Bonus per la eMobility: all’estero ci credono di più
di Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae
In attesa che la eMobility decolli davvero anche nel nostro Paese, l’unico modo per abbassare le emissioni delle auto di nuova immatricolazione, e svecchiare il circolante, è continuare a incentivare con obbligo di rottamazione la fascia 61-135 g/km, che ha dimostrato di poter abbattere in modo massiccio la quota delle auto con emissioni superiori.
Le misure di sostegno alle infrastrutture di ricarica indicate nel PNRR, secondo Unrae vanno nella direzione auspicata per lo sviluppo di una mobilità a zero emissioni, soprattutto se si rimuovono vincoli burocratici e strutturali che ne rallentano la diffusione. Ma nulla invece è previsto per un’accelerazione dal lato della domanda, che rimane frenata nel suo potenziale.
Negli altri principali mercati è andata meglio: in Germania è stato presentato un Piano che prevede 2,5 miliardi come incentivi per la diffusione di veicoli elettrici, in Francia il bonus ecologico all’acquisto già in vigore sfiora il miliardo di euro, a cui si aggiungono altri 800 milioni come incentivi a fronte di rottamazione di veicoli vetusti. In Italia, lo sviluppo della mobilità elettrica non può prescindere dalla estensione dell’Ecobonus, oggi previsto solo per il 2021, fino al 2026.
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.