Dal bonus tv, al bonus idrico, dall’oramai famoso Superbonus 110% al bonus mobili e terme. Sono tante le agevolazioni ancora disponibili, alcune in scadenza alla fine di quest’anno e non ancora rinnovate, in attesa della nuova Legge di Bilancio. Si tratta di una vera e propria giungla di detrazioni, sconti e contributi, in cui è facile perdersi, ma che possono portare benefici per migliaia di euro. Un sostegno fondamentale in un momento di ripresa economica come questo. Vediamo quindi nel dettaglio quali sono tutti i contributi ancora a disposizione.
Bonus ancora attivi: il Superbonus 110%
Il superbonus è una detrazione al 110% delle spese sostenute per gli inteventi energetici dal 1° luglio 2020, a fronte di interventi edilizi “trainanti” e “trainati”. Tra i primi: isolamento termico delle superfici; interventi sugli immobili unifamiliari o sulle parti comuni degli edifici per sostituire gli impianti di climatizzazione invernale con impianti alternativi per il riscaldamento centralizzati (a condensazione e a pompa di calore), raffrescamento o fornitura di acqua calda sanitaria. Tra i secondi: demolizione e ricostruzione di un immobile per migliorare le prestazioni energetiche, installazione di micro-generatori per la fornitura di energia o di impianti per la ricarica di veicoli elettrici (per una spesa massima di 3mila euro), sostituzione degli infissi e installazione di pannelli fotovoltaici.
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I beneficiari possono essere: condomini e persone fisiche (in prime e seconde case); onlus, organizzazioni di volontariato e del terzo settore; istituti autonomi case popolari (Iacp); società sportive dilettantistiche (per lavori negli spogliatoi); cooperative edilizie di abitazione. Sono invece escluse case e ville di lusso.
I limiti e le tempistiche
Per ogni tipo di intervento, poi, ci sono diversi limiti economici. Per i lavori di isolamento termico il tetto massimo di detrazione è: 50mila euro per immobili unifamiliari o indipendenti all’interno di edifici plurifamiliari, 40mila euro per ogni nucleo dentro edifici edifici da uno a otto unità immobiliari e 30mila euro per ogni unità se ce ne sono più di otto. Per sostituire gli impianti di climatizzazione, invece, i limiti sono rispettivamente: 30mila euro, 20mila euro e 15mila euro. E ancora, per l’installazione di impianti fotovoltaici il massimo sgravio è di 48mila euro per unità immobiliare, con limite di spesa di 2.400 euro per kW ora (ma scende a 1.600 se ci sono demolizioni, ricostruzioni o nuove costruzioni). Per i sistemi di accumulo il tetto è sempre 48mila euro (con limite di 1.000 euro per kW ora), mentre per la sostituzione degli infissi la detrazione massima è di 60mila euro.
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Fino ad ora potevano beneficiare dello sgravio tutti quelli che eseguivanoi lavori (esclusi condomini e case popolari) fino al 31 dicembre 2022 (se entro il 30 giugno 2022 sia stato fatto il 60% dell’intervento complessivo). La nuova scadenza unica sarà il 31 dicembre 2023. Unica condizione prevista è ancora una volta che al 30 giugno 2023 i lavori abbiano raggiunto il 60%.
Il Sismabonus
Simile al Superbonus 110% è il bonus sisma. Si tratta sempre di una detrazione con quella percentuale e vale per: lavori antisismici generici; interventi per la riduzione del rischio sismico di una o due classi, anche sulle parti comuni dei condomini; demolizione e ricostruzione di edifici, sempre per abbassare il rischio, tramite imprese edilizie. Gli interventi devono contribuire effettivamente alla riduzione del rischio sismico (le abitazioni devono essere in una zona sismica 1,2 o 3). Il tetto è fissato a 96mila euro. Se poi al posto dello sconto si cede il credito a un’impresa di assicurazione stipulando una polizza a copertura del rischio di calamità, la detrazione su quest’ultima arriva al 90%. Come per il Superbonus si attende la proroga fino a fine 2023.
Il bonus idrico
Per usufruire del contributo bisogna avere più di 18 anni ed essere residente in Italia. Poi si deve essere «titolari del diritto di proprietà o di altro diritto reale su edifici esistenti, nonché di diritti personali di godimento su parti di edifici esistenti o singole unità immobiliari».
Inoltre è necessario realizzare entro il 31 dicembre 2021 interventi di «sostituzione di vasi sanitari in ceramica con nuovi apparecchi a scarico ridotto e di apparecchi di rubinetteria sanitaria, soffioni doccia e colonne doccia esistenti con nuovi apparecchi a limitazione di flusso d’acqua». Quindi si devono mettere nuovi vasi sanitari in ceramica con volume massimo di scarico entro i 6 litri, rubinetti e miscelatori con portata d’acqua entro i 6 litri al minuto o soffioni/colonne doccia con portata al massimo di 9 litri al minuto.
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Si potranno ottenere così, direttamente sull’Iban, fino a mille euro, anche per i lavori eseguiti precedentemente, ma sempre nel 2021. La domanda si presenterà su una piattaforma web (realizzata da Sogei e disponibile entro 60 giorni dalla registrazione del decreto ministeriale che ha appena sbloccato lo sconto) a cui si accederà dal sito del Ministero della Transizione ecologica. Il bonus può essere richiesto una volta sola per un solo immobile. Entro fine ottobre si dovrebbero poter inviare le domande e i contributi verranno disposti secondo l’ordine di arrivo, fino a esaurimento delle risorse. In campo ci sono 20 milioni di euro. Si rischia di saturare la capacità di spesa in poco tempo, con troppe domande in arrivo in breve tempo.Tuttavia dal Mite fanno sapere che sull’incentivo non manca “la volontà politica”: il ministro Cingolani è intenzionato a puntare sul bonus qualora andasse bene tra i cittadini, chiedendo al collega Daniele Franco altri finanziamenti e magari una proroga dei tempi per fare i lavori in casa.
Il bonus facciate e ristrutturazione
C’è poi il bonus facciate, una detrazione Irpef del 90% che spetta per chi fa spese per il rifacimento della facciata esterna (visibile) della propria casa, compresa la sola tinteggiatura o pulitura.Sono ammessi al beneficio esclusivamente gli interventi sulle strutture opache della facciata, su balconi o su ornamenti e fregi.
Quindi il contributo per la ristrutturazione. In questo caso la detrazione è del 50%, da godere in dieci quote annuali di importo pari. La si può richiedere in caso di lavori come: rifacimento dei bagni, rifacimento degli impianti, eliminazione delle barriere architettoniche, ecc… Salvo proroga, dal 2022 il bonus tornerà al 36%, con limite di spesa a 48mila euro.
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L’ecobonus e il bonus verde
Lo sconto può salire al 65% (e in alcuni casi specifici fino al 75%) se i lavori sono finalizzati al miglioramento energetico della casa. In questo caso parliamo di ecobonus. Le spese che rientrano nella detrazione comprendono sia i costi per i lavori relativi all’intervento di risparmio energetico, sia quelli per le prestazioni professionali necessarie per realizzare l’intervento stesso e ottenere la certificazione energetica richiesta. Possono usufruire dello sgravio i proprietari di unità immobiliari, i nudi proprietari e chiunque abbia un diritto di godimento reale sull’immobile. Possono beneficiare del bonus anche gli affittuari, se c’è un accordo con il proprietario e se sostengono le spese.
Il bonus verde, infine, è una detrazione fiscale del 36% (che va ripartita in dieci quote annuali di pari importo) per tutte le spese sostenute con lavori sul verde abitativo (sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi e per la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili). Lo sconto calcolata sull’importo massimo di 5mila euro per ogni unità immobiliare a uso abitativo, comprese le eventuali spese di progettazione e manutenzione. Per ottenere il contributo il pagamento deve essere tracciabile. Non è ammesso lo sconto in fattura o la cessione del credito.
Il bonus zanzariere
Anche le zanzariere possono rientrare nell’ecobonus al 50% se rispettano ogni requisito della schermatura solare, cioè hanno la capacità di schermare la luce solare e migliorare l’efficienza energetica dell’immobile, essendo conformi agli orientamenti delle superfici vetrate protette. Il contributo, però, non si può utilizzare per case in costruzione. Il rimborso è infatti previsto in caso di installazione di zanzariere su immobili di qualsiasi categoria catastale già esistenti. Il limite massimo di spesa detraibile, poi, è di 60 mila euro.
Le zanzariere devono avere queste caratteristiche: essere regolabili; essere fissate in modo fisso su finestre e porte a vetri; rispettare le indicazioni di trasmittanza termica U; avere un Gtot (fattore totale di energia solare) superiore a 0,35, certificato da un organismo autorizzato; proteggere una superficie vetrata (finestra, porta vetrata) esposta; avere la marcatura CE, ovvero la certificazione che il prodotto è conforme agli standard comunitari di salute e sicurezza; essere applicate all’esterno della finestra, all’interno o integrate nell’infisso.
Attenzione, è cruciale avere alcune accortezze nell’iscrizione delle detrazioni. Per essere detratte, zanzariera e spese per l’installazione , vanno sempre inserite nel comma delle schermature solari e mai insieme agli infissi nella scheda infissi. La detrazione fiscale funsiona così: l’Agenzia delle Entrate riconoscerà una riduzione delle imposte (Irpef o Iref) per un importo pari al 50% della spesa sostenuta entro il 31 dicembre 2021 per l’acquisto e l’installazione di zanzariere con schermatura solare, per la rimozione di eventuali sistemi che già esistevano e per altre opere accessorie. Non solo. Tra le spese detraibili c’è anche la parcella del professionista che si occupa dell’eventuale pratica Enea (Agenzia Nazionale Efficienza Energetica).
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Il bonus asili nido
Il contributo prevede mille euro di aiuto per pagare le rette di asili nido pubblici e privati autorizzati, ma anche varie forme di assistenza domiciliare in favore di bambini con meno di tre anni e che hanno gravi patologie croniche. L’importo del buono può arrivare fino a un massimo di 3mila euro sulla base dell’Isee minorenni (se fino a 25mila euro). Per ottenerlo almeno un genitore deve fare richiesta sul sito dell’Inps.
Il bonus rottamazione tv
Lo sconto previsto dal governo Draghi e in particolare dal Ministero dello Sviluppo economico, guidato da Giancarlo Giorgetti, può raggiungere il 20% del costo dell’apparecchio, con un tetto massimo di 100 euro. L’agevolazione vale fino al 31 dicembre 2022 e, come detto, è «salvo anticipato esaurimento dei fondi disponibili». Non richiede poi alcuna certificazione Isee, quindi non è legato a reddito e patrimonio familiari. Viste le quasi 10 milioni di famiglie potenzialmente interessate e i soli 250 milioni di euro stanziati il rifinanziamento è molto probabile.
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I requisiti da soddisfare sono tre: essere residenti in Italia, aver rottamato un apparecchio «obsoleto» (cioè acquistato prima del 22 dicembre 2018) ed avere l’attestazione del pagamento del canone Rai. Senza aver dismesso una vecchia tv o non pagando l’obbligatorio canone televisivo, quindi, è impossibile accedere al contributo statale. Sono però ammessi al bonus anche gli over 75 esonerati dall’imposta legata al possesso del televisore.
Come fare domanda
La rottamazione può avvenire consegnando il vecchio apparecchio al negoziante o alle discariche autorizzate. Bisogna quindi fornire loro un modulo pdf scaricabile dal sito del ministero dello Sviluppo, che consiste in una autodichiarazione dei requisiti. Il documento deve essere controfirmato dal rivenditore, o da un addetto del centro di raccolta, e consegnato quando si fa il nuovo acquisto (anche online). In allegato al modulo bisogna consegnare il codice fiscale di chi compra e una copia di un documento d’identità valido.
È poi il commerciante a inserire tutte le informazioni sulla piattaforma telematica dove l’Agenzia delle Entrate conferma la presenza dei requisiti. La procedura di accreditamento dei negozi sarà sbloccata da domani e l’importo potrà essere recuperato dal venditore con il credito d’imposta. Ogni famiglia può richiedere il contributo da 100 euro una sola volta. In ogni caso sul sito del Ministero dell’Economia c’è una guida completa al contributo. Qui l’elenco dei rivenditori aderenti.
Il bonus decoder tv
Il contributo per la rottamazione, se si hanno più televisori, è cumulabile con il vecchio bonus per il decoder esterno, «il cui importo è ridotto a 30 euro, o al minor valore pari al prezzo di vendita se inferiore». Altrimenti il bonus decoder, sempre da 30 euro, si può usare per comprare una nuova tv senza rottamarne un’altra. Tuttavia per accedervi bisogna avere un Isee che non superi i 20.000 euro, essere residenti in Italia e non aver richiesto già una volta il bonus. Per fare domanda bisogna presentare al rivenditore sempre la dichiarazione sostitutiva presente sul sito del Mise (insieme al proprio documento di identità e codice fiscale), con i venditori che si collegano alla piattaforma dell’Agenzia per verificare i parametri.
Il bonus terme
Il contributo consiste in uno sconto del 100% sul prezzo d’acquisto dei servizi termali, fino a un massimo di 200 euro. Il bonus si rivolge a tutti i cittadini con più di 18 anni e residenti in Italia, senza limiti di Isee e senza paletti legati al nucleo familiare. La procedura di ottenimento sarà gestita da Invitalia e varrà solo per servizi termali presso gli enti accreditati. In ogni caso Federterme fornisce e fornirà supporto informativo agli utenti sul suo sito, dove ha già previsto un form ad hoc. Iscrivendosi, inserendo i propri dati, si può ricevere subito e gratuitamente, via mail o sms, tutte le ultime informazioni per rimanere aggiornati.
I centri termali non devono essere a carico del servizio sanitario nazionale o altri enti pubblici e non devono usufruire di ulteriori benefici già riconosciuti all’utente. Sarà possibile cumulare al bonus le detrazioni fiscali riconosciute sui costi non coperti.
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I servizi termali coperti saranno sia i trattamenti come le cure di tipo sanitario (ad esempio attraverso idropinoterapia, irrigazioni, inalazioni, insufflazioni e politzer crenoterapico solfureo), con o senza prescrizione del medico, sia le prestazioni di wellness e beauty, quindi di benessere.
Come fare domanda
A ogni richiedente sarà attribuito un unico buono, non cedibile a terzi. Chi è interessato ad ottenere il bonus, a quando Il Messaggero apprende da fonti di Federteme e del Ministero dello sviluppo economico, dovrà prenotare direttamente presso l’ente termale accreditato. Il titolare dello stabilimento si collegherà alla piattaforma di Invitalia, accedendo tramite Spid, verificando che il bonus non sia già stato richiesto dal cliente e che sia ancora disponibile. Quindi, se è tutto ok, la struttura applicherà lo sconto e rilascierà un documento di avvenuta prenotazione, che servirà anche per conteggiare le domande che hanno ottenuto il via libera.
Dopo la prenotazione ci saranno 60 giorni di tempo per usufruire del servizio, altrimenti l’agevolazione decade. L’ente termale dovrà accedere al portale di Invitalia, selezionare la prenotazione e inserire la data di avvio dei servizi. Non oltre 45 giorni dopo, previa emissione di fattura, sarà possibile richiedere il rimborso del buono già fruito dall’utente.
Per farlo si dovrà allegare il documento di spesa, con il codice univoco della prenotazione, e le dichiarazioni sul rispetto della privacy. Invitalia avrà quindi 30 giorni per erogare il rimborso, inviato direttamente sul conto corrente dell’ente termale, fornito in fase di accreditamento. In caso di controlli i tempi potrebbero essere più lunghi.
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Source: ilmessaggero.it
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