Dopo lo stop della Ragioneria, saltano gli emendamenti che consentivano la cessione del credito e lo sconto in fattura per fare posti auto, eliminare barriere architettoniche e per il bonus mobili.
Cosa prevede il decreto Sostegni?
Il bonus mobili e le detrazioni per autorimesse e abbattimento delle barriere architettoniche non potranno essere fruiti tramite la cessione del credito o lo sconto in fattura.
Per evitare di mettere a rischio i conti pubblici, infatti, la Ragioneria generale dello Stato ha bloccato gli emendamenti che inserivano queste agevolazioni tra quelle ammesse alle opzioni introdotte l’anno scorso dal governo e che fanno, quindi, la stessa fine del c.d “superbonus imprese”, cioè le agevolazioni per la transizione 4.0 delle aziende.
La norma avrebbe infatti “potenziali rilevanti effetti sulla finanza pubblica”, spiega la Ragioneria e “gli effetti finanziari potrebbero essere particolarmente significativi per quei crediti che, come industria 4.0, prevedono una fruizione in quote annuali, perché l’impatto sul deficit sarebbe anticipato interamente al primo anno di utilizzo, indipendentemente dall’effettivo utilizzo in compensazione”.
Cosa sono e come funzionano la cessione del credito e lo sconto in fattura
Con questa mossa si blocca, quindi, l’aumento di quelle che si sono cominciate a chiamare “monete fiscali”, visto che di fatto si tratta di meccanismi che immettono immediata liquidità nelle tasche dei beneficiari.
Come infatti sanno già le persone che stanno ristrutturando casa in questi mesi, la cessione del credito e lo sconto in fattura permettono di beneficiare subito della detrazione accordata dallo Stato, grazie all’intervento di altri soggetti: le banche e gli intermediari finanziari (per la cessione del credito) e il venditore/fornitore (per lo sconto in fattura).
La novità è stata prevista dal decreto Rilancio, varato lo scorso anno dal governo in piena pandemia. Grazie al dl 34-2020, al posto dell’utilizzo diretto della detrazione, il governo ha dato anche la possibilità di beneficiare:
- da una lato di un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore e da quest’ultimo recuperato sotto forma di credito d’imposta (anche con la possibilità di successiva cessione del credito ad altri soggetti);
- dall’altro della trasformazione del corrispondente importo in credito d’imposta, con facoltà di successiva cessione ad altri soggetti, inclusi gli istituti di credito e gli intermediari finanziari.
La guida dell’Agenzia entrate sulla piattaforma per la cessione dei crediti
Cessione del credito per autorimesse e abbattimento barriere architettoniche
Finora queste due opzioni erano state disponibili solo per alcuni bonus casa. Con gli emendamenti dati per certi fino a ieri, il Senato puntava ad allungare l’elenco di agevolazioni previsto dall’articolo 121 del dl Rilancio, inserendovi appunto anche questi tre incentivi.
Oltre al bonus mobili – misura piuttosto nota al grande pubblico, dato che in genere viene sempre usata da chi ristruttura casa – l’emendamento 1.0.61 (testo 2) riguardava le agevolazioni per interventi di recupero del patrimonio edilizio relativi a:
- La realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali anche a proprietà comune (di cui all’articolo 16-bis, comma 1, lettera e) TUIR);
- L’eliminazione delle barriere architettoniche, aventi ad oggetto ascensori e montacarichi, nonché ogni strumento che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata, sia adatto a favorire la mobilità interna ed esterna all’abitazione per i disabili gravi.
Lo stop della Ragioneria, invece, ha bocciato queste ipotesi e pertanto a beneficiare della cessione del credito e dello sconto in fattura continueranno per ora ad essere solo il superbonus, il bonus facciate, il sismabonus, l’ecobonus e l’installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.
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