Gli interventi della manovra sui vari bonus edilizi, cancellando dal 2022 quello sulle facciate e riducendo la possibilità del Superbonus 110% ai soli condomini e immobili Iacp nel 2023 sta già creando polemiche, preoccupazione nei proprietari di case e richieste anche all’interno della maggioranza di rivedere la norma, che comunque dovrà essere presentata e discussa in Parlamento. Quella sulle facciate sarà la prima agevolazione fiscale a chiudersi, senza proroghe rispetto alla scadenza naturale di fine 2021. L’indicazione contenuta nel Documento programmatico di bilancio (Dpb) è poi che la proroga del Superbonus al 2023 sarà contenuta nella prossima manovra di bilancio ma da essa resterebbero esclusi gli immobili unifamiliari, ville e villette.
Niente proroga per il bonus facciate
Il bonus fiscale del 90% per il rifacimento delle facciate — una misura che era stata fortemente voluta nel governo Conte 2 dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini — andrà quindi a scadenza naturale a fine 2021. Sulla mancata proroga le critiche già avanzano, dentro la maggioranza. È un bonus che consente di recuperare il 90% dei costi sostenuti nel 2020 e 2021, senza un limite massimo di spesa. Ne possono beneficiarne tutti, perché può essere usufruito da inquilini e proprietari, residenti e non residenti nel territorio dello Stato, persone fisiche e imprese. Per averne diritto è necessario realizzare interventi di recupero o restauro della facciata esterna di edifici esistenti, di qualsiasi categoria catastale, compresi quelli strumentali. Sono agevolabili i lavori realizzati per il rinnovamento e il consolidamento della facciata esterna, inclusa la semplice pulitura e tinteggiatura, e gli interventi su balconi, ornamenti e fregi. Il vantaggio è ancora più grande dato che è possibile la cessione del credito d’imposta all’impresa, attraverso il cosiddetto «sconto in fattura». Da qui la richiesta di proroga: «Riteniamo assolutamente necessario dare un orizzonte più lungo anche al bonus facciate che è risultato molto utilizzato nei territori del Centro-Sud e nelle aree interne», ha detto il capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera Ubaldo Pagano.
La proroga limitata del Superbonus 110%.
Per quanto riguarda il Superbonus 110%, nel Dpb sono significative le distinzioni tra immobili ancora ammessi e immobili esclusi da un beneficio fiscale che ha come ratio il miglioramento energetico e quindi la riduzione dell’impatto ambientale del riscaldamento (e raffreddamento) degli edifici in un ottica green, tanto che la spesa rientra tra gli investimenti del Pnrr, finanziato dall’Europa con 13,9 miliardi di euro. Da inizio anno al 23 settembre — dati Enea — i progetti ammessi sono stati 38 mila; la stima è di arrivare a 51 mila progetti a fine anno, per un costo per lo Stato di 8,7 miliardi di euro. Nel 2020, primo anno di applicazione del Superbonus (non ancora semplificato) ci sono stati invece meno di duemila interventi, con una spesa pubblica poco sopra i duecento milioni.
In pressing Pd, Lega, M5S per la proroga
«Mi auguro che il governo voglia riproporre il superbonus nella formula attuale, che comprende anche gli immobili unifamiliari, le ville e le villette», dice la presidente della commissione Attività produttive della Camera, Martina Nardi, esponente del Pd. «Le case singole — aggiunge — sono prevalenti nelle città di provincia e nelle aree interne. Non credo che il governo voglia penalizzare questi territori a vantaggio delle grandi città. Tutti i bonus, compresi quelli per gli interventi antisismici e per le facciate, sono un fattore determinate dell’aumento di Pil. E il Paese ha bisogno di crescere».
Dal Movimento Cinquestelle si sollevano dubbi forti: «Il Governo riconsideri la decisione di non prorogare il Superbonus 110% per unifamiliari e plurifamiliari con la legge di Bilancio», scrive su Twitter Luca Sut, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Attività produttive. «Limitarsi ai condomini dopo averla annunciata senza dare dettagli è un brutto scherzo che esclude peraltro gran parte dei Comuni piccoli e medi».
Anche la Lega chiede il rinnovo totale dei benefici fiscali nell’edilizia. «La prossima manovra dovrà contenere la proroga di tutti i bonus edilizi (ristrutturazione, ecobonus, sismabonus, facciate, arredi) almeno a tutto il 2022 e il Superbonus al 2023, a favore di tutta la platea di beneficiari, inclusi gli edifici unifamiliari e le unità immobiliari funzionalmente indipendenti. Non si possono tradire le attese di proprietari ed imprese, già in difficoltà per la pandemia e il caro materiali oltre alle farraginosità di una normativa da semplificare. Solo a partire dal 2024 si potrà immaginare un decremento delle misure, quando verosimilmente le condizioni macroeconomiche della nostra economia saranno complessivamente migliorate e più stabili». Così il senatore della Lega Paolo Arrigoni, responsabile del dipartimento Energia del partito e la deputata Giorgia Andreuzza, vicepresidente della commissione Attività Produttive della Camera.
Costi delle materie prime alle stelle
C’è sicuramente un tema di costi da contenere nella riduzione della platea degli immobili che possono accedere al Superbonus. L’aumento del prezzo dei ponteggi per costruire o ristrutturare gli immobili ha superato il 400%, ha denunciato Claudio Polonia, presidente dell’Associazione nazionale ponteggiatori, secondo il quale il responsabile è «Lo Stato italiano. Le misure legate agli incentivi edilizi — ha dichiarato all’agenzia Adnkronos — andavano pianificati. Sono stati concentrati in un lasso di tempo troppo breve». «I prezzi delle materie prime continuano ad aumentare — aggiunge il presidente dell’Ance Gabriele Buia — per alcuni prodotti come polietilene siamo oltre il 300%, il ferro oltre il 200%, è insostenibile. Anche con l’aumento dell’energia i laterizi stanno aumentando», e per questo ha chiesto l’intervento dell’Antitrust per verificare eventuali speculazioni. «I tempi di consegna — continua — si dilatano sempre più e i prezzi sono rivisitati al momento della consegna, con variazioni continue» che fanno sforare i preventivi.
Il freno della burocrazia e della procedura complessa
A restringere i tempi dell’accesso al Superbonus per molti interventi è stata la complessità e la mole degli adempimenti burocratici, risolti in parte con la semplificazione introdotta la scorsa estate. Come ha sottolineato in una nota il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, la misura che «pur con qualche difficoltà legata a un eccesso di burocrazia, sta dimostrando la sua efficacia, sia in termini strettamente economici di rimessa in moto dell’edilizia e quindi delle filiere ad essa collegate, sia in termini di efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e privato».
Gli altri bonus edilizi
Per gli altri bonus edilizi si prospetta una conferma di tre anni. La proroga sarà concessa alle due agevolazioni «ordinarie» del 50% per le ristrutturazioni edilizie e del 65% per le opere di efficientamento energetico escluse dal Superbonus. Negli sconti del 50% per le ristrutturazioni rientreranno dal 1 gennaio anche gli interventi sulle facciate che non potranno più godere del 90% di sconto.
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