tentativo documentato in questo video che finisce con un lieto fine e la generazione del voucher. Anche per noi, dopo l’ennesima coda smaltita, all’ora di cena arriva la conferma dell’avvenuto inserimento della richiesta di rimborso.
Intanto il ministro Costa – che ha chiamato “furioso” Poste e Sogei, la società pubblica informatica – ha invitato “tutti a entrare nel sistema anche con calma, anche nei prossimi giorni, perché abbiamo appostato altri fondi ad hoc in legge di Stabilità e assicuro che tutti coloro che hanno una fattura o uno scontrino parlante al 2 novembre saranno rimborsati”. Le cifre diffuse dal ministro a sera su Facebook parlano di: “Emessi 35.714 buoni e 68.556 rimborsi richiesti. Quindi più di 104 mila persone. Con un’affluenza di 3000 contatti al minuto! Nessuno, neanche chi gestisce questi servizi ed è abituato ad affluenze record, poteva immaginarlo”.
Le regole del buono
Ecco le regole sul buono, che come accennato è di due tipi: il primo riguarda il rimborso delle spese sostenute nel periodo che va dal 4 maggio al 3 novembre 2020 (60% fino a un massimo di 500 euro), mentre il secondo è rivolto a coloro che ancora non hanno effettuato acquisti e prevede un vero e proprio buono di spesa digitale, da generare sull’applicazione web del Ministero dell’Ambiente. Per la richiesta di rimborso su un acquisto già fatto, farà fede la data di inserimento della richiesta e non quella del documento di acquisto. Chi avrà acquistato un bene o servizio di mobilità previsto dal decreto fino al giorno prima dall’attivazione dell’applicazione web riceverà il rimborso con un bonifico, chi non l’avrà ancora fatto otterrà un ‘buono mobilità’ che consegnerà al negoziante, il quale sarà poi rimborsato dal Ministero.
Per accedere al bonus sarà necessario attivare un’identità SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) se non già in possesso, scannerizzare il documento di acquisto intestato a proprio nome (fattura o scontrino parlante) e farne un documento in formato pdf, avere pronte le proprie coordinate bancarie per ricevere il rimborso.
Per coloro che richiederanno invece il buono di spesa digitale da utilizzare dopo il 3 novembre sarà ugualmente necessaria l’identità SPID. Il buono avrà durata di 30 giorni (per spese effettuate entro 31 dicembre 2020). Possono usufruire del buono mobilità per l’anno 2020 i cittadini maggiorenni che hanno la residenza (e non il domicilio) nei capoluoghi di Regione (anche sotto i 50.000 abitanti), nei capoluoghi di Provincia (anche sotto i 50.000 abitanti), nei Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti e nei comuni delle Città Metropolitane (anche al di sotto dei 50.000 abitanti). Le Città metropolitane sono 14: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma Capitale, Torino, Venezia. L’elenco dei Comuni appartenenti alle suddette Città metropolitane è consultabile sui relativi siti istituzionali.
Plafond previsto a 210 milioni (sul sito, nei primi minuti di attività veniva indicata la disponibilità residua di 215 milioni a dire il vero) e grossi dubbi circa la possibilità che vada esaurito senza accontentare tutte le richieste: la Confindustria di settore calcola circa 600 mila domande possibili. L’ordine di presentazione delle domande, per questo, è fondamentale: chi prima arriva, prima viene rimborsato. Dal Ministero hanno comunque assicurato che già nella prossima legge di Bilancio ci saranno i fondi per soddisfare anche chi dovesse rimanere tagliato fuori dal primo giro di domande: 100 milioni, almeno.
Le FAQ del Ministero sul bonus mobilità
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