Il ministro Franco, nel corso del recente incontro con la stampa ha tenuto a ribadire del grave fenomeno delle frodi (4,4 miliardi) emerso dai controlli della Guardia di Finanza riguardo il mondo dell’edilizia, facendo eco così alle parole del premier Mario Draghi che aveva precedentemente bocciato la legge che prevedeva pochissimi controlli.
L’obiettivo del Governo è ora di ripristinare il meccanismo studiando dei correttivi che consentano la tracciabilità.
Le modifiche imminenti sul funzionamento del Superbonus, annunciate dal ministro, a causa delle frodi di alcuni miliardi dividono il mondo politico: la Lega apprezza il ministro e i 5 Stelle lo attaccano. La Lega in particolare ha apprezzato la disponibilità dell’esecutivo a modificare il decreto Sostegni ter con l’obiettivo di consentire un certo numero di cessioni del credito.
I leghisti sostengono che le frodi rappresentano un importante tema che deve far riflettere e necessita di contromisure che però non vadano a ricadere sugli onesti.
Dall’altra parte i 5S non ci stanno e continuano a difendere uno dei principali loro provvedimenti bandiera. Secondo alcuni esponenti pentastellati il Superbonus è quello meno soggetto a frodi: appena il 3%.
Bonus edilizi e frodi: solo il 3% riguarda il Superbonus
Dei 4,4 miliardi di frodi stanate dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza fino al 31 dicembre scorso soltanto il 3% ha riguardato la cessione di crediti d’imposta generati da interventi di riqualificazione energetica e di messa in sicurezza degli edifici al 110%.
L’idea adottata in partenza di vincolare gli interventi all’asseverazione di professionisti abilitati dimostra, quindi, che la strada per far convivere la misura e comportamenti corretti esiste.
Ulteriore conferma di questo arriva proprio da quel 46% dei 4,4 miliardi finiti in frodi (pari a oltre 2 miliardi) legato al bonus facciate e dal 34% relativo all’eco-bonus, dove asseverazioni o visti di conformità fino a novembre scorso erano del tutto sconosciuti.
Ma vediamo ora quali sono le valutazioni che porteranno alle decisioni dei prossimi giorni in merito al tema dei crediti legati al mondo dell’edilizia.
Nuovo decreto: i crediti sui bonus edilizi come strumento antifrode
L’esecutivo con il nuovo intervento vuole fare in modo che i lavori nel settore dell’edilizia e dell’ efficientamento energetico possano ripartire al piu presto presto ma in una modalità diversa rispetto al passato, ossia senza incorrere nel rischio di frodi ai danni dello Stato come quelle che sono state recentemente rilevate.
Pertanto, i tecnici dei ministeri coinvolti stanno lavorando alecremente per andare a definire gli interventi correttivi secondo le logiche indicate dal premier e dal capo del Mef nei giorni scorsi. La loro opinione è che tra le misure già considerate e altre prossime ad essere indicate, il mercato potrà ripartirà in tempi brevi.
Correttivi attesi con fiducia in particolare dalle principali piattaforme che operano nell’acquisto dei crediti e che hanno già fatto sapere di essere pronte ad operare nuovamente appena saranno definite le nuove condizioni.
Per quanto attiene, invece, alle imprese che operano nel settore edilizio, che denunciano un progressivo blocco del mercato, a seguito dell’applicazione del decreto Sostegni ter che ha condizionato l’operatività sulle cessioni e dopo le attivite condotte dalla magistrature che hanno riscontrato frodi miliardiarie.
Le norme che il governo ha già provveduto ad indicare con la legge di Bilancio per il 2022 per favorire la ripresa del contesto sono:
- consentire all’Agenzia di realizzare una serie di verifiche di natura preventiva;
- estendere analogamente le misure previste per il Superbonus1110% anche agli altri bonus edilizi.
Va ricordato che su quest’ultimo erano già previsti il visto di conformità e l’asseverazione di congruità e che proprio questi hanno comportato che il Superbonus sia l’agevolazione dove si sono riscontrate meno truffe rispetto alle tantissime dei bonus facciate e ecobonus.
Bonus edilizi: i correttivi sul credito da chiarire nel nuovo decreto
Quindi occorrerà tempo e anche la condivisione con le forze politiche riguardo le modalità per fornire certezze agli operatori in merito ai sequestri. Soprattutto andrà capito come contabilizzarli in bilancio, proprio nel corso di queste settimane nelle quali deve essere conclusa l’approvazione dell’esercizio 2021.
Bisongerà capire se il credito resterà esigibile nei confronti dell’Agenzia anche qualora fosse oggetto di frode, o se deve essere o meno essere soggetto a svalutazioni.
Dovrà essere poi specificato se il credito non verrà perso se non è incassato entro l’anno e se potrà essere spalmato in 5 anni, recuperando le eventuali annualità che sono state sospese a causa del sequestro.
Oltre questi aspetti sono anche altri i temi da chiarire come ad esempio quelli che fanno riferimento all’eventuale responsabilità dell’operatore relativamente ai controlli e circa le truffe costruite su crediti fiscali inesistenti: bisognerà infatti capire chi sarà il soggetto che dovrà pagare se lo Stato oppure la perdita andrebbe condivisa con chi ha subito la truffa?
Il responsabile del MEF ha quantificato l’entità di quanto degli importi sequestrati non è stato incassato. Questo dovrebbe implichare conseguentemente una perdita per lo Stato che dovrà iniziare un’azione di rivalsa sui soggetti che hanno dato vita alla truffa. A condizione che questi siano ancora rintracciabili o capienti.
Bonus edilizi: lo stato di avanzamento dei nuovi correttivi sui crediti
I nuovi correttivi arriveranno con buona probabilità la prossima settimana attraverso un emendamento al decreto Milleproroghe. Alcune misure sono in fase avanzata mentre altre sono da approfondire. Vediamo quali sono quelle piu probabili:
- la possibilità di effettuare la cessione del più volte, ma soltanto a banche o soggetti che risultano sotto la vigilanza di Bankit;
- l’introduzione di un codice che permetta di identificare le operazioni, con il quale si potrebbe retroagire al titolare e ottenere tutta la documentazione inerente ai lavori ;
- la possibilità di non perdere i crediti presi in carico dalle procure.
La norma tutelerebbe banche e altri soggetti intermediari circa il rischio di perdita qualora il dissequestro avvenisse successivamente alla decorrenza dei termini. Resta, invece, il rischio associato agli importi oggetto di sequestrato qualora fossero confiscati a seguito del processo e che finirebbero per trasformarsi per gli operatori in consistenti perdite da imputare a bilancio.
Questo contesto ha finito di fatto per bloccare le piattaforme che operavano sui crediti più che le stesse restrizioni che sono state introdotte con il decreto Sostegni ter.
Sono, inoltre, da gestire le proteste dei costruttori, preoccupati che il decreto del Mite introduca nuove indicazioni di prezzo, che non prendano in considerazione il fenomeno inflattivo che impatta sul mondo edilizio.
Inoltre, le aziende del settore premono per la reintroduzione della cessione multipla del credito anche tra privati, magari con un rafforzamento dei controlli sull’effettiva esistenza dei cantieri.
Difficilmente riguardo quest’ultimo aspetto il premier e il titolare del dicastero dell’economia cederanno, consapevoli della posizione espressa dalla Guardia di Finanza nel corso dell’audizione in Parlamento circa la necessità di verificare in modo adeguato la numerosità delle cessioni e il profilo delle figure che le effettueranno in modo da rendere minimo la rischiosità dell’operatività.
In questo modo si conta di incrementare la tutela delle aziende che operano con onsestà e la sostenibilità della crescita economica del settore edilizio.
Nuovo decreto: le altre misure per gestire l’emergenza
Riguardo agli altri temi di intervento su cui è al lavoro l’esecutivo in considerazione dell’ormai prossimo decreto è stato recentemente lo stesso presidente del Consiglio a voler anticipare gli elementi piu rilevanti del prossimo pacchetto di misure con le quali si andrebbe a replicare quanto già è stato realizzato per il primo trimestre con l’ultima legge di bilancio.
Sostanzialmente, il governo avrebbe intenzione di rinnovare gli interventi con i quali sono stati gestiti gli incrementi tariffari del settore energetico, mediante, innanzitutto, l’annullamento degli oneri generali che incidono sulle utenze.
Una tipologia di intervento che è ormai è stata replicata già più volte, a partire da luglio dello scorso anno, ossia da quando sono stati rilevati i forti incrementi sui prezzi dell’energia. Un intervento finalizzato quindi ad assicurare che i rincari tariffati vadano ad incidere in modo rilevante sulle famiglie e sulle imprese.
E’ infatti da ricordare che sul tema relativo agli oneri l’esecutivo ha utilizzato, per il primo trimestre dell’anno in corso, 1,8 miliardi per poter azzerare quelli connessi all’elettricità e 480 milioni per ridurre quelli del gas.
Nuovo decreto e i bonus sociali
Il totale delle risorse che necessitano al nuovo provvedimento governativo parte dai circa 4,5-5 miliardi recuperati dai tecnici, ma i partiti che compongono la maggioranza sono in pressing sul governo perché l’importo salga ulteriormente.
Una componente della dotazione dovrebbe essere destinata ai bonus sociali con i quali si andranno a scontare le utenze delle famiglie che presentano disagi di tipo economico o fisici, che, nel corso del tempo, sono stati potenziate più volte facendo riferimento ad un importante incremento di risorse.
Su questo aspetto sono in fase di studio delle possibili opzioni che comprendono la possibilità di incrementare lo sconto in bolletta o l’eventuale ampliamento della platea di beneficiari. Oltre queste valutazioni per poter completare le decisioni in merito all’entità dell’importo sarà però necessario conoscere l’entità degli aumenti reali per luce e gas.
I riscontri sugli incrementi effettivi saranno resi noti soltanto con il prossimo aggiornamento dell’Arera che permetterà di avere chiarezza sull’andamento dei prezzi rispetto ai dati previsionali analizzati finora.
Consulente editoriale, classe 1973.
Laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Bari, dopo la pratica legale ho lavorato per molti anni, con crescenti responsabilità, in una multinazionale leader di mercato nell’editoria professionale. Ho iniziato ad occuparmi di economia in un quotidiano on line per professionisti e, in qualità di amministratore unico, di una società di Formazione e Informazione Finanziaria. Da anni mi occupo di Consulenza Editoriale. La scrittura è una mia grande passione, amo dire qualcosa, lasciare un messaggio.
Il mio motto? “La felicità è un modo di vedere”.
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