Ricorderete tutti alcune polemiche, portate avanti dagli “orfani” dei Governi Conte, secondo cui Mario Draghi sarebbe stato chiamato alla guida dell’Esecutivo, oltre che dalle evidenti difficoltà a far fronte all’emergenza Covid, anche dall’insofferenza di Parigi e Berlino, che non avrebbero per niente gradito la manovra finanziaria, carica di bonus e mance.Certo quando si vuole fare della dietrologia ci può stare tutto, e noi ci sentiamo italiani solo e soprattutto quando c’è da dare contro alla Ue ed agli altri partner comunitari, ma francamente non me la sento di dare torto ad Angela Merkel ed a Emmanuel Macron, per non parlare dei Paesi cosiddetti “frugali”, qualora avessero guardato con una buona dose di malumore alla situazione italiana.In particolare se si fossero posti il problema se Conte volesse continuare ad anteporre bonus e mancette a quelle riforme strutturali di cui il nostro Paese ha bisogno come l’aria, e che si seguita a rimandare da decenni.Non vedo come Macron e Merkel avrebbero potuto influire direttamente nelle vicende politiche nostrane, ma sono certo che di fronte alla prospettiva che l’Italia potesse usare, forse sarebbe meglio dire sperperare, i soldi dei Recovery Plan per coprire bonus e sussidi pregressi, abbiano accolto con un bel sospiro di sollievo l’arrivo di SuperMario a Palazzo Chigi.Avete provato a mettere in fila i bonus che negli ultimi due anni sono stati introdotti?Io l’ho fatto, e questo è il risultato:Superbonus 110 per cento, Bonus caldaie, Bonus condizionatori, Bonus auto, Bonus ristorazione, Bonus chef, Bonus idrico (anche detto bonus “rubinetti”), Bonus mobili, Bonus Tv e decoder, Bonus kit digitalizzazione (anche detto bonus “smartphone”), Bonus occhiali o lenti a contatto, Bonus locatori (detto anche bonus “affitti”), Bonus spese legali, Bonus bebè (assegno di natalità), Assegno unico figli, Bonus asili nido, Bonus indigenti, Bonus figli disabili, Bonus caregiver familiari, Bonus vacanze, Bonus per medici e infermieri, Bonus quotazione PMI, Bonus autonomi e professionisti, Bonus Lavoro giovani, Bonus Partite Iva, Bonus mamme single, Bonus animali domestici, Bonus studenti fuori sede, Bonus studenti per acquisto pc e tablet, Bonus resto al Sud, Bonus decontribuzione Sud, Bonus monopattini, Bonus latte in polvere, Bonus baby sitter.Sono certo che l’elenco non è esaustivo, perchè i bonus sono talmente tanti e dispersi in svariati provvedimenti, che metterli in fila è decisamente un’impresa.Non ho inserito volutamente il ”bonus dei bonus”, vale a dire il “reddito di cittadinanza”, che nelle intenzioni (o forse nei sogni?) dei 5Stelle doveva cancellare la disoccupazione, e che le indagini della Guardia di Finanza dimostrano sempre più che ad intascarlo sono anche migranti spariti, mafiosi, ricconi, e delinquenti della peggior specie.Resta comunque il fatto che il reddito di cittadinanza rappresenta la quintessenza della filosofia assistenzialista ormai imperante nel Paese, di cui i bonus non sono che corollari.Si può continuare con questa filosofia che si traduce in disimpegno sociale? Mario Draghi nel suo discorso di insediamento ha parlato di “opportunità, non sussidi”, e già queste due parole potrebbero rappresentare uno stacco radicale con il passato.Ma non dobbiamo dimenticare la maggioranza eterogenea su cui il premier deve fare affidamento, composta da forze politiche che hanno sempre seguito nella ripartizione dei soldi pubblici la “logica del mittente”, nel senso che quel che conta è che ogni Partito possa farsi vanto davanti ai propri elettori, ed alle proprie clientele, della sua impronta e del suo peso politico.Ecco perchè la logica dei bonus è stata quella di distribuire soldi a pioggia, più per sostenete i consumi, che per tutelare chi il reddito lo produce.Forse illudendosi che i soldi che verranno dall’Europa, e quelli che la Bce ci consente di raccogliere comprando i nostri titoli di Stato, siano a fondo perduto, anziché prestiti da restituire.Sarebbe riduttivo, ed anche semplificatorio, pensare di ricondurre tutto all’accusa di assistenzialismo radicato nei Partiti. In realtà, soprattutto in concomitanza del Covid, è emerso un qualcosa di più radicale e pericoloso per la nostra società.Vale a dire la visione non più basata sull’idea, peraltro ineccepibile, che i più poveri dovessero essere sostenuti ed aiutati, bensì quella che nessuno dovesse perdere alcunchè, e di conseguenza che tutti debbano avere diritto ad un risarcimento, magari anche per la mancata fruizione di un divertimento o delle vacanze. Insomma una filosofia risarcitoria generalizzata, che ci sta portando velocemente verso quella che un noto sociologo ha definito “società parassita di massa”, in cui allo Stato viene chiesto di sostenere il reddito di chi magari sta sul divano in attesa di non si sa cosa, senza porsi il problema di chi alla fine sarà chiamato a pagare i debiti. E state tranquilli che con un debito ormai al 160% del Pil, appena la situazione pandemica generale sarà migliorata, le Agenzie di Rating, o i mercati, o anche i Paesi frugali del Nord Europa, ci ricorderanno che la “ricreazione è finita”.Il vero problema è che da tempo nel nostro Paese non c’è più neanche una distinzione fra posizioni di destra e di sinistra, per usare categorie del passato.Tutti i Partiti sguazzano nelle logiche assistenzialiste, nelle pratiche di dispensare briciole, sussidi quasi ad personam.Il tutto senza alcuna visione complessiva, senza un’idea del futuro, limitandosi solo ad interventi categoriali e temporanei.Al di là delle parole, delle promesse, nessuno ha voluto negli anni passati mettere mano alle riforme. Nessuno si è veramente mosso per un welfare più moderno e più giusto, per una giustizia più efficiente, per un fisco più “umano”, per una burocrazia meno “pervasiva ed invadente”, per un vero contrasto all’ evasione e all’ elusione fiscale, tanto per citare alcuni settori che ci allontanano sempre più dai paesi più avanzati.Concludendo, non possiamo continuare ad essere la Repubblica dei bonus, utilizzati per catturare il consenso di porzioni di elettorato, cui si accompagnano specularmente una miriade di crediti di imposta intoccabili.Io credo che prima o poi, ma sarebbe meglio prima, sia necessario un cambio di marcia, nel senso che serve dire la verità agli italiani, per “responsabilizzarli” sul proprio futuro, che non può continuare ad essere quello del “panem et circenses”.
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