Bonus ristrutturazione 2022, proroga della detrazione al 50 per cento o aliquota ridotta al 36 per cento? Sono due le vie che potrebbe intraprendere l’agevolazione, ed è bene soffermarsi sulle possibili novità in attesa della definizione della Legge di Bilancio.
Quale destino per il bonus ristrutturazione a partire dal 1° gennaio 2022?
Arrivati ormai a chiusura d’anno, crescono come di consueto gli interrogativi sulla proroga o meno delle agevolazioni fiscali sulla casa.
Non c’è solo il superbonus al centro dell’attenzione, ma anche le detrazioni fiscali “ordinarie”, da quelle spettanti per le ristrutturazioni fino agli incentivi rientranti nell’ecobonus.
Non è ancora chiaro se il bonus ristrutturazione del 50 per cento sarà prorogato per il 2022 e, al pari delle altre detrazioni sulla casa, il Ministero dell’Economia è al lavoro per valutare le novità da inserire in Legge di Bilancio.
Sulla detrazione riconosciuta per le spese volte alla riqualificazione degli edifici bisogna evidenziare che la mancata proroga non farebbe venir meno il diritto all’agevolazione, tenuto conto che si tratta di un incentivo previsto in maniera strutturale dalle normativa tributaria.
Più bassa sarebbe però la percentuale di bonus fiscale riconosciuta, così come il limite massimo di spesa riferito alla ristrutturazione ammesso in detrazione.
Due quindi le vie per i lavori effettuati a partire dal 1° gennaio 2022: una proroga dello sgravio al 50 per cento o il ritorno del bonus in versione ordinaria, pari al 36 per cento e fino a 48.000 euro di spesa.
Bonus ristrutturazione 2022, proroga o aliquota ridotta? Novità a due vie
Verrà effettuata un’analisi costi-benefici prima di definire se i bonus fiscali sulla casa saranno o meno prorogati con la Legge di Bilancio 2022.
È stato il Ministro dell’Economia Daniele Franco, nel corso dell’audizione del 6 ottobre in Senato sulla NaDEF, ad evidenziare che i lavori per delineare il futuro delle detrazioni edilizie sono attualmente in corso.
Al centro delle valutazioni non c’è solo il superbonus, ma tutto l’insieme delle detrazioni fiscali dal 50 e fino al 90 per cento riconosciute per i lavori edilizi, misure definite importanti per il settore delle costruzioni ma sulle quali si sta ragionando su come “possano e debbano essere prorogati”.
In ballo c’è quindi anche la proroga del bonus ristrutturazione del 50 per cento che, come da prassi, potrebbe rientrare tra le misure della Legge di Bilancio 2022.
I tempi di valutazione a disposizione del MEF sono però stretti, se si considera che solitamente è entro il mese di ottobre che viene approvato dal Governo il disegno di legge, per poi iniziare il lungo e complesso iter di discussione parlamentare.
Avere notizie sul destino del bonus ristrutturazioni è di primaria importanza per i contribuenti che hanno in corso di esecuzione dei lavori in casa di ristrutturazione o manutenzione.
In caso di mancato rinnovo dell’agevolazione, sarebbero agevolabili al 50 per cento, e fino a 96.000 euro, esclusivamente le spese sostenute entro il 31 dicembre 2021.
Bonus ristrutturazione 2022, senza proroga torna al 36 per cento e si dimezza il limite di spesa
A differenza di altre agevolazioni sulla casa, si pensi al bonus facciate o ancora al bonus mobili, la particolarità della detrazione prevista per la ristrutturazione è che si tratta di una misura prevista in via strutturale, disciplinata dall’articolo 16-bis del TUIR.
A regime, il bonus ristrutturazione è pari al 36 per cento delle spese documentate, fino al limite di 48.000 euro per unità immobiliare.
A partire dal 26 giugno 2012, con l’entrata in vigore del decreto legge n. 83/2012, la percentuale di detrazione spettante è stata portata al 50 per cento, e in parallelo è raddoppiato il limite massimo di spesa detraibile, pari a 96.000 euro.
La deroga rispetto alla normativa ordinaria è stata prorogata di anno in anno, anche alla luce della necessità di sostenere il settore edilizio. Una necessità che non viene di certo meno per il 2022, anno della ripartenza dopo lo stallo economico causato dalla pandemia.
Se la proroga è quindi ritenuta necessaria, ed è soprattutto attesa dai contribuenti, d’altro canto bisognerà attendere che il MEF termini il proprio lavoro di ricognizione, passaggio fondamentale per definire se i costi per l’Erario producono altrettanti benefici per la collettività.
Qualora la proroga dovesse avere da meglio, ci sarebbe poi da risolvere la questione relativa alla scadenza della cessione del credito e dello sconto in fattura, prevista esclusivamente fino al 31 dicembre 2021. Una misura altrettanto importante, per la quale si resta in attesa delle valutazioni dell’Europa circa gli effetti contabili dell’operazione per lo Stato.
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