Un sequestro preventivo del valore di oltre 140 milioni, disposto dalla Procura di Bari, è stato eseguito dalla Guardia di Finanza nei confronti di un imprenditore edile barese (unico indagato), di 11 persone fisiche e 13 imprese risultate cedenti/cessionarie di presunti crediti di imposta fittizi del ‘bonus facciate’. Le indagini hanno accertato la “assoluta incapienza dei redditi” della società Unica Srl, del suo legale rappresentante Alessandro Trerotoli, 49enne barese, e dei vari cessionari “che hanno movimentato rilevanti somme con cessioni incompatibili con i patrimoni dei soggetti”.
Nell’inchiesta si ipotizzano i reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti, indebita compensazione, riciclaggio e impiego di denaro e beni di provenienza illecita. Contestualmente sono stati eseguiti nel Lazio, in Lombardia, Puglia e Veneto perquisizioni nelle residenze e sedi delle persone coinvolte.
L’indagine è partita da un’analisi di rischio sviluppata dall’Agenzia delle Entrate sulla spettanza del ‘bonus facciate’ per la realizzazione di interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici. Beneficio che consente la detrazione fiscale del 90% delle spese sostenute negli anni 2020 e 2021 oppure la possibilità di utilizzare un credito d’imposta pari al 90% cedibile a terzi e, quindi, monetizzabile.
I riscontri investigativi delegati alla Guardia di finanza hanno fatto emergere “l’esistenza – spiega la Procura di Bari – di un circuito fraudolento volto alla creazione, circolazione, monetizzazione e/o utilizzo in compensazione di crediti d’imposta inesistenti, che gravita intorno alla figura di un imprenditore barese, attivo nel settore edile, e attualmente unico indagato”.
In particolare è emerso che i soggetti che avrebbero commissionato le opere di recupero edilizio erano sprovvisti di una capacità reddituale e finanziaria idonea al sostenimento delle ingenti spese di rifacimento delle facciate, in relazione alle quali sarebbe maturato, in origine, il credito d’imposta successivamente ceduto all’indagato. Per di più, gli stessi avrebbero sostenuto oneri per interventi edilizi eccessivamente sproporzionati rispetto alle caratteristiche e al valore degli immobili posseduti, che non sono stati sottoposti a recenti opere di rifacimento delle facciate.
L’indagine della Procura di Bari sul bonus facciate “testimonia la costante attenzione di questa autorità giudiziaria, della Guardia di finanza di Bari e dell’Agenzia delle Entrate sulla corretta destinazione delle risorse pubbliche messe a disposizione della collettività per favorire la ripresa dell’economia e l’ammodernamento del Paese – è scritto in una nota della Procura -, così mitigando gli effetti prodotti dalla pandemia da Covid 19 e dalla crisi economica internazionale in corso”.
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