Ormai la città sembra avvolta nelle reti da pesca. Sotto a teli verdi o azzurri, si nascondono le facciate dei palazzi pronte a rifarsi il trucco grazie al superbonus 110%. Ma quelle reti nascondono anche impalcature spesso montate troppo in fretta, senza i punti di aggancio previsti dalla legge o con tavole di legno datate.
Circostanze che hanno portato, lo scorso settembre, alla morte di un operaio precipitato da cinque metri e la procura di Genova a indagare sui cantieri edili. I risultati sono preoccupanti: il 10 per cento presenta “irregolarità gravi”.
È il bilancio di quattro mesi di controlli di carabinieri e polizia locale dopo il vademecum stilato dal gruppo Sanità e Lavoro della procura, coordinata dal procuratore Francesco Pinto.
Nel documento è contenuta una scheda semplificata per riconoscere un cantiere in condizioni “al di sotto del minimo etico di sicurezza”. In particolare, i militari hanno ispezionato 239 cantieri e segnalato alla Asl di competenza 20 infrazioni gravi.
La polizia locale, invece, ne ha controllato un centinaio trovandone una decina con irregolarità gravi. Il documento, primo in Italia, era stato stilato dopo la morte di Davide D’Aprile, l’operaio precipitato da una impalcatura di un palazzo in ristrutturazione e dopo il boom di cantieri per il super bonus.
Dopo una prima fase di formazione di militari e agenti per potere controllare i cantieri e riscontrare le macro irregolarità, sono partiti i controlli. La Asl ha comminato le prescrizioni per la messa in regola. “Grazie a questi controlli – ha sottolineato il procuratore Pinto – si è intervenuti in tempo, prevenendo infortuni gravi o mortali. La Asl, da sola, non sarebbe riuscita a verificare la regolarità delle decine di cantieri partiti dopo il super bonus”.
Source: genovatoday.it
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