La Legge di Bilancio 2021 ha istituito il “bonus per il risparmio idrico”, un incentivo volto a favorire gli interventi necessari alla riduzione del consumo di acqua in ambito domestico. Con oltre sette mesi di ritardo, il dicastero competente (ossia, il MITE – Ministero per la Transizione Ecologica) ha promulgato il decreto attuativo contenente tutte le indicazioni necessarie per la fruizione dell’incentivo. In una nota del 20 settembre scorso, il Ministero aveva annunciato che il decreto era “in via di ultimazione” e che le risorse stanziate per il bonus, fino ad esaurimento, ammontano a 20 milioni di euro. In aggiunta, la nota specifica che la gestione dell’incentivo è, appannaggio del MITE, viene implementata con la collaborazione di SOGEI, Società generale d’informatica per lo sviluppo e la gestione dell’applicazione web, e CONSAP, Concessionaria servizi assicurativi pubblici per la gestione delle attività di liquidazione.
In cosa consiste il bonus
Il bonus consiste in un rimborso, di ammontare massimo pari a 1.000 euro, a copertura delle spese sostenute tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2021 per l’attuazione di specifici interventi di “efficientamento idrico”. L’incentivo, che non costituisce reddito imponibile, verrà erogato fino ad esaurimento delle risorse finanziarie disponibile.
I soggetti beneficiari
Come stabilito dall’articolo 2 del decreto ministeriale n. 395 del 27/09/2021, possono beneficiare del bonus idrico le persone fisiche maggiorenni residenti in Italia, a patto che siano proprietari o titolari di altro diritto reale o personale di godimento dell’immobile all’interno del quale vengono effettuati gli interventi rientranti nella disciplina agevolativa. Qualora si tratti di un immobile cointestato è possibile richiedere il bonus “solo previa dichiarazione di avvenuta comunicazione al proprietario/comproprietario dell’immobile della volontà di fruirne”.
Spese incluse nell’agevolazione
L’articolo 3 (“Spese ammissibili”) del decreto elenca le spese che possono dare accesso al bonus:
- fornitura e posa in opera dei sanitari e dei relativi sistemi di scarico, a patto che il volume massimo di scarico sia inferiore o uguale a 6 litri;
- fornitura e installazione di rubinetti e miscelatori per il bagno e la cucina, inclusi i dispositivi per il controllo del flusso; la portata deve essere inferiore o uguale a 6 litri al minuto;
- fornitura e installazione di soffioni e colonne per la doccia, la cui portata d’acqua sia inferiore o uguale a 9 litri al minuto,
- realizzazione delle opere murarie e idrauliche necessarie allo smontaggio ed alla dismissione dei sistemi preesistenti.
Ai fini dell’ottenimento del bonus, è necessario che tali spese siano documentate mediante fattura elettronica o documento commerciale. Di conseguenza, è possibile acquistare vasi e rubinetteria presso qualsiasi negozio oppure presso un e-commerce specializzato che vende articoli di arredo bagno on line come, ad esempio, Inbagno.it. A prescindere dal canale di acquisto, è necessario che la spesa sia tracciabile e verificabile.
Come ottenere il bonus
Il bonus viene riconosciuto al richiedente una sola volta e per un solo immobile, in base all’ordine temporale di presentazione delle domande.
I soggetti che intendono fare richiesta dell’incentivo possono presentare istanza registrandosi sulla “Piattaforma bonus idrico”, accessibile agli utenti che completano la registrazione sul sito del Ministero della Transizione Ecologica. L’identità dei richiedenti viene accertata tramite SPID o Carta d’Identità Elettronica. Ai fini dell’erogazione del bonus, il richiedente dovrà indicare:
- nome, cognome e codice fiscale del beneficiario;
- importo della spesa sostenuta per la quale ottenere il rimborso;
- quantità dei beni acquistati e specifiche della messa in opera degli stessi;
- identificativo catastale dell’immobile;
- dichiarazione di non aver usufruito di altre agevolazioni per lo stesso tipo di spese;
- coordinate bancarie del richiedente per la ricezione del rimborso;
- titolo giuridico del richiedente (proprietario, comproprietario etc.);
- copia della fattura elettronica o del documento commerciale riportante il codice fiscale del soggetto che richiede il credito
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