ECONOMIA
MILANO – Il mondo sta cambiando, il clima, l’ambiente e la sostenibilità sono al centro dell’attenzione planetaria e tutto ciò comporta problemi non di poco conto anche per i gruppi industriali più in vista, soprattutto per quelli impegnati nell’automotive, ma non solo. La domanda ricorrente, da qualche tempo, è la seguente: ce la faranno a tenere il passo richiesto dall’innovazione? Le tecnologie progrediscono quanto basta? E ancora: quanto ha inciso il dilagare della pandemia su progetti di ricerca e sviluppo e, soprattutto, sui fatturati delle aziende più coinvolte in questo tumultuoso processo evolutivo?
Di tutto questo si è parlato in occasione della presentazione del bilancio 2020 di Bosch, multinazionale tedesca con 460 filiali in 60 paesi del mondo e 409.900 dipendenti, 6.000 dei quali in Italia, dove Bosch è fortemente radicata, operando con 21 società e 4 centri di ricerca.
Alla conferenza dedicata al bilancio 2020 hanno partecipato Volkmar Denner, ceo del board della multinazionale tedesca; Georg Wahl, VP Finance and Controlling Bosch per l’Italia (e la Grecia); il general manager del Gruppo Fabio Giuliani, e Gabriele Allievi, per molti anni amministratore delegato della filiazione italiana del colosso tedesco, giunto ora al capolinea di fine mandato con risultati più che soddisfacenti (lascerà il 30 giugno).
“Abbiamo resistito sia alla pandemia sia a discutibili scelte della politica europea, troppo condizionata dalla lobby ambientalista” dicono i vertici di Bosch Italia, criticando scelte monotematiche come la guerra al diesel e auspicando che le bozze della nuova normativa sulle emissioni vengano rivedute e corrette, in modo da salvaguardare lo straordinario patrimonio di conoscenza e di esperienza sui motori endotermici e i tanti posti di lavoro che si perderebbero perseguendo esclusivamente la strada dell’elettrico. Un settore – sia chiaro – in cui Bosch ha investito e crede fermamente, lavorando alacremente anche sulle fuel cell caricate a idrogeno.
Attenzione, però: ingegneri e ricercatori del colosso dell’innovazione e della tecnologia credono fermamente anche nei carburanti sintetici, alternativi a quelli fossili, grazie ai quali sarebbe possibile utilizzare ancora a lungo i motori endotermici, che già oggi – è stato sottolineato – emettono ossidi di azoto al di sotto delle soglie di legge.
E’ in questo contesto ideologico che si è svolta la conferenza annuale sui dati di bilancio di Bosch Italia: un incontro virtuale, da remoto, che ha offerto l’occasione, ai vertici dell’azienda, di ricordare come negli stabilimenti Bosch sia stato raggiunto, sin dalla primavera 2020, un traguardo importante, e cioè la neutralità climatica delle sue oltre 400 sedi in tutto il mondo. Questo risultato, certificato da test indipendenti, fa di Bosch la prima azienda industriale globale ad essere carbon-neutral nelle sue sedi, incluse le italiane.
L’incontro da remoto ha offerto dunque l’occasione per rammentare che nonostante la difficile situazione, tuttora non del tutto risolta, Bosch Italia è stata in grado di intraprendere una serie di azioni concrete per il miglioramento dell’efficienza energetica dei propri siti produttivi, per la sicurezza delle persone e per l’implementazione di soluzioni tecnologiche che rendono efficiente la produzione e il risparmio di risorse.
Il volume d’affari di Bosch Italia nel 2020 è stato di circa 2 miliardi di euro. L’emergenza coronavirus ha avuto un impatto significativo sui ricavi, tuttavia, nonostante la riduzione di fatturato di quasi l’11% rispetto all’anno precedente, l’azienda ha performato meglio delle previsioni iniziali, contribuendo in tal modo al risultato raggiunto a livello di Gruppo. Soprattutto, confortano i risultati registrati nei primi tre mesi del 2021.
Nel comparto Mobility Solutions il gruppo ha sofferto la forte contrazione del mercato di riferimento, passato da 1,92 milioni di veicoli venduti nel 2019 a 1,38 milioni nel 2020, con un calo complessivo di quasi il 28%. Il business legato alle soluzioni di mobilità si è sviluppato meglio del mercato italiano di riferimento. Trend positivo da segnalare per i componenti eBike, prodotti presso lo stabilimento di Bari. In Italia, la vendita di biciclette a pedalata assistita si è attestata intorno alle 280.000 unità (+44%), grazie anche al contributo degli incentivi (bonus mobilità). Sono proseguiti inoltre i progetti di fornitura di servizi innovativi per la mobilità, inclusi quelli volti a migliorare l’elettromobilità e la qualità dell’aria. Intensificate anche le sinergie con case automobilistiche e motociclistiche italiane come Maserati e Ducati.
La divisione Automotive Aftermarket ha registrato una riduzione nelle vendite per gli effetti della pandemia. Tuttavia, nonostante il contesto di mercato, la divisione ha proseguito con la propria strategia a sostegno dei programmi per le officine Bosch Car Service e AutoCrew e dei ricambisti indipendenti partner sviluppata insieme ai concessionari Bosch sul territorio.
Il settore di business Industrial Technology ha registrato nel 2020 un calo di fatturato. Le misure di prevenzione sanitarie adottate per contrastare l’epidemia di Covid-19 hanno portato infatti al blocco di tutte le attività produttive non essenziali coinvolgendo di fatto la quasi totalità della base clienti di Bosch Rexroth. Il 2020 è stato quindi utilizzato dal fornitore di tecnologie per l’azionamento e il controllo e sistemi per l’industria per accelerare il processo di digitalizzazione con l’implementazione, tra le altre cose, di sistemi di manutenzione remota.
Nell’ultimo anno anche la prevenzione sanitaria è stata un tema fondamentale per Bosch, al pari dell’efficienza energetica. Alcune azioni virtuose dei siti italiani riguardano la protezione dei collaboratori, come la produzione di mascherine nello stabilimento di Bari, i dispositivi per la misurazione di CO2 ed il monitoraggio della qualità dell’aria, i distanziometri che segnalano il momento esatto in cui due soggetti risultano a meno di un metro uno dall’altro, gli sportelli di ascolto gratuiti ed il consulto medico a distanza per i dipendenti. Altri esempi si riferiscono all’efficienza delle linee produttive e all’ottimizzazione dei consumi in ottica green.
Come prossimi passi, Bosch mira a ridurre le emissioni di CO2 lungo l’intera catena del valore, dai fornitori ai clienti, del 15% entro il 2030 rispetto al livello del 2018, generando così una riduzione di 67 milioni di tonnellate di emissioni di anidrire carbonica.
Danno coraggio ai vertici della holding tedesca, come detto, le positive indicazioni fornite dal primo trimestre del 2021. Lo ha ricordato Denner, sia pure puntualizzando che “a fronte di progressi significativi su aspetti di assoluta avanguardia, come l’intelligenza artificiale e l’elettromobilità, l’azienda prevede comunque un altro anno complesso, principalmente a causa dei continui rischi legati al coronavirus”. Ciò detto, sono previsti, tra 2021 e 2024, investimenti per un miliardo di euro in questa tecnologia.
In Italia il Gruppo Bosch è attivo, come detto, con 21 società e 4 centri di ricerca, con un organico di circa 6.000 collaboratori. “Nonostante la pandemia, abbiamo superato meglio del previsto il 2020, grazie ad una strategia di diversificazione del business e al grande impegno, alla flessibilità e alla creatività di tutti i collaboratori – ha dichiarato Fabio Giuliani -. Sebbene il 2021 sia ancora un anno sfidante – ha aggiunto il manager – l’andamento del primo trimestre è senz’altro positivo. Questo ci permette di affrontare con ottimismo e determinazione le sfide future perseguendo i nostri obiettivi tra cui, in particolare, quello di una “tecnologia per la vita”, nel rispetto della sostenibilità e del corretto uso delle risorse”.
Secondo il ceo uscente, Gabriele Allievi, in tema di sicurezza, e dunque di salvaguardia delle vite umane, è importante ricordare anche quanto forte sia stato, ed è tuttora, il ruolo di Bosch, in prima linea nella produzione di dispositivi ADAS, sensori, ultrasuoni, radar, telecamere, già in grado di cimentarsi sulla guida autonoma più avanzata, ma impossibilitata a dimostrarlo a causa della mancanza di adeguate infrastrutture.
“Automazione a parte – afferma il numero 1 di Bosch Italia – le auto di oggi ormai agiscono come assistenti personali, dopo casa e ufficio c’è la macchina. L’automazione, la connettività e le capacità di calcolo saranno sempre più necessarie ed elevate, e perciò 17.000 nostri addetti lavorano all’intelligenza artificiale e all’Internet delle cose”.
Un percorso segnato, insomma, ma tutto ciò non deve distogliere del tutto l’attenzione dal fattore umano. Lo ha ricordato saggiamente lo stesso Allievi, rammentando che da tempo Bosch sollecita l’ACI e le autorità competenti a intensificare l’impegno sulla sicurezza stradale, che non si raggiunge soltanto con la tecnologia e l’automazione. “Dopo l’esame di patente è necessario istituire corsi supplementari di guida sicura, in modo da perfezionare le capacità di guida, che nessun dispositivo elettronico potrà mai compensare del tutto”.
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