Nel contesto della pianificazione della politica economica dei prossimi, alla Legge di Bilancio spetta anche la proroga e l’eventuale correzione dei numerosi bonus introdotti negli anni passati. Tra essi, vi è sicuramente anche il cosiddetto Bonus Idrico.
Grazie a esso, molti cittadini italiani possono e potranno realizzare gli interventi di ristrutturazione della propria abitazione ottenendo un bonus di importo pari a un massimo di 1000 euro.
La particolarità del Bonus Idrico, che lo rende più appetibile rispetto ai molti altri che utilizzano lo strumento della detrazione fiscale o del credito d’imposta, è il fatto che esso viene corrisposto in un’unica soluzione.
A differenza di molti altri incentivi, come ad esempio il Bonus Mobili ed Elettrodomestici, la cui erogazione viene dilazionata in un certo numero di anni in sede di dichiarazione dei redditi, il Bonus Idrico viene erogato con un bonifico sul conto corrente del contribuente titolare dell’intervento di ristrutturazione.
Oltre al Bonus Idrico, nella nuova Legge di Bilancio, di cui il Parlamento sta per definire l’approvazione, conterrà anche la proroga e la modifica di tutti i bonus casa, tra i quali spiccano senza dubbio il Superbonus 110% e il Bonus Facciate.
Nell’articolo spieghiamo nel dettaglio che cos’è il Bonus Idrico, come funziona, chi ne ha diritto e come ottenerlo. E infine proveremo a capire quali saranno le modifiche a partire dal nuovo anno.
Bonus Idrico: che cos’è?
Il Bonus Idrico è una indennità, erogata una tantum, a tutti quei contribuenti che intervengono con lavori di ristrutturazione sul proprio immobile, al fine di operare un rinnovamento che comporti un risparmio delle risorse idriche.
Ciò vale a dire, più concretamente, che il Bonus Idrico è rivolto a tutti coloro che realizzano interventi che prevedono la sostituzione dei sanitari, dei rubinetti, e più in generale di tutti quegli elementi dell’immobile che gestiscono le risorse idriche.
Bonus Idrico: quali sono gli interventi ammessi?
Per entrare più nel dettaglio, il Bonus Idrico rimborsa le spese che prevedono i seguenti interventi:
- la sostituzione e la fornitura di sanitari in ceramica, il cui sistema di scarico abbia una portata uguale o inferiore ai 6 litri;
- la sostituzione e la fornitura dei sistemi di scarico che gestiscono le risorse idriche dei sanitari; in questo caso, occorre precisare che vengono inclusi tra gli interventi rimborsabili anche tutti i lavori di professionisti del settore edile o del settore idraulico che concorrano al rinnovamento dei sistemi di scarico;
- la sostituzione e la fornitura di rubinetti e miscelatori, nonché di tutti quegli elementi che gestiscono il flusso dell’acqua, purché (anche qui) la portata sia uguale o inferiore a 6 litri al minuto; anche in questo caso, vengono inclusi tutti i lavori di professionisti del settore edile o del settore idraulico che concorrano al rinnovamento del sistema di gestione del flusso idrico;
- la sostituzione e la fornitura dei soffioni della doccia, nonché delle colonne della stessa; affinché l’intervento sia rimborsabile, occorre che la portata del flusso idrico sia uguale o inferiore a 9 litri al minuto; naturalmente, anche in questo caso, vengono incluse tutte le attività dei professionisti del settore edile o del settore idraulico che concorrano al rinnovamento del sistema di gestione del flusso idrico.
Bonus Idrico: come funziona?
Il Bonus Idrico, lo abbiamo già accennato, prevede un rimborso delle spese sostenute per gli interventi di cui sopra, fino a un massimo di 1000 euro.
La principale differenza, che distingue questa indennità rispetto alle molte altre previste per gli interventi di ristrutturazione (Bonus Facciate, Superbonus 110%, Bonus Mobili ed Elettrodomestici, Bonus Verde, e via dicendo) è il fatto che esso non si serve dello strumento della detrazione fiscale o del credito d’imposta per erogare quanto dovuto.
Esso, non verrà corrisposto suddividendo l’importo in un certo numero di rate successivamente alla presentazione della propria dichiarazione dei redditi. Ma viene erogato in un’unica soluzione, mediante un semplice accredito sul conto corrente del destinatario.
Naturalmente, questo significa anche che il Bonus Idrico viene erogato fino a esaurimento dei fondi disponibili stanziati dal Governo. Come vedremo, l’entità dei fondi prevista per i prossimi anni rappresenta una delle modifiche più importanti rispetto a quanto accaduto per il 2021.
Bonus Idrico: chi ne ha diritto?
Per poter beneficiare del Bonus Idrico non sono richieste attestazioni che certifichino una particolare condizione reddituale da rispettare. Si tratta, infatti, di una misura con una vocazione universalistica, per la quale non sono previste restrizioni o un ricalcolo dell’importo spettante a seconda del valore del reddito complessivo del titolare dell’intervento.
Per poter beneficiare di questo particolare bonus, dunque, non occorrerà presentare alcuna attestazione ISEE. Sarà infatti sufficiente essere un cittadino italiano, essere maggiorenne e avere residenza sul territorio italiano.
E, naturalmente, per poter ottenere il Bonus Idrico occorre essere anche proprietari dell’immobile nel quale viene effettuato l’intervento di ristrutturazione. O, al più, essere titolari di un contratto di locazione.
Bonus Idrico: cosa succede se l’immobile è cointestato?
Il rimborso è anche previsto per quei casi in cui l’immobile nel quale si effettua l’intervento di sostituzione dei sanitari o di tutti quegli elementi che danno diritto al bonus sia intestato a più proprietari.
In questo specifico caso, però, oltre alla documentazione che attesti la realizzazione dell’intervento e l’ammontare dei costi, è opportuno presentare anche un documento che certifichi il consenso dell’altro (o degli altri) intestatario del diritto di proprietà sull’immobile alla realizzazione dei lavori.
Stessa documentazione deve essere presentata per gli inquilini in affitto, i quali devono documentare il consenso del proprietario (locatario) dell’immobile alla realizzazione dei lavori di ristrutturazione.
Come richiedere il Bonus Idrico?
La procedura per poter ottenere il Bonus Idrico è interamente telematica. Il Ministero della Transizione Ecologica, il quale ha in carico la gestione di tale indennità, sta infatti approntando un portale dedicato alla presentazione delle domande.
Per potervi accedere, occorrerà essere in possesso di un Profilo di Identità Digitale (SPID) oppure di una Carta d’Identità Elettronica (CIE). Naturalmente, in quest’ultimo caso, sarà necessario disporre di un lettore per smartcard.
Una volta effettuato l’accesso alla propria area riservata, occorrerà poi inserire innanzitutto i dati anagrafici del soggetto titolare dell’intervento di ristrutturazione di sanitari, rubinetteria e degli elementi che concorrono a gestire le risorse idriche.
Verrà successivamente richiesto l’importo complessivo speso per gli interventi, nonché le specifiche tecniche dello stesso.
Occorrerà cioè indicare quali beni sono stati acquistati (ad esempio, rubinetti, vasi sanitari in ceramica, soffione della doccia e così via), il tipo di installazione effettuata e l’entità dell’intervento edile o idraulico effettuato. Occorrerà anche immettere nella piattaforma i dati catastali che consentano di identificare l’immobile nel quale si è realizzato l’intervento.
Infine, verranno richieste anche le coordinate bancarie grazie alle quali sarà possibile effettuare l’accredito del rimborso. Come abbiamo detto, infatti, il Bonus Idrico prevede l’erogazione dell’indennità direttamente sul conto corrente dell’intestatario dell’intervento.
Naturalmente, è bene sapere che il Bonus Idrico prevede l’erogazione di una indennità una tantum. Ciò significa che, in sede di compilazione del modulo online, sarà richiesto di barrare la casella che attesta il fatto di non avere già percepito l’indennità per altri interventi simili.
Cosa cambia con il Bonus Idrico dal 2022?
Come abbiamo detto, la proroga del Bonus Idrico anche per gli anni a venire prevede però alcune modifiche.
Innanzitutto, è bene precisare che il bonus in questione sarà in vigore ancora per altri due anni. Esso è infatti stato prorogato fino al 31 dicembre 2023. Questo si è probabilmente reso necessario in ragione del fatto che la piattaforma (realizzata da Sogei), e di cui si è detto nel capitolo precedente, non è ancora stata resa operativa.
E infatti, a dispetto di quanto dichiarato in precedenza dal Governo, non si è ancora potuto inoltrare le domande per poter ottenere il Bonus Idrico.
La modifica più significativa, però, a questa indennità, riguarda l’entità dei fondi stanziati per essa. Se inizialmente si era previsto un fondo di 20 milioni di euro, esso è ora stato ridotto a 5 milioni di euro all’anno, per gli interventi effettuati nel corso del 2021 e del 2022. Mentre i fondi disponibili per il 2023 vengono ulteriormente ridotti a 1,5 milioni di euro.
Questo, in concreto, considerato il fatto che l’approvazione delle domande e l’erogazione del bonus è prevista fino a esaurimento delle risorse previste, significa che si determinerà una sorta di click day dal momento in cui la piattaforma realizzata da Sogei diventerà operativa.
E dunque, per tutti coloro che hanno realizzato interventi inclusi tra quelli che danno diritto al Bonus Idrico, occorrerà prestare bene attenzione al momento in cui sarà possibile inoltrare la domanda. Perché è verosimile pensare che ciò sarà possibile soltanto per alcune ore.
Se, infatti, suddividiamo l’entità dei fondi (5 milioni di euro) per l’importo massimo erogabile (1000 euro) ci rendiamo conto che circa 5 mila soggetti potranno beneficiarne.
Ciò, ovviamente, nell’eventualità in cui tutte le indennità siano riconosciute per il massimo del loro valore. Il numero dei soggetti beneficiari potrebbe incrementarsi qualora l’erogazione dei fondi sia prevista per importi inferiori.
Diversamente, per il 2023, considerato il fatto che le risorse disponibili diminuiscono fino a 1,5 milioni di euro, il numero dei soggetti che potrebbero beneficiare del bonus scenderebbe a soli 1500.
Insomma, occorre stare all’erta e farsi trovare pronti nel momento in cui la piattaforma Sogei sarà operativa.
Copywriter e collaboratore giornalistico, classe 1987.
Ho una laurea in filosofia conseguita presso l’Università degli Studi di Torino. Ho studiato a lungo il processo di integrazione europea e i meccanismi di integrazione delle società complesse, fissando il risultato delle mie ricerche in due distinte pubblicazioni: “Il processo di integrazione europea” e “Razionalizzazione della solidarietà”. Mi interesso dell’attualità politica, di economia, storia e teoria della comunicazione. Quando non scrivo, o faccio ricerca, svolgo attività di consulenza per le aziende, curandone tutti gli aspetti della comunicazione, interna ed esterna.
Il mio motto è? “I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo”.
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