Aggiornamento del 31 dicembre 2021: Il testo ufficiale e definitivo della Legge Bilancio 2022 – Legge 30 dicembre 2021 n. 234 – è stato pubblicato nel supplemento n.49 della GU Serie Generale 310 del 31 dicembre 2021. Così arriva la conferma definitiva sulla validità del Bonus Mobili fino al 2024 e rese note le nuove indicazioni che interessano il tetto di spesa.
La bozza della Legge di Bilancio 2022 aveva già confermato il Bonus Mobili ed Elettrodomestici fino al 2024, ma con una rilevante modifica sul il tetto di spesa. Solitamente fissato a 10 mila euro e poi salito a 16 mila per il 2021 la bozza della nuova legge lo aveva fissato a 5 mila euro. Ora invece grazie ad un emendamento alla Legge di Bilancio 2022 il tetto di spesa è tornato a 10 mila euro per il 2022. Per il 2023 e 2024 invece sarà di 5 mila euro >> ne abbiamo parlato qui
Qualora gli interventi di recupero del patrimonio edilizio che danno diritto al Bonus Mobili siano effettuati nell’anno precedente a quello dell’acquisto (ovvero siano iniziati nell’anno precedente a quello dell’acquisto e proseguiti in detto anno) il limite di 10 o 5 mila euro è considerato al netto delle spese sostenute nell’anno precedente per le quali si è fruito della detrazione.
Continua a leggere per sapere come funziona il Bonus Mobili nel dettaglio!
** Il Bonus Mobili ed Elettrodomestici è una misura di agevolazione fiscale a favore di chi realizza interventi di ristrutturazione edilizia rientranti tra quelli compresi nella detrazione del 50% (il cosiddetto Bonus Ristrutturazioni). Consente di portare in detrazione sulla propria dichiarazione dei redditi il 50% delle spese per l’acquisto di mobili, arredi e grandi elettrodomestici. La detrazione deve essere ripartita tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo.
La detrazione Irpef del 50% vale per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A per i forni, E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, F per i frigoriferi e i congelatori (per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica), destinati ad arredare un immobile oggetto di interventi di ristrutturazione >> per non sbagliare leggi il nostro focus sulla classificazione energetica degli elettrodomestici ammessi al bonus
Bonus Mobili 2022: tetto di spesa a 10 mila euro
Per l’anno solare 2021il tetto di spesa era stato aumentato di 6 mila euro (passando dai 10 mila degli anni precedenti ai 16 mila euro). Per il 2022 invece torna a 10 mila euro, e si abbassa a 5 mila euro per gli anni 2023 e 2024.
Il Bonus Mobili 2022, ricorda l’Agenzia, può essere chiesto solo da chi realizza un intervento di ristrutturazione iniziato in data non anteriore al primo gennaio 2021. Per gli acquisti di mobili-elettrodomestici effettuati nel 2021, invece, è possibile fruire della detrazione solo se l’intervento di ristrutturazione è iniziato in data non anteriore al primo gennaio 2020.
Ricordiamo che in ogni caso la data dell’inizio dei lavori di ristrutturazione deve essere anteriore a quella in cui si acquistano i beni. Non è invece importante che le spese di ristrutturazione siano sostenute prima di quelle per l’acquisto dei mobili.
Guida Entrate Bonus Mobili
Agenzia delle Entrate ha aggiornato la Guida per il Bonus Mobili prorogato fino al 2024 dalla nuova Legge di Bilancio. Eccola.
>> Leggi e scarica qui la Guida Entrate Bonus Mobili <<
Bonus Mobili, per quali lavori
Abbiamo già accennato al fatto che può usufruire del Bonus Mobili chi realizza interventi di ristrutturazione edilizia rientranti tra quelli compresi nella detrazione del 50%, il cosiddetto Bonus Ristrutturazioni. Ma quali sono questi lavori? Ed è possibile avere il Bonus Mobili anche senza una ristrutturazione vera e propria? Sì. Ma procediamo con ordine partendo dalla prima distinzione fondamentale, perché le regole sono diverse: interventi su parti comuni di edifici residenziali e interventi su singole unità immobiliari residenziali.
Bonus Mobili su parti comuni di edifici residenziali
- Manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia
Esempi di manutenzione ordinaria su parti comuni:
- tinteggiatura pareti e soffitti
- sostituzione di pavimenti
- sostituzione di infissi esterni
- rifacimento di intonaci
- sostituzione tegole e rinnovo delle impermeabilizzazioni
- riparazione o sostituzione di cancelli o portoni
- riparazione delle grondaie
- riparazione delle mura di cinta
NON sono compresi tra gli interventi che danno diritto al Bonus Mobili ed Elettrodomestici:
- quelli finalizzati all’adozione di misure dirette a prevenire il rischio di atti illeciti da parte di terzi (a meno che, per le loro particolari caratteristiche, non siano anche inquadrabili tra gli interventi edilizi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro o risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia)
- la realizzazione di posti auto o box pertinenziali.
Quando si effettua un intervento sulle parti condominiali (ad esempio guardiole,
appartamento del portiere, lavatoi, ecc.), tutti i condòmini hanno diritto alla detrazione, ciascuno per la propria quota, ma solo per i beni acquistati e destinati ad arredare queste parti. Il bonus quindi non è concesso se a seguito di lavori su parti condominiali si acquistano arredi per la propria abitazione.
Bonus Mobili su singole unità residenziali
- Manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti.
- Ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi, se è stato dichiarato lo stato di emergenza
- Restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da
cooperative edilizie che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano
l’immobile
Una specifica importante: in questo caso il Bonus Mobili spetta anche se i beni acquistati (mobili-elettrodomestici) sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio! E anche quando i beni acquistati sono destinati ad arredare l’immobile ma l’intervento cui è collegato l’acquisto viene effettuato solamente su una pertinenza dell’immobile stesso, anche se autonomamente accatastata.
Esempi di manutenzione straordinaria:
- installazione di ascensori e scale di sicurezza;
- realizzazione dei servizi igienici;
- sostituzione di infissi esterni con modifica di materiale o tipologia di infisso;
- rifacimento di scale e rampe;
- realizzazione di recinzioni, muri di cinta e cancellate;
- costruzione di scale interne;
- sostituzione dei tramezzi interni senza alterazione della tipologia dell’unità immobiliare;
- interventi finalizzati all’utilizzo di fonti rinnovabili di energia, ad esempio l’installazione di una stufa a pellet o di impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, o l’installazione o l’integrazione di un impianto di climatizzazione invernale ed estiva a pompa di calore;
- sostituzione della caldaia (in quanto intervento diretto a sostituire una componente
essenziale dell’impianto di riscaldamento).
Attenzione: i lavori di manutenzione ordinaria su singoli appartamenti (per esempio, tinteggiatura di pareti e soffitti, sostituzione di pavimenti, sostituzione di infissi esterni, rifacimento di intonaci interni) non danno diritto al Bonus Mobili!
Bonus Mobili senza ristrutturazione
Abbiamo visto che rientrano nel concetto di manutenzione straordinaria, e quindi danno diritto al Bonus Mobili, anche la semplice installazione di una stufa a pellet (o di impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili), l’installazione (o integrazione) di un impianto di climatizzazione invernale ed estiva a pompa di calore, e addirittura la sola sostituzione della caldaia. Non è quindi necessario intraprendere un elaborato intervento di ristrutturazione per poter avere accesso alla detrazione per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici! >> ne abbiamo parlato anche qui!
Bonus Mobili e interventi Ecobonus
Possibile usufruire del Bonus Mobili se gli interventi rientrano nell’Ecobonus anziché nel Bonus Ristrutturazioni? La risposta è negativa: Ecobonus e Bonus Mobili non sono compatibili. Gli interventi per i quali si usufruisce della detrazione del 65%, finalizzati al risparmio energetico (per esempio, l’installazione di pannelli solari, la sostituzione impianti di climatizzazione invernale, la riqualificazione energetica di edifici esistenti), non consentono di ottenere la detrazione per acquisto di mobili e grandi elettrodomestici.
Bonus Mobili: cosa rientra, per quali acquisti
Ma cosa si può acquistare con l’agevolazione? Rientrano nel Bonus Mobili le spese per l’acquisto di:
1. Mobili tradizionali nuovi: Con questa dicitura si intendono tutti gli arredi classici di cucina, soggiorno, camere da letto e bagni. Sì quindi a letti (inclusi i materassi), armadi, cassettiere, credenze, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, armadi e scansie, poltrone, divani, tavolini, ecc. Non rientrano nell’agevolazione gli acquisti di mobili usati o di antiquariato. In altri termini: la mobilia deve essere nuova di fabbrica.
Sono anche esclusi i sanitari del bagno come lavabi, wc, piatti doccia e bidet che, in caso di ristrutturazione, rientrano nelle spese agevolabili con il bonus sul recupero edilizio.
2. Elettrodomestici bianchi: Tutti i cosiddetti elettrodomestici bianchi (frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, ecc.), purché nella corretta classe energetica, possono essere acquistati e portati in detrazione con il Bonus Mobili per l’anno in corso. Rientrano nella categoria dei dispositivi agevolabili anche i forni.
In linea generale sono tutti elettrodomestici bianchi, e quindi detraibili, gli apparecchi inclusi nella lista dell’allegato alla direttiva 2002/95/CE sui RAEE, recepita nell’ordinamento italiano con il d.lgs. 151/2005, che riportiamo integralmente:
- Frigoriferi
- Congelatori
- Altri grandi elettrodomestici utilizzati per la refrigerazione, la conservazione e il deposito di alimenti
- Lavatrici
- Asciugatrici
- Lavasciuga
- Lavastoviglie
- Apparecchi di cottura
- Stufe elettriche
- Piastre riscaldanti elettriche
- Forni a microonde
- Altri grandi elettrodomestici utilizzati per la cottura e l’ulteriore trasformazione di alimenti
- Apparecchi elettrici di riscaldamento
- Radiatori elettrici
- Altri grandi elettrodomestici utilizzati per riscaldare stanze, letti e mobili per sedersi
- Ventilatori elettrici
- Apparecchi per il condizionamento
- Altre apparecchiature per la ventilazione, l’estrazione d’aria e il condizionamento
3. Apparecchi di illuminazione: Sono inclusi nell’agevolazione solo i complementi di arredo costituiti da apparecchi di illuminazione (lampadari, faretti, lampade, ecc.) che risultino “necessari” alle opere di ristrutturazione. Come per i mobili di cui al punto 1, sono esclusi dal bonus elementi antichi e di antiquariato.
Tra le spese da portare in detrazione si possono includere quelle di trasporto e di
montaggio dei beni acquistati. È invece escluso l’acquisto di porte, pavimentazioni (per esempio, il parquet), tende e tendaggi, altri complementi di arredo.
Bonus Mobili, come pagare
Con bonifico bancario o postale, carte di credito o debito. Non sono ammessi in nessun caso contanti, assegni bancari o altri mezzi di pagamento. Per quanto riguarda i bonifici – a differenza di quanto avviene per la detrazione del 50% sulle ristrutturazioni, per cui il pagamento va effettuato esclusivamente tramite bonifico bancario parlante (soggetto a ritenuta) – basta utilizzare un semplice bonifico bancario o postale. Con la circolare n. 7/2016 l’Agenzia delle entrate ha infatti precisato che non è obbligatorio l’uso del bonifico soggetto a ritenuta appositamente predisposto dalle banche e da Poste Spa per le spese di ristrutturazione edilizia. Stesse modalità sono richieste per il pagamento delle spese di trasporto e di montaggio dei beni, anch’esse agevolabili
Documenti da conservare
Sono da conservare le fatture, o lo scontrino che riporta il codice fiscale dell’acquirente, con la specifica della natura, della qualità e della quantità dei beni e dei servizi acquistati, e le ricevute di pagamento. Se lo scontrino o la fattura non riportano i dati del compratore, si può fruire del bonus se c’è riconducibilità al contribuente titolare del bancomat in base alla corrispondenza con i dati della transazione (negoziante, importo, giorno di acquisto, ora). Il pagamento può essere documentato con la ricevuta del bonifico o, quando si paga con carta, attraverso la ricevuta di avvenuta transazione e documentazione di addebito sul conto corrente.
Conservare i documenti sulla classe energetica dell’elettrodomestico acquistato, se previsto l’obbligo dell’etichetta o, in caso contrario, una dichiarazione che attesti che per il prodotto acquistato non è ancora previsto.
Per dimostrare la data di inizio lavori di recupero del patrimonio edilizio, bisogna conservare le abilitazioni amministrative o le comunicazioni richieste dalla legislazione edilizia, a seconda del tipo di lavoro da realizzare, oppure la comunicazione preventiva all’Azienda sanitaria locale, quando è obbligatoria. Per gli interventi edilizi per i quali non sono previste comunicazioni o titoli abilitativi, basta attestare la data di inizio lavori con una semplice dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.
Bonus Mobili, come richiederlo
Specifichiamo che l’ottenimento della detrazione non è automatico, ma occorre indicare le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi (modello Redditi persone fisiche o modello 730 >> qui trovi il nuovo modello 730). La detrazione spetta unicamente al contribuente che usufruisce anche della detrazione per le spese di intervento di recupero del patrimonio edilizio. Ad esempio attenzione: se le spese di ristrutturazione sono state sostenute solo da uno dei coniugi e quelle per l’arredo dall’altro, il Bonus Mobili non spetta a nessuno dei due.
Si ha diritto al bonus anche quando il contribuente ha scelto, in alternativa alla fruizione diretta delle detrazioni per gli interventi di ristrutturazione, di cedere il credito o di esercitare l’opzione per lo sconto in fattura.
Cessione del credito Bonus Mobili: si può?
Non è possibile optare per cessione del credito o sconto in fattura per quanto riguarda l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. L’unico modo per recuperare il bonus è la detrazione in 10 anni in sede di dichiarazione dei redditi. C’era stata una proposta in questo senso, ma è stata bocciata in Senato (la notizia è del 7 maggio 2021).
Bonus mobili: dubbi frequenti
Entro quanto tempo devo acquistare i mobili dalla fine dei lavori di ristrutturazione?
Esiste un termine dalla fine dei lavori di ristrutturazione entro il quale effettuare l’acquisto dei mobili? La legge non ha previsto nessun vincolo temporale nella consequenzialità tra la conclusione dei lavori di ristrutturazione e l’acquisto dei mobili, ma per ottenere il bonus è necessario che la data dell’inizio dei lavori di ristrutturazione sia anteriore a quella in cui si acquistano i beni. Non è invece importante che le spese di ristrutturazione siano sostenute prima degli acquisti dei mobili.
Niente comunicazione all’Enea: confermato
Dal 1° gennaio 2018 vanno comunicati all’Enea gli acquisti di alcuni elettrodomestici per i quali si può usufruire del bonus (forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga, lavatrici). Però è stato chiarito (con la risoluzione n. 46/E del 18 aprile 2019)
che la mancata o tardiva trasmissione non implica la perdita del diritto alle detrazioni.
Box pertinenziale: Bonus Mobili o no?
L’Agenzia delle Entrate, nelle FAQ della nuova guida, ha chiarito che la detrazione Irpef del 50% per la ristrutturazione spetta anche per l’acquisto o la realizzazione di posti auto pertinenziali già realizzati e per la costruzione di autorimesse o posti auto, anche a proprietà comune .
Ma, anche se l’acquisto o la costruzione di un box pertinenziale dà diritto al bonus ristrutturazioni, questo tipo di intervento non rientra tra gli interventi di recupero del patrimonio edilizio che permettono di avere la detrazione per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. Usufruire del bonus ristrutturazione è infatti condizione necessaria ma non sufficiente per accedere al Bonus Mobili, per ottenere il quale è indispensabile realizzare su singoli appartamenti lavori di: manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia.
Bonus Mobili per la caldaia: si! Perché?
L’Agenzia delle Entrate, nelle Faq presenti nella nuova guida, precisa che la sostituzione della caldaia consente la detrazione del Bonus mobili, visto che si tratta di manutenzione straordinaria poiché è un intervento diretto a sostituire una componente essenziale dell’impianto di riscaldamento.
La sostituzione della caldaia, proprio in quanto manutenzione straordinaria, dà diritto al bonus ristrutturazioni e, come conseguenza, consente l’accesso al bonus mobili.
Bonus Mobili per le spese di trasporto
Rispondendo a un quesito di un utente, le Entrate ci ricordano che in base al paragrafo 3.4 della circolare n. 29/E del 18 settembre 2013, nell’importo delle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici per i quali si usufruisce della detrazione del 50% bonus mobili, si possono considerare anche le spese di trasporto (e di montaggio) dei beni acquistati. I pagamenti di tali spese devono essere effettuati con bonifico o carta di debito o credito; non si può quindi pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.
Bonus Mobili e pertinenze
Da un quesito abbiamo poi la conferma che il Bonus Mobili spetta anche se l’intervento di recupero edilizio viene eseguito su una pertinenza. Infatti, come si legge nella circolare 7/E del 27 aprile 2018 (pag. 262), “Il bonus mobili spetta anche qualora i mobili e i grandi elettrodomestici siano destinati ad arredare l’immobile ma l’intervento cui è collegato tale acquisto sia effettuato sulle pertinenze dell’immobile stesso, anche se autonomamente accatastate”. Del resto, nella guida dell’Agenzia delle Entrate si legge anche che “La detrazione spetta anche quando i beni acquistati sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio”.
Bonus Mobili ed eredi
Sempre da un quesito, apprendiamo con chiarezza che, in caso di morte del contribuente, la parte non usufruita di Bonus Mobili non passa agli eredi per i rimanenti periodi di imposta (si veda la circolare n. 17/E del 24 aprile 2015, paragrafo 4.6). Approfondisci qui.
Bonus Mobili e infissi
Per gli interventi di sostituzione degli infissi, invece, si può beneficiare sia della detrazione per recupero edilizio sia del bonus mobili? La risposta è SI.
Bonus Mobili e parquet
Si può usufruire del bonus mobili per il parquet? No. Non rientrano nell’ambito dell’agevolazione gli acquisti di porte, di pavimentazioni (per esempio, il parquet), di tende e tendaggi, nonché di altri complementi di arredo (circolare n. 7/E del 4 aprile 2017). La sostituzione di pavimenti rientra fra i lavori di manutenzione ordinaria, che possono fruire della detrazione 50% per le ristrutturazioni solo quando sono eseguiti su parti comuni del condominio. Se però il lavoro fa parte di un intervento più vasto agevolabile anche la spesa per la sostituzione del pavimento in una abitazione privata può essere detratta al 50%.
Bonus Mobili per tende e porte
Tende e porte generalmente non rientrano nel Bonus Mobili. Tende e porte possono rientrare nel bonus ristrutturazione e nell’ecobonus, a determinate condizioni. Le porte interne non beneficiano di detrazioni ma se si opta per l’installazione di una porta blindata interna l’intervento ottiene la detrazione del 50%. Stessa agevolazione anche per: porte blindate esterne, porte esterne e porte-finestra >> Leggi anche Sostituzione porta blindata, quali bonus si possono sfruttare
Se le tende rispettano i requisiti dell’allegato M del Dlgs 311/2006 possono usufruire dell’ecobonus 50%. Escluse le tende decorative, accedono all’agevolazione: tende esterne (da sole, cappottine mobili, tende a veranda, tende a rullo, pergole con schermo in tessuto tende per veranda, ecc), chiusure oscuranti (veneziane, tapparelle, persiane, frangisole, chiusure tecniche oscuranti in genere) e tende tecniche da interno (rulli avvolgibili, veneziane, plissettate, sistemi winter garden, skylighter, vertical).
Leggi l’articolo Bonus mobili, ristrutturazioni e Ecobonus: novità su bonifici e coppie di fatto
Bonus Mobili, la normativa
Sul sito delle Entrate trovi tutta la normativa aggiornata sul Bonus Mobili.
Annullato: Bonus mobili per coppie under 35
La Legge Finanziaria 2017 ha escluso la possibilità per i giovani under 35 di fruire dell’agevolazione del bonus arredi anche senza lavori edilizi.
La manovra finanziaria del 2016 aveva introdotto un’importante novità: la possibilità offerta alle giovani coppie under 35 di fruire dell’agevolazione del bonus arredi anche senza lavori edilizi, come già avevamo anticipato in fase di discussione della legge di stabilità.
I punti cardine di questa nuova opportunità erano i seguenti:
– La detrazione era del 50% sulle spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2016 su mobili ed elettrodomestici bianchi (vedi sopra per ulteriori dettagli) per una spesa massima di 16.000 euro.
– Il bonus si suddivideva tra gli aventi diritto e si recupera nell’arco di 10 anni con quote di pari importo (quindi, nell’ipotesi di una spesa di 16.000 euro, si parla di una detrazione di 800 euro all’anno per 10 anni).
– L’agevolazione era riservata alle coppie di sposi o di conviventi more uxorio da almeno tre anni e in cui almeno uno dei componenti della coppia abbia meno di 35 anni di età. Inoltre la coppia doveva avere acquistato un’abitazione da destinare a residenza principale.
– Per fruire del bonus mobili e arredi 2016 riservato alle giovani coppie, i mobili dovevano servire ad arredare la casa acquistata.
– Questa agevolazione non era cumulabile con quella riservata all’acquisto del mobilio per lavori di ristrutturazione edilizia. In altre parole o si optava per il bonus mobili “classico” o per quello riservato alle “coppie under 35“.
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