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Bonus facciate a rischio nel 2022, come sfruttare lo sconto entro fine anno – Il Sole 24 ORE

I punti chiave

3′ di lettura

Le ultime indicazioni del Governo fanno pensare che il bonus facciate in scadenza a fine anno non avrà una proroga. Il discorso non è chiuso, perché bisogna attendere l’ufficialità con la legge di Bilancio 2022. Ma molti cantieri per rifare il look esterno degli edifici (condominiali e no) sono già partiti e non ancora conclusi, e altri sono in procinto di aprirsi in questi giorni. Cosa succederà adesso? Come comportarsi per sfruttare al massimo – possibilmente in toto – la maxi-agevolazione del 90 per cento?

Le spese pagate entro il 31 dicembre

Cominciamo a dire che per le spese sostenute nel 2021 la detrazione del 90% è sicura. Per le persone fisiche, i professionisti e gli enti non commerciali vale il principio di cassa: quindi conta la data in cui si esegue il bonifico (non quella di addebito). Per le imprese, invece, vale il criterio di competenza: quindi la data di «ultimazione della prestazione» per i servizi, cioè i lavori eseguiti e accettati dal committente, a prescindere dal flusso dei pagamenti.

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Per ritoccare le facciate dell’immobile e ottenere l’agevolazione fiscale, non è necessario che i lavori finiscano quest’anno. Eventuali spese pagate nel 2022 beneficeranno del bonus che sarà in vigore in quel periodo: perciò, secondo le intenzioni del Governo contenute nel Documento programmatico di bilancio e da confermare in legge di Bilancio, dovrebbe esserci la detrazione del 50% sulle ristrutturazioni edilizie (ma attenzione: il 50% è solo detrazione Irpef, mentre il bonus facciate è anche Ires).
Oppure, se le opere di rifacimento della facciata prevedono anche il contestuale intervento di coibentazione (il cosiddetto cappotto termico), si potrebbe ancora beneficiare dell’ecobonus del 65% (detrazione sia Irpef che Ires).

Naturalmente, se dovesse invece arrivare la proroga “secca” del bonus facciate, ci sarebbe il 90% anche nel 2022. Ma sempre sulle facciate esterne dell’edificio visibili dalla strada: perché quelle interne anche oggi possono avere solo le agevolazioni del 50 o 65 per cento.

La cessione del bonus

Lo stesso ragionamento vale per chi vuole utilizzare l’agevolazione tramite la cessione del credito, ad esempio a una banca. Perché il bonus del 90% matura – e può essere ceduto – in relazione agli importi pagati entro il 31 dicembre. Ad esempio, se su una spesa preventivata di 1.000 viene versato 500 entro fine 2021, si potrà cedere il bonus per un valore nominale di 450 (il 90% di 500, per l’appunto). Mentre per i 500 versati nel 2022 resta valido quanto detto sopra: saranno agevolati e cedibili secondo le detrazioni in vigore l’anno prossimo. Ricordiamo anche che – diversamente dal superbonus – la possibilità di cedere il bonus facciate non è condizionata al raggiungimento di uno stato avanzamento lavori (Sal) di almeno il 30 per cento.

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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