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Bonus casa, le spese per visto di conformità e asseverazione sono detraibili? – Informazione Fiscale

Bonus casa, tanti i dubbi sulle novità del decreto antifrode. L’estensione dell’obbligo del visto di conformità per la cessione del credito e dell’asseverazione di congruità non si affianca all’inclusione delle spese dei professionisti tra quelle detraibili. Una svista o una scelta consapevole del Legislatore?

Bonus casa, rientrano tra le spese agevolabili quelle sostenute per il visto di conformità e l’asseverazione di congruità?

La possibilità di portare in detrazione le prestazioni dei professionisti, chiamati da un lato ad effettuare un primo controllo documentale per la cessione del credito e dall’altro ad attestare la congruità dei costi sostenuti, resta per il momento esclusa.

Questo appare da una prima lettura del decreto legge antifrode n. 157/2021, in vigore dal 12 novembre. Sulla carta sono diverse le regole applicate al superbonus e quelle previste per i bonus casa ordinari.

Bonus casa, le spese per visto di conformità e asseverazione sono detraibili?

Le modifiche all’articolo 121 e all’articolo 119 del decreto Rilancio previste dal decreto legge antifrode non viaggiano in parallelo, e creano non pochi dubbi a chi intende fruire dei bonus fiscali riconosciuti sui lavori in casa a decorrere dal 12 novembre 2021.

Il decreto legge n. 157 dell’11 novembre 2021, in vigore dal giorno successivo, ha come ormai noto appesantito i controlli e gli adempimenti necessari ai fini della cessione del credito e dello sconto in fattura, disponendo che:

  • è obbligatoria la richiesta del visto di conformità dei dati relativi ai documenti che attestano la sussistenza dei requisiti per la fruizione delle detrazioni fiscali;
  • i tecnici abilitati dovranno rilasciare l’asseverazione di congruità delle spese, basandosi sui prezzari DEI e regionali e sui valori stabiliti per alcune categorie di beni dal decreto del MITE, atteso ad ultimo entro la metà del mese di febbraio 2022.

Rientrano tra le agevolazioni interessate dalla duplice novità:

Un doppio passaggio che, in attesa di indicazioni operative, ha per il momento congelato di fatto le pratiche relative alla cessione del credito e allo sconto in fattura, anche alla luce delle difficoltà di quantificare le ulteriori spese da mettere in preventivo.

Non è chiaro ad esempio se le spese per le prestazioni professionali, e quindi se la parcella del commercialista che appone il visto di conformità e del tecnico che attesa la congruità delle spese, rientrino o meno tra i costi detraibili.

Come sopra già evidenziato, dall’attuale formulazione del decreto legge n. 157/2021 la risposta sembra negativa, non essendovi all’articolo 1 un richiamo a quanto previsto dal comma 15, articolo 119, del decreto Rilancio.

Si tratta del riferimento normativo relativo alla possibilità di includere tra i costi agevolabili quelli relativi alle prestazioni professionali per il rilascio di attestazioni, asseverazioni e visto di conformità. Un’inclusione che però riguarda solo i lavori rientranti nel superbonus, e non quelli relativi ai bonus fiscali ordinari sui lavori in casa, anche se già in corso alla data del 12 novembre.

Bonus casa, fuori dalle spese detraibili i compensi dei professionisti: svista o scelta consapevole?

L’articolo 1 del decreto n. 157/2021 non prevede quindi una modifica coordinata delle disposizioni previste dal decreto Rilancio n. 34/2020, provvedimento che ha liberalizzato l’utilizzo delle detrazioni fiscali nell’edilizia, introducendo il superbonus e dando vita ad un sistema di “monetizzazione” dei crediti fiscali.

Un sistema che ha però portato ad un aumento delle frodi in materia di cessione del credito: secondo il Direttore dell’Agenzia delle Entrate è pari a 950 milioni di euro circa il totale dei crediti fittizi, un dato che ha portato il Governo a varare in tempi record il decreto legge antifrode.

La necessità di contrastare le frodi rischia però di portare alla sospensione di fatto dei bonus edilizi, annullando i benefici per il contribuente che intende fruire delle agevolazioni mediante la cessione del credito o lo sconto in fattura, due opzioni che hanno agevolato anche i contribuenti privi di liquidità sufficiente per far fronte alle spese necessarie.

L’obbligo di farsi carico di nuovi costi, quali quelli relativi alle prestazioni professionali, assottiglia la percentuale effettiva di detrazione riconosciuta, e il rischio è che torni a crescere il fenomeno del lavoro nero nel settore dell’edilizia.

L’inclusione delle spese professionali tra quelle detraibili consentirebbe quantomeno di “ammortizzare”, seppur in parte, i nuovi costi ribaltati sui contribuenti ai fini della legittima necessità dello Stato di fermare frodi e abusi.

Viene quindi da chiedersi se l’attuale esclusione prevista dal decreto Rilancio, così come modificato dal decreto legge n. 157/2021, sia una svista del Legislatore, da ritoccare in sede di conversione, o una scelta volontaria.

Se la risposta resta incerta, è chiaro l’effetto prodotto: il settore dell’edilizia rischia lo stallo, in attesa di chiarimenti ufficiali da parte dei ministeri competenti.

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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