Altro che boom delle auto elettriche.
In Italia se ne vendono sempre meno. A luglio le immatricolazioni di elettriche pure e ibride sono sono crollate del 24% rispetto allo stesso mese del 2021. Secondo l’associazione di settore Motus-E, le cause sono la limitazione degli incentivi decisa dal governo e la mancanza di veicoli, per la crisi delle materie prime. Ma pesa anche lo scarso numero di colonnine di ricarica in autostrada, presenti solo in 59 stazioni su 506. A luglio 2022, secondo Motus-E le vendite di auto con possibilità di ricarica (somma di BEV, elettriche pure, e PHEV, veicoli ibridi plug-in) si sono attestate a 8.670 unità, facendo segnare un calo del 24,15% rispetto allo stesso mese del 2021, quando le immatricolazioni sono state 11.431. Le auto elettriche pure registrano un calo delle vendite pari al 29,30%, per un totale di 3.605 unità immatricolate. Le vendite delle ibride plug-in segnano una diminuzione del 20,01%, con un totale di 5.065 unità immatricolate nel mese. La quota di mercato delle auto alla spina si ferma al 7,88%. “Luglio 2022 è il primo mese in cui non si registrano immatricolazioni dovute alle consegne delle auto elettriche incentivate con ecobonus 2021 – spiega Motus-E -. A questo va aggiunto l’effetto della mancanza di prodotto, ovvero delle vetture, drammaticamente legato alla crisi di materie prime, e l’inadeguatezza del sistema di incentivi”. Motus-E denuncia “la limitazione dell’Ecobonus al solo canale privato”, escludendo le aziende, e “gli attuali limiti di prezzo”, scesi da 45 a 35.000 euro (più Iva) per le elettriche e da 50 a 45.000 euro per le ibride plug-in. “Stiamo perdendo almeno un 70% della domanda ipotetica di questi veicoli”, denuncia l’associazione. Tanto è vero che il Mise sta pensando di estendere gli incentivi ai redditi sotto i 30.000 euro col Decreto Aiuti bis. Ma a frenare il passaggio all’auto elettrica in Italia c’è anche la scarsità delle colonnine di ricarica in autostrada. Secondo il sito specializzato in mobilità elettrica InsideEVs, su 506 stazioni di servizio operative in autostrada, solo 59 (11,6%) dispongono di colonnine, per un totale 254 punti di ricarica. Ma i numeri si riducono a 38 stazioni di servizio (7,5%) e 172 punti di ricarica se si considerano solo le colonnine cosiddette ad “alta potenza” (da 150 a 350 kW), quelle necessarie per ricaricare in tempi ragionevoli (15-30 minuti a seconda del modello). Le poche colonnine poi sono concentrate al Nord e spariscono al Sud. Se Emilia Romagna e Lombardia, ma anche Valle d’Aosta e Umbria, dispongono di più di un’area di servizio attrezzata ogni 100 km, Basilicata, Molise e Sicilia non offrono ancora nessuna stazione.
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