Genova. Centinaia di cantieri in Liguria rischiano di non partire, o addirittura di fermarsi a lavori in corso, perché le ditte non riescono a cedere i crediti d’imposta derivanti dal superbonus 110% e dal bonus facciate 90% e perciò non hanno più liquidità. A lanciare l’allarme è l’Aniem Confapi Liguria, associazione delle piccole e medie imprese edili, che parla di un pericolo concreto di blocco dell’intero comparto con possibili ripercussioni sugli interventi finanziati dal Pnrr.
“Da cinque mesi ormai siamo in un momento di difficoltà che potrebbe causare il rallentamento della produzione fino al blocco dei cantieri a causa della mancata liquidità – spiega Fortunato Capogreco, presidente di Aniem Liguria, intervenuto in una conferenza stampa organizzata da Confapi -. I continui cambiamenti normativi, introdotti con la scusa di contrastare le frodi, ha generato la paralisi della compravendita dei crediti legati ai bonus edilizi. Chiediamo che venga risolta al più presto questa problematica, altrimenti ci saranno conseguenze per tutti gli stakeholder“.
Il meccanismo è abbastanza noto: i bonus edilizi consentono al committente dei lavori di avere una detrazione fiscale spalmata su più anni corrispondente al 110% dell’importo (superbonus), al 90% (bonus facciate 2020-2021) o al 60% (bonus facciate 2022). Ma la formula più usata è quella dello sconto in fattura: il cliente non paga nulla e ad avvalersi del credito di imposta è l’impresa che a quel punto ha facoltà di cederlo a una banca, un istituto di credito o un altro intermediario finanziario, recuperando così liquidità (almeno in teoria).
In Liguria la situazione è particolarmente critica. La nostra regione detiene il primato per edifici costruiti prima del 1980 (sono l’86,7% del totale), realizzati quindi senza alcuna norma di isolamento. E mentre siamo terzultimi in Italia per interventi legati al superbonus 110% (circa 1.400 fino a marzo), a essere preso d’assalto è stato invece il bonus facciate. Che ad oggi è quello più difficile da riscattare per le imprese, visto che, in assenza di controlli preventivi nella legge del 2020, è stato oggetto di numerose truffe da parte di ditte fantasma costituite ad hoc per farsi rimborsare lavori mai eseguiti.
Il risultato? “A partire dal 12 novembre la maggior parte dei cessionari ha limitato l’acquisto di crediti imposta – continua Capogreco -. Individuare i truffatori non era così difficile, la colpa non può essere sempre delle imprese oneste che lavorano. Ora i committenti che hanno pagato usufruendo dello sconto in fattura e trasferito il credito nel cassetto fiscale delle imprese rischiano di non vedere ultimati i lavori di manutenzione del proprio immobile. Questo comporterà anche la perdita di migliaia di posti di lavoro. E in questo contesto è impensabile che inizino nuovi cantieri legati al superbonus 110% o agli appalti del Pnrr”.
A gettare nel baratro le imprese è stata poi la decisione di sospendere le cessioni da parte di Poste Italiane e Cdp: “In questo modo – spiega ancora il presidente ligure di Aniem – è andato in paralisi tutto il sistema del mercato secondario del credito. E poi, cosa ancora più grave, l’amministratore delegato delle Poste aveva comunicato la riapertura delle cessioni dal 1° marzo, ma il 7 marzo abbiamo scoperto che la possibilità esisteva solo per i privati e non per le imprese e questo ha creato una falsa aspettativa”.
Quello che parte da Genova è un messaggio chiaro: “Chiediamo che venga ripristinata immediatamente la possibilità di cedere il credito a Cdp e Poste e che si trovino gli strumenti per accelerare i tempi di vendita di questo credito. Se prima riuscivamo a ottenere liquidità nel giro di un mese o un mese e mezzo ora siamo nell’incertezza totale e questo è un enorme problema per la programmazione delle imprese. Tutti gli esponenti politici, da destra a sinistra, si dichiarano d’accordo con noi, ma il Governo non ha mai fatto niente – conclude Capogreco -. Abbiamo bisogno di un intervento concreto, altrimenti, dopo il passo avanti che abbiamo fatto uscendo dal Covid, rischiamo di farne due indietro”.
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.
I commenti su questo articolo non dovranno contenere quesiti di natura tecnica.