Tutto rinviato al prossimo click day. In attesa dei nuovi fondi (già promessi), il bonus mobilità per ora si ferma qui. Finiti in poco più di 24 ore i 215 milioni di euro di incentivi statali stanziati in maggio dal decreto Rilancio e assegnati i circa 600 mila bonus per l’acquisto di bici, e-bike, monopattini elettrici, hoverboard, segway, ma anche per i servizi di mobilità condivisa come lo scooter sharing o il bike sharing, per i prossimi bonus ora bisognerà attendere l’approvazione definitiva della legge di Bilancio che, come promesso dagli stessi ministri dell’Economia e dell’Ambiente, Roberto Gualtieri e Sergio Costa, stanzierà nuovi fondi ad hoc.
La promessa del ministro
E questo nonostante il ministro Costa il 3 novembre, alla fine del disastroso «click day» che ha visto andare in tilt siti,piattaforme e provider di Spid , abbia promesso: «Nessun cittadino sarà lasciato indietro, rimborseremo tutti». Sicuramente rimarranno delusi però moltissimi di coloro che anche mercoledì mattina hanno provato a chiedere i rimborsi, spinti dalle parole del ministro: finiti i fondi statali infatti non è stato più possibile caricare sulla piattaforma www.bonusmobilita.it i dati richiesti, visto che il sistema, come confermato anche dal ministero dell’Ambiente, è stato tarato per bloccare l’immissione di nuovi documenti una volta finita la cifra stanziata. Ma lo stesso ministero dell’Ambiente invita «chi non abbia ottenuto il rimborso per mancanza di risorse a conservare i relativi documenti contabili degli acquisti di beni e servizi incentivati dal Programma tra il 4 maggio 2020 e il 2 novembre 2020».
La protesta dei consumatori
Insorgono però le associazioni di consumatori che, dopo il caos del 3 novembre, chiedono chiarimenti sulle responsabilità dei soggetti coinvolti, dal ministero dell’Ambiente alla Sogei, società che per conto del ministero dell’Economia gestisce la piattaforma digitale che eroga i bonus, a Poste Italiane, il cui provider dello Spid (l’identità digitale) martedì è andato in tilt impedendo l’accesso al bonus a tutti i suoi utenti lasciandoli in coda (virtuale) per ore e ore. L’Aduc invita il ministro Costa «a risolvere i problemi di sistema e a rifinanziare tempestivamente il fondo» e annuncia vie legali, il Codacons promette esposti in Procura e l’Unc chiede al ministro Costa «di mantenere la promessa fatta martedì inserendo nella legge di Bilancio tutti i milioni necessari a coprire tutte le domande».
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