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Bonus facciate, frode da oltre 5 milioni di euro, 29 indagati a Pistoia – Corriere Fiorentino

Falsi crediti per il bonus facciata. È un’indagine — quella dei finanzieri della sezione Tutela Finanza Pubblica del Nucleo di polizia economica finanziaria — che ha portato a sequestrare qualcosa come 5.139.000 euro pari al falso credito relativo al bonus facciata, misura di sostegno emanate dal Governo con il decreto rilancio (D.L.34/2020). Sigilli a soldi, ma anche a quote societarie e perfino a immobili. I finanzieri del Comando provinciale di Pistoia, coordinati dal procuratore capo Tommaso Coletta, hanno iniziato la loro attività come una «semplice» verifica fiscale nel mese di ottobre dello scorso anno. E sono partiti da una ditta edile che, improvvisamente e dal nulla, aveva cominciato a fatturare in maniera considerata anomala. Lo spunto investigativo è servito come innesco a un’inchiesta che ha portato all’iscrizione del registro degli indagati di professionisti del mattone, ma anche di titolari di alberghi (molti dei quali a Montecatini Terme, ma anche a Chianciano) e due noti commercialisti che hanno uno studio a Pistoia. L’operazione si è estesa dalla Toscana a Piemonte, Veneto e Lazio. Poi, nelle scorse settimane, sono scattate 15 perquisizioni a società immobiliari di prestigio e a noti professionisti della zona, in particolare della città termale.

Dalle indagini della procura di Pistoia e della Gdf coinvolti a vario titolo è emerso un presunto «articolato e complesso sodalizio criminale», con base operativa a Montecatini e ramificazioni nel territorio italiano ed all’estero: l’attenzione degli inquirenti è spostata in Inghilterra e in Spagna. In pratica la magistratura contesta — a vario titolo — la truffa aggravata per il conseguimento e la commercializzazione dei crediti d’imposta relativi al bonus facciata. In particolare, le indagini si sono focalizzate sull’operatività di una srl del settore edile che ha emesso, nei confronti di società proprietarie di rinomati alberghi in zona termale, fatture per lavori mai effettuati, con la modalità dello sconto in fattura e la contestuale cessione del credito, riconosciuto dall’amministrazione finanziaria, alla citata società. L’indagine condotta dai militari della guardia di finanza di Pistoia, scaturisce dall’analisi sull’origine dei crediti effettuata tramite l’utilizzo delle banche dati in uso ai finanzieri che hanno lavorato negli anni che vanno dal 2020 al 2021.


I dati sono stati incrociati con le indagini sul campo e l’acquisizione di documentazione amministrativo – contabile anche presso i vari uffici delle amministrazioni che rilasciano le autorizzazioni per l’esecuzione degli interventi di restauro decorativi di immobili di pregio. È quindi emerso un meccanismo abbastanza singolare. Ad esempio che il 10 percento dei lavori — quello cioè che doveva essere coperto dai beneficiari — era in realtà in qualche modo «truccato» con fatture, molte delle quali risultate farlocche o di comodo. Risultato: quei soldi — rimborsati dallo Stato — rimanevano nelle tasche dei proprietari delle strutture, poi finiti sotto inchiesta.

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13 luglio 2022 | 10:54

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