Anche per gli acquisti nel 2021 si potranno sfruttare le detrazioni Irpef meglio conosciute come bonus mobili.
Con il doppio obiettivo di rendere più moderni gli immobili e di ridare slancio al settore edile, tra i più colpiti dall’emergenza Covid, così è stato prorogato il bonus mobili. Si tratta della agevolazione fiscale che è stata prorogata con l’ultima legge di Bilancio. Infatti con la manovra di Bilancio si è deciso di potenziare la detrazione portandola a 16mila euro come tetto massimo su cui calcolare la detrazione spettante. Inoltre è stato deciso di ampliare la possibilità anche agli acquisti effettuati nel 2021.
Detrazione Irpef bonus mobili, come funziona?
Quindi, ampliata fino a 16.000 euro la somma massima su cui poi si va a calcolare la detrazione Irpef del 50%. Questo però solo per gli acquisti effettuati nel corso del 2021. Infatti per quelli del 2010 la soglia resta ferma a 10.000 euro. Per poter ottenere il beneficio fiscale previsto però, occorre che i mobili siano destinati a finire dentro immobili che sono oggetto di opere di ristrutturazione e con lavori realizzati nel 2019, oppure iniziati nel 2019 e proseguiti nel 2020. Quando si parla di bonus mobili si parla di acquisto non solo di mobili da arredamento, ma anche di elettrodomestici, e ripetiamo, solo se gli immobili a cui sono destinati gli acquisti, sono stati oggetto di ristrutturazione.
Bonus mobili, tra sconto in fattura e cessione del credito
La detrazione Irpef spettante è pari al 50% delle spese sostenute per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici. Per questi ultimi occorre che essi siano di classe non inferiore alla A+. Per poterla sfruttare anche sugli acquisti effettuati nel 2021, come previsto dalla ultima legge di Bilancio, occorre che la detrazione sia collegata ad interventi di ristrutturazione iniziati in data non anteriore al 1° gennaio 2019. Non c’è collegamento alcuno del bonus mobili spettante con le spese per le opere di ristrutturazione.
Ricapitolando, a prescindere da ciò che si spende per i lavori di ristrutturazione, la detrazione del 50% va calcolata su un importo massimo di 16.000 euro sia per mobili che per grandi elettrodomestici di classe A+ o superiore. Anche per questo genere di detrazione si deve operare in 10 quote di uguale importo in 10 anni.
La misura originaria grazie ad un emendamento, avrebbe dovuto prevedere in alternativa al benefit fiscale diretto per l’interessato, anche la possibilità di cedere il credito. Possibilità che è stata negata proprio per la bocciatura dell’emendamento. Infatti p ufficialmente sfumata la possibilità di cessione del credito per il bonus mobili.
Nel testo del primo decreto Sostegni infatti non è stato inserito il provvedimento che permetteva tanto la cessione del credito che lo sconto in fattura.
Pertanto, il bonus che permette di recuperare il 50% di massimo 16.000 euro spesi per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici per case oggetto di ristrutturazione, perde una parte importante di appeal. E sarà un vero unicum dal momento che il bonus per le spese relative all’acquisto di mobili ed elettrodomestici in seguito ad interventi di ristrutturazione edilizia, sarà l’unico rimasto fuori dalla opzione di cessione del credito o di sconto in fattura.
In altri termini adesso non c’è via alternativa per recuperare il bonus spettante che non sia quella della presentazione della dichiarazione dei redditi. E il bonus viene reso meno appetibile dal momento che molti potrebbero essere persuasi in negativo dal troppo tempo che serve per recuperare il tutto (i 10 anni previsti).
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