Il bonus idrico era stato introdotto con la Legge di Bilancio 2021 per ridurre gli sprechi di acqua ma non era mai stato pubblicato il decreto attuativo
L’obiettivo del bonus risparmio idrico come è facile intuire è quello di ridurre gli sprechi di acqua. Si tratta di un’agevolazione che era stata introdotta dal secondo governo Conte con la Legge di Bilancio 2021 ma che poi non era mai entrata in vigore in quanto non era stato ancora pubblicato il relativo decreto attuativo.
Con il bonus risparmio idrico viene riconosciuto un importo di 1.000 euro. Il bonus è destinato alle persone fisiche che rispettano i requisiti e le regole previste dal decreto attuativo firmato dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani con il quale si definisce la platea dei beneficiari e i criteri di emissione.
Un decreto attuativo che giungo con grande ritardo, infatti era previsto per il mese di marzo 2021 ma giunge solo ora per entrare in vigore a partire dal mese di ottobre.
Bonus idrico: quali sono gli importi
Il bonus idrico nasce per incentivare i contribuenti a sostituire sanitari e rubinetterie con prodotti nuovi in grado di garantire un risparmio di acqua.
Si tratta di un incentivo il cui fine è quello di ottenere un risparmio di risorse idriche e che consente a ciascun beneficiario di ottenere un notevole risparmio economico coprendo fino ad un massimo di 1.000 euro delle spese sostenute per questa tipologia di intervento.
Bonus idrico 2021: a chi spetta
Possono ricevere il bonus idrico tutte le persone fisiche di età maggiore di 18 anni che risiedono in Italia e che siano titolari del diritto di proprietà o di altro diritto reale, oppure di diritti personali di godimento regolarmente registrati alla data in cui viene presentata la domanda per l’agevolazione.
Il bonus può essere utilizzato per interventi che interessano edifici esistenti o singole parti di edifici esistenti, o ancora per singole unità immobiliari.
Si può usare il bonus per ottenere una riduzione della spesa sostenuta per l’acquisto e la posa in opera di sanitari e rubinetteria. Il bonus viene riconosciuto in caso di sostituzione di vasi sanitari in ceramica con nuovi apparecchi a scarico ridotto, e per la sostituzione di apparecchi di rubinetteria sanitaria, soffioni doccia e colonne doccia già esistenti con nuovi apparecchi in grado di riddure gli sprechi idrici.
Nel caso di immobili cointestati o di titolari di diritto reale o personale di godimento il bonus idrico può essere comunque riconosciuto ma solo previa dichiarazione di avvenuta comunicazione al proprietario o comproprietario dell’immobile dell’intenzione di frurie dell’agevolazione. La suddetta comunicazione deve essere quindi allegata alla richiesta per il bonus che verrà inoltrata all’Inps attraverso la piattaforma.
Il bonus idrico può essere riconosciuto in ogni caso per un solo immobile, una sola volta e per un solo cointestatario o titolare di diritto reale o personale di godimento. Quanto alle tempistiche con cui viene erogato, si tiene conto dell’ordine con cui sono state presentate le domande e si prosegue fino a che le risorse ad esso destinate non si esauriscono.
Bonus idrico: per quali spese si può usare
Per usare il bonus idrico si devono rispettare diverse regole dettagliate nel decreto attuativo pubblicato proprio in questi giorni dal ministero della Transizione ecologica. Il bonus infatti non si può usare per l’acquisto e la posa in opera di qualsiasi tipo di sanitario o articolo di rubinetteria, ma devono risultare rispettati alcuni standard ben precisi.
I vasi sanitari in ceramica devono avere un volume massimo di scarico pari o inferiore a 6 litri. Il bonus copre anche le spese sostenute per i relativi sistemi di scarico incluse le opere idrauliche e murarie collegate nonché lo smontaggio e la dismissione dei sistemi preesistenti.
Si può usare il bonus idrico anche per la fornitura e l’installazione di rubinetti e miscelatori per bagno e cucina, inclusi i dispositivi per il controllo di flusso di acqua con portata pari o inferiore a 6 litri al minuto.
Sono altresì comprese nel bonus le spese per l’acquisto e l’installazione di soffioni doccia e colonne doccia con valori di portata pari o inferiori a 9 litri al minuto, comprese le opere murarie ed idrauliche eventualmente effettuate per rendere possibile lo smontaggio e la dismissione dei vecchi sistemi.
Bonus idrico 2021: come presentare domanda
Ricordiamo prima di tutto che il bonus idrico non costituisce reddito imponibile e non incide sul calcolo dell’ISEE. Si tratta di un’agevolazione alternativa e non cumulabile, il che significa che per le stesse voci di spesa non è possibile beneficiare di altre agevolazioni fiscali.
Ma come si fa per richiedere il bonus idrico? La procedura telematica prevede la registrazione dell’utente sulla Piattaforma bonus idrico, ma prima è necessario effettuare l’accesso all’area personale del sito del ministero della Transizione ecologica.
L’autenticazione dell’utente avviene attraverso lo Spid, oppure con Carta d’Identità Elettronica (CIE). Nel momento in cui si effettua la registrazione per il bonus idrico bisogna inserire una serie di informazioni quali nome, cognome, codice fiscale del beneficiario e l’importo della spesa per la quale si richiedere il rimborso previsto dall’agevolazione.
Tra le informazioni che si devono inserire vi sono anche quantità del bene e specifiche della posa in opera o installazione, le specifiche tecniche che riguardano i sistemi sostituiti da apparecchi a limitazione di flusso d’acqua, nonché la specifica della portata massima di acqua in litri al minuto del nuovo sistema installato.
Servono poi gli identificativi catastali dell’immobile, quindi l’utente deve riportare Comune, sezione, sezione urbana, foglio, particella e subalterno dello stabile interessato dall’intervento sul quale si richiede il rimborso.
Il beneficiario inoltre deve dichiarare di non aver già fruito di altre agevolazioni fiscali per la fornitura, la posa in opera e l’installazione degli stessi beni per i quali sta richiedendo il bonus idrico.
L’accredito del rimborso viene effettuato sul conto corrente del beneficiario, motivo per cui è fondamentale inserire le coordinate quali Iban del conto bancario o postale.
Inoltre la domanda deve contenere l’indicazione del titolo giuridico per il quale viene chiesto il bonus, in quanto la richiesta può essere fatta dall’utente in qualità di proprietario, cointestatario, locatario, usufruttuario e via dicendo.
Se il richiedente non è il proprietario o comproprietario dell’immobile allora servono gli estremi del contratto da cui trae titolo nonché l’attestazione di avvenuta comunicazione al cointestatario/proprietario, che deve essere identificato con nome, cognome, codice fiscale, dell’intenzione di fruire del bonus idrico.
Alla domanda deve essere poi allegata una copia della fattura elettronica o del documento commerciale sul quale è riportato il codice fiscale di chi chiede il rimborso previsto dall’agevolazione.
Alcuni soggetti però non sono tenuti ad emettere fattura elettronica, e in questo caso è sufficiente allegare copia di una fattura o di un documento commerciale che attesti l’acquisto del bene.
Serve anche la copia del versamento bancario o postale a meno che la transazione non sia avvenuta attraverso altri sistemi di pagamento tracciabili come carte di credito, di debito, prepagate, assegni bancari o altri metodi previsti dall’articolo 23 del Dlgs 241/1997, n. 241.
Bonus risparmio idrico: le risorse stanziate
Abbiamo spiegato che con il bonus risparmio idrico 2021 è possibile accedere ad un rimborso sulle spese sostenute per l’acquisto e la messa in posa di sanitari e rubinetti a scarico ridotto, fino ad un importo massimo di 1.000 euro per singolo beneficiario.
Le istanze per la richiesta del bonus sotto forma di rimborso sulle spese sostenute per gli interventi descritti, se correttamente compilate e corredate di tutti i documenti necessari a stabilire la presenza dei requisiti previsti, vengono accolte fino all’esaurimento delle risorse stanziate dall’esecutivo per questa agevolazione.
Per il bonus idrico il governo ha stanziato in tutto 20 milioni di euro per l’anno corrente “a valere sulle risorse iscritte sul capitolo 3076 ‘Fondo per il risparmio di risorse idriche’ dello stato di previsione del Ministero della Transizione ecologica” come leggiamo su Il Sole 24 Ore.
Bonus idrico 2021: controlli e sanzioni
Il ministero della Transizione ecologica ha anche il compito di vigilare sulla corretta erogazione e sul corretto utilizzo del bonus idrico. L’intervento del ministero può arrivare anche su segnalazione della stessa Sogei, ad esempio nel caso in cui rilevi degli usi difformi o la violazione delle norme.
In questi casi il ministero provvede alla revoca e al recupero del beneficio erogato, ed eventualmente a comminare ulteriori sanzioni previste dalla normativa.
È infatti Sogei a monitorare gli oneri derivanti dal programma di erogazione del bonus risparmio idrico, trasmettendo sia al ministero della Transizione ecologica che alla stessa Consap, entro il giorno 15 di ogni mese, la rendicontazione dei rimborsi che sono stati erogati nel corso del mese precedente.
Nel momento in cui le risorse stanziate dall’esecutivo per il bonus idrico si esauriscono il ministero provvede a darne comunicazione ufficiale attraverso la piattaforma dedicata bloccando eventuali ulteriori istanze.
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