Dal 1° gennaio 2022 si abbassa la percentuale della detrazione fiscale dal 90% al 60%. Come beneficiare di tutta la detrazione anziché solo di una parte?
Ormai è sicuro che dal 1° gennaio 2022 il bonus facciate perderà consistenza e permetterà ai contribuenti di recuperare meno soldi per i lavori di sistemazione esterna dell’edificio rispetto ad oggi. Non tutto è perso, comunque. Non ancora, perché si ha tempo fino al 31 dicembre 2021 per tentare di rimettere a nuovo l’aspetto esteriore della casa spendendo appena il 10% del costo dell’intervento. Se si aspetta troppo, anziché il 10% toccherà pagare il 40%. Cosa si può fare, allora, con il bonus facciate come il 90% anziché il 60%?
La soluzione, l’unica possibile, viene spontanea: pagare tutto prima che finisca il 2021. In questo modo, facendo fede la data del pagamento e non quella di ultimazione dei lavori, sarà possibile recuperare il 90% della spesa anziché il 60% che spetta nel 2022. Ma si può fare? E come bisogna effettuare i pagamenti? C’è da riportare in fattura qualcosa in particolare? Vediamo come sfruttare il bonus facciate nel modo migliore possibile.
Bonus facciate: a cosa dà diritto?
La nuova manovra di Bilancio introduce delle importanti novità per il bonus facciate, cioè per la seconda maggiore detrazione fiscale sulla casa, dopo il superbonus 110%. Il cambiamento più importante, come anticipato, riguarda proprio la detrazione: dal 1° gennaio 2022 non sarà più del 90% ma del 60%. E non lamentiamoci, anzi come diceva qualcuno «troppa grazia, Sant’Antonio», perché il beneficio, in una prima stesura della manovra, doveva scomparire. Ripescato al fotofinish, è stato trovato questo compromesso.
Il bonus facciate permette, dunque, fino al 31 dicembre 2021 di recuperare il 90% della spesa per il recupero o il restauro della facciata esterna degli edifici esistenti, di qualsiasi categoria catastale, compresi gli immobili strumentali, purché si trovino nelle zone A o B o assimilabili a seconda della normativa regionale e dei regolamenti edilizi comunali.
Altro vincolo per accedere all’agevolazione: la facciata oggetto dei lavori deve essere visibile dalla strada, quindi non rientrano nel bonus le parti che si affacciano, ad esempio, al cortile interno dell’immobile.
Il beneficio spetta sia ai proprietari dell’immobile sia agli inquilini che partecipano alla spesa ed è fruibile tramite:
- detrazione fiscale da riportare nella dichiarazione dei redditi e da recuperare in dieci quote annuali di pari importo;
- cessione del credito;
- sconto in fattura.
Bonus facciate: i lavori agevolati
La manovra di Bilancio 2022 non ha modificato le opere che rientrano nel bonus facciate. Quindi, beneficiano della detrazione del 90% fino al 31 dicembre 2021 e del 60% per il 2022 i seguenti lavori.
Cornicioni e balconi
Rientrano:
- pulitura e tinteggiatura della superficie;
- consolidamento, ripristino o rinnovo degli elementi che costituiscono il balcone o il cornicione.
Condizione: che si affaccino sulla facciata esterna.
Lo stesso vale per i fregi e per gli ornamenti.
Facciate
Rientrano:
- pulitura e tinteggiatura;
- consolidamento, rinnovo e ripristino degli elementi;
- miglioramento delle caratteristiche termiche.
Condizioni: rispetto dei valori limite di isolamento e dei requisiti stabiliti dalla legge nel caso in cui gli interventi abbiano un impatto dal punto di vista termico o interessino più del 10% della superficie disperdente lorda dell’edificio.
Se l’edificio è rivestito di piastrelle o di materiali da sostituire per la coibentazione, tale superficie non va conteggiata nel 10%.
Se l’incidenza supera il 25%, in presenza di altri requisiti possono rientrare nel superbonus del 110%.
Grondaie, pluviali e parapetti
Rientrano la riparazione o la sostituzione della grondaia, dei parapetti e dei pluviali della facciata esterna.
Impianti
Rientrano i lavori sugli impianti che si trovano nella parte opaca dell’edificio (un’antenna, un cavo del condizionatore, ecc.). Gli interventi su altri impianti rientrano nella detrazione del 50% sulla ristrutturazione edilizia.
Altre spese
Rientrano le spese per il noleggio del ponteggio per facciate esterne e quelle per la progettazione o per l’onorario dei professionisti che eseguono, ad esempio, una perizia, un sopralluogo o l’attestato di prestazione energetica (Ape).
Bonus facciate: quali sono i lavori non agevolati?
Non rientrano nel bonus facciate i lavori effettuati su:
- lastrici solari;
- vetrate;
- tetti;
- portoni o cancelli;
- terrazzi a livello;
- finestre;
- tende e schermature.
Bonus facciate: come sfruttare il 90% anziché il 60%
L’unico modo per beneficiare dell’intero bonus facciate al 90% anziché di quello ridotto al 60% è quello di pagare tutto in anticipo. Per alcuni contribuenti può voler dire completare dei pagamenti già iniziati, per altri invece anticipare tutti i versamenti degli interventi che intendono fare l’anno prossimo.
Va detto che per fruire del bonus fanno fede le date dei pagamenti, non quelle di inizio o fine lavori. Quindi, anticipare il tutto è perfettamente legale. Ciò significa che per sfruttare il bonus facciate prima di perdere soldi occorre fare prima del 31 dicembre 2021 i cosiddetti «bonifici parlanti» relativi ai lavori che successivamente verranno effettuati. Ovviamente, con il beneficio del rischio che un domani l’impresa possa essere inadempiente: basta sceglierne una tra le tante imprese serie che esistono in Italia, che sono la stragrande maggioranza.
La spesa effettuata tramite i bonifici parlanti dovrà essere riportata nella dichiarazione dei redditi 2021 (quella, cioè, da presentare nel 2022) per ottenere il recupero in dieci rate annuali di pari importo.
In alternativa, chi opta per lo sconto in fattura dovrà fare entro il 31 dicembre 2021 un bonifico parlante pari al 10% della spesa sostenuta. Il resto, cioè il 90% che viene coperto dallo sconto, è considerato una spesa sostenuta con il principio di cassa quando arriva il pagamento relativo alla parte non sostenuta, cioè quel 10% versato tramite bonifico.
Per lo sconto in fattura, come per la cessione del credito d’imposta, è necessaria l’asseverazione di congruità delle spese. Si tratta di un certificato redatto da un tecnico abilitato prima dell’avvio dei lavori in cui si prende atto che la spesa non supera il tetto stabilito dalla legge. Il fatto che l’asseverazione possa essere fatta prima dell’inizio degli interventi garantisce la possibilità di effettuare il bonifico parlante in base alla fattura anticipata dall’impresa senza un’ulteriore verifica a lavori ultimati.
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