Era dicembre 2019 quando con la Legge di Bilancio per l’anno 2020, fu introdotto il cosiddetto “Bonus facciate”, una detrazione dall’imposta lorda (Irpef o Ires) concessa per interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti, anche strumentali per il 90% delle spese documentate e sostenute ripartita in 10 quote annuali costanti e di pari importo. Tale misura fu estesa anche al 2021, ma ora che il Governo si appresta a varare la manovra per il prossimo anno, rischia di essere ridotta di un terzo.
Ne sanno qualcosa gli amministratori e gli inquilini di moltissimi condomini avellinesi ricadenti nelle Zone A o B o in quelle aree fondiarie assimilabili in base alle normative regionali e ai regolamenti edilizi comunali che, proprio negli ultimi mesi, sono stati messi in sicurezza con apposite impalcature per consentire i lavori di recupero e restauro delle facciate.
Se le indiscrezioni sulla nuova Legge di Bilancio dovessero essere confermate, Avellino si è mossa proprio poco prima del gong per rifarsi il look e portare in detrazione gli interventi finalizzati al recupero o al restauro dell’intero perimetro esterno dei propri edifici.
Facendo un brevissimo giro della città, tutte le principali arterie presentato palazzi e fabbricati ingabbiati in tubolari di ferro al di sotto dei quali lavorano alacremente squadre di operai intenti a migliorare l’estetica e la funzionalità degli edifici.
Si perché tra le opere agevolabili rientrano il consolidamento, il ripristino o il rinnovo degli elementi costitutivi dei balconi, degli ornamenti e dei fregi nonché tutti quei lavori riconducibili al decoro urbano quali grondaie, pluviali, parapetti, cornicioni e alla sistemazione di tutte le parti impiantistiche e anche il miglioramento delle caratteristiche termiche degli edifici.
Decidere di intervenire sulla facciata del proprio palazzo, pertanto, significherà incidere prepotentemente sull’estetica del fabbricato e restituire all’esterno una versione rinnovata e più gradevole dell’immobile stesso. In buona sostanza Avellino sta avviando una operazione di maquillage che non si vedeva da anni sfruttando a pieno l’aliquota del 90% prima che questa venga ridotta al 60%.
Non è un caso se oltre il 70% dei cantieri avviati in questi mesi in città siano tutti orientati al Bonus facciata, alla quale si stanno attivando sempre con una maggior frequenza gli interventi del SuperBonus 110% soprattutto rispetto all’efficientamento energetico con qualche divagazione sul tema in campo di SismaBonus. Il Bonus Facciata pertanto, andrà a trasformare in meglio lo skyline della città in tempi brevissimi. Basti vedere quante impalcature sono sorte lungo via Tedesco o corso Vittorio Emanuele, viale Italia e corso Europa, corso Umberto e via Tagliamento.
Eppure secondo l’ultima rilevazione commissionata dall’Ordine degli Architetti di Avellino al Cresme, il centro ricerche economiche e sociologiche che da oltre 50 anni fornisce scenari strategici e prevede l’evoluzione futura dell’industria delle costruzioni, l’edificato realizzato prima del Terremoto dell’Irpinia e dell’entrata in vigore della legge 219/1981 è pari al 53% del costruito (60 mila edifici in tutta l’Irpinia) e di quel 53% di costruzioni pre-sisma, il 30% – vale a dire circa 17mila immobili – versa in condizioni pessime anche dal punto di vista sismico oltre che energetico. E visto che il SuperBonus prevede fino a 80 mila euro di contributi per unità abitativa, era facilmente pronosticabile una movimentazione economica per tutta la filiera delle costruzioni soprattutto in termini di interventi di adeguamento sismico.
Così per adesso non è stato. Ad Avellino, infatti, sono pochissimi gli interventi di consolidamento dei vecchi fabbricati. Ancora meno, si contano sulla punta delle dita, quelli che di qui al prossimo anno prevedranno demolizioni e ricostruzioni in sito dei becchi condomini. Qualcosa si intravede lungo via Roma dove due edifici sono stati sgomberati in vista dell’abbattimento, ma è ancora poca roba.
Il Bonus Facciata, invece, ha registrato una impennata considerevole subito dopo l’estate, quando in pratica le prime indiscrezioni avevano fatto trapelare la volontà del Governo Draghi, prima, di eliminare addirittura la detrazione, e poi di ridurla dal 90 al 60%. Da qui la corsa contro il tempo che sta interessando dozzine di edifici lungo tutta la città. Una città che si rifà la facciata per affrontare l’anno nuovo.
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