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Bonus edilizi e cessione del credito: possibile frode da 800 milioni – Lavori Pubblici

Fino a maggio 2020, ecobonus e
sismabonus ordinari potevano essere fruiti con
possibilità di cessione del credito mediante
sconto in fattura da parte del fornitore che ha
effettuato gli interventi, che a sua volta aveva la facoltà di
utilizzare direttamente la detrazione in fattura o
cederla ulteriormente ai suoi fornitori di
beni e servizi
, con esclusione della possibilità di
ulteriori cessioni da parte di questi ultimi. Nessuna possibilità
di cessione del credito ad istituti di credito e ad intermediari
finanziari. Poi tutto è cambiato.

La cessione del credito dopo il Decreto Rilancio

L’art. 121 del Decreto Legge n.
34/2020
(Decreto Rilancio) ha previsto
una nuova possibilità di fruizione delle detrazioni fiscali che,
benché abbia sostanzialmente aperto gli interventi ad una platea
più ampia di beneficiari, non è esente da criticità.

In particolare, è stato previsto per i soggetti che sostengono
spese per i principali bonus fiscali in edilizia di optare, in
luogo dell’utilizzo diretto della detrazione spettante,
alternativamente:

  • per un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo
    dovuto, fino a un importo massimo pari al corrispettivo stesso,
    anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi e da
    questi ultimi recuperato sotto forma di credito d’imposta, di
    importo pari alla detrazione spettante, con facoltà di successiva
    cessione del credito ad altri soggetti, compresi gli istituti di
    credito e gli altri intermediari finanziari;
  • per la cessione di un credito d’imposta di pari ammontare, con
    facoltà di successiva cessione ad altri soggetti, compresi gli
    istituti di credito e gli altri intermediari finanziari.

Possibilità che, come detto, hanno aperto il mercato e
rilanciato davvero la spesa nel mondo delle costruzioni.

Superbonus 110% e cessione credito: l’Agenzia delle Entrate
conta 800 milioni di crediti inesistenti

Questa tipologia di cessione del credito, ad oggi applicabile al
superbonus 100% e agli altri bonus fiscali fino alle rispettive
date di fruizione, pur rappresentando un’opportunità straordinaria
per stimolare il mercato, allo stesso tempo non è esente da
criticità evidenziate dai recenti controlli dell’Agenzia
delle Entrate
sulla piattaforma dedicata: su un totale di
19,3 miliardi di euro, ben 800 milioni sarebbero
relativi a crediti inesistenti.

Una cifra importante, pari al 5% del totale e
derivante purtroppo solo da controlli ex-post, che porta a
riflettere sul meccanismo alla base delle agevolazioni e sulle
possibili soluzioni per scongiurare il proliferare di fenomeni
illeciti. Un rischio sottolineato dall’Unità di
Informazione Finanziaria
(UIF),
l’istituzione indipendente che raccoglie le segnalazioni operazioni
sospette da parte degli intermediari finanziari. Tra queste,
appunto quelle legate alla cessione del credito ad intermediari
finanziari.

Gli 800 milioni di euro di crediti inesistenti bruciano, e non
poco. Sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate sono stati
registrati circa 19,3 miliardi di euro scambiati e di questi:

  • 6,5 miliardi, pari a circa il 30%, relativi
    per cessioni e sconti in fattura legati agli interventi del
    110%
    ;
  • i restanti 12,7 miliardi per tutti gli altri sconti
    edilizi
    .

Tramite diverse analisi, il Fisco ha verificato l’esistenza di
numerose cessioni di crediti inesistenti relative a:

  • interventi edilizi non effettuati;
  • lavori fittiziamente realizzati addirittura in favore di
    persone inconsapevoli, che si sono ritrovate nel loro cassetto
    fiscale fatture relative a opere mai eseguite.

Questi crediti fittizi possono poi essere
movimentati, ceduti a intermediari e quindi monetizzati, oppure
essere acquistati mediante l’impiego di capitali di origine
illecita per reinserirli nel circuito legale.

Cessioni del credito e truffe: le possibili soluzioni al
problema

Anche per arginare i rischi di riciclaggio legati
all’agevolazione fiscale, il Governo spingerebbe alla riduzione
della portata del Superbonus 110%: ricordiamo infatti che
attualmente il disegno di legge di Bilancio 2022
prevede una proroga del Superbonus fino al 2023 per i condomini,
mentre per gli edifici unifamiliari come le
villette la proroga copre il 2022 e solo per
redditi Isee fino a 25mila euro o titolo edilizio presentato entro
il 30 settembre 2021 (ipotesi che però sembrerebbero essere state
ritirate, ma attendiamo di leggere la bozza di ddl di Bilancio che
approderà in Parlamento e che è in notevole ritardo).

Tra le soluzioni prospettate, anche la possibilità di mettere
stabilmente in Bilancio queste misure, anche con una riduzione
dell’agevolazione, ottenendo così diversi scopi:

  • pesare meno sulla finanza pubblica;
  • mettere in atto meccanismi di controllo più accurati;
  • fare abbassare i preventivi, oggi spesso gonfiati proprio per
    vantare poi crediti fiscali inesistenti ottenuti con la cessione
    del credito.

Al riguardo il direttore delle Agenzie delle Entrate Ernesto
Maria Ruffini, in un’intervista a Il Sole 24 Ore, ha recentemente
evidenziato che per arginare il fenomeno dei prezzi
gonfiati
utili a creare crediti inesistenti è stato
previsto che la congruità dei costi sia asseverata
da un tecnico professionista.

Inoltre, nel caso di in cui si individui una cessione illecita,
il recupero viene effettuato nei confronti del primo cedente e
quindi del cittadino che commissiona gli interventi, tranne quando
si riscontra il concorso da parte di un intermediario: per impedire
queste frodi, un’operazione importante potrebbe essere il
controllo a monte fatto dal cedente con la
consultazione delle fatture sull’area riservata dell’Agenzia delle
Entrate per verificarne congruità e veridicità.

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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